Nel 2009 furono presentate le nuove Custom Deluxe, descritte dalla Fender come «designed for the working musician», che presero il posto delle Custom Classic nei cataloghi Fender.
Ad una prima occhiata potevano sembrare delle normalissime Stratocaster, ma si discostavano dal modello base per alcuni importanti upgrade, come pickup, meccaniche e ponte.
Avevano, infatti, un manico in acero figurato dal profilo '65 "C" con tastiera in acero o in palissandro indiano scurissimo, dal raggio di 9,5 pollici, munito di ventidue tasti narrow jumbo. Il ponte Deluxe a due pivot con leva ad inserimento era l'ideale per chi amava l'intenso uso del vibrato alla Jeff Beck e le meccaniche staggered Schaller (inizialmente autobloccanti) rendevano superfluo l'uso del tendi corde.
I pickup Texas Special al manico, Custom '69 with grey bobbin al ponte e in posizione centrale (quest'ultimo hum cancelling reverse wound/reverse polarity) le davano un «such a great tone that you hardly need any overdrive to make the notes sing out», come recitava la pubblicità della Fender.
Erano disponibili nelle bellissime finiture high gloss thin skin alla nitro, adatte ai "relic-haters", associate a body in select alder o premium ash.
Ovviamente a tutto questo si aggiungeva la qualità costruttiva del Custom Shop.
Dal 2011 la Fender iniziò a proporre ogni anno una versione diversa di Custom Deluxe Stratocaster, sia come specifiche, sia come colori disponibili: a volte utilizzando finiture e top differenti, a volte profili leggermente diversi oppure altre meccaniche o altri pickup, ma realizzando sempre chitarre moderne e performanti.
Le Custom Deluxe restarono in produzione fino al 2015, anno in cui furono sostituite dalle American Custom, dal nome diverso ma concettualmente simili.
Ad una prima occhiata potevano sembrare delle normalissime Stratocaster, ma si discostavano dal modello base per alcuni importanti upgrade, come pickup, meccaniche e ponte.
Avevano, infatti, un manico in acero figurato dal profilo '65 "C" con tastiera in acero o in palissandro indiano scurissimo, dal raggio di 9,5 pollici, munito di ventidue tasti narrow jumbo. Il ponte Deluxe a due pivot con leva ad inserimento era l'ideale per chi amava l'intenso uso del vibrato alla Jeff Beck e le meccaniche staggered Schaller (inizialmente autobloccanti) rendevano superfluo l'uso del tendi corde.
I pickup Texas Special al manico, Custom '69 with grey bobbin al ponte e in posizione centrale (quest'ultimo hum cancelling reverse wound/reverse polarity) le davano un «such a great tone that you hardly need any overdrive to make the notes sing out», come recitava la pubblicità della Fender.
Erano disponibili nelle bellissime finiture high gloss thin skin alla nitro, adatte ai "relic-haters", associate a body in select alder o premium ash.
Ovviamente a tutto questo si aggiungeva la qualità costruttiva del Custom Shop.
Dal 2011 la Fender iniziò a proporre ogni anno una versione diversa di Custom Deluxe Stratocaster, sia come specifiche, sia come colori disponibili: a volte utilizzando finiture e top differenti, a volte profili leggermente diversi oppure altre meccaniche o altri pickup, ma realizzando sempre chitarre moderne e performanti.
Le Custom Deluxe restarono in produzione fino al 2015, anno in cui furono sostituite dalle American Custom, dal nome diverso ma concettualmente simili.
Antonio Calvosa