Come appariranno le Stratocaster di oggi tra moltissimi anni? È la domanda che si è posto Mike Lewis del Custom Shop, in occasione del ventesimo anniversario del relic.
Era il 1995 quando, al NAMM, la Fender mostrò le prime chitarre relic della sua storia: la ’51 Nocaster and ’56 Mary Kaye Stratocaster. Anche se l'invecchiamento artificiale degli strumenti è stato spesso fonte di accese discussioni tra sostenitori e denigratori, non ci sono dubbi che sia stato un'autentica rivoluzione per il mondo delle sei corde e una grossa fonte di guadagno per la Fender.
Nel 2015 il Custom Shop decise quindi di celebrare l'evento con una serie tutta nuova, la Postmodern, che prese il posto della Proto Stratocaster (nata sulle ceneri delle Stratocaster Pro). Le Postmodern Stratocaster erano strumenti che riprendevano le più importanti caratteristiche di annate differenti. Per l'occasione venne presentato un nuovo livello d'invecchiamento artificiale: il Journeyman Relic. Posizionato tra le Closet Classic e le Relic, era una delle finiture più relistiche. "Used but not abused", era la descrizione che lo calzava meglio.
I primi strumenti della nuova serie furono una Stratocaster, una Telecaster e un basso ibrido Precision body/Jazz neck, tutti disponibili nelle finiture Journayman Relic e NOS.
La Stratocaster era caratterizzata da un logo Transition, un corpo in frassino in stile anni '50 e un manico che ricordava quello Oval "C" della metà degli anni '60. Tuttavia il neck plate era molto moderno, del tipo "rounded heel", per un più facile accesso agli ultimi tasti, il radius composito, per sfruttare al meglio la tastiera, e le meccaniche staggered, che rendevano superfluo l'uso del tendi corde.
Era disponibile nelle finiture Sunburst a tre toni, Olympic White, Dakota Red e Black.
Era il 1995 quando, al NAMM, la Fender mostrò le prime chitarre relic della sua storia: la ’51 Nocaster and ’56 Mary Kaye Stratocaster. Anche se l'invecchiamento artificiale degli strumenti è stato spesso fonte di accese discussioni tra sostenitori e denigratori, non ci sono dubbi che sia stato un'autentica rivoluzione per il mondo delle sei corde e una grossa fonte di guadagno per la Fender.
Nel 2015 il Custom Shop decise quindi di celebrare l'evento con una serie tutta nuova, la Postmodern, che prese il posto della Proto Stratocaster (nata sulle ceneri delle Stratocaster Pro). Le Postmodern Stratocaster erano strumenti che riprendevano le più importanti caratteristiche di annate differenti. Per l'occasione venne presentato un nuovo livello d'invecchiamento artificiale: il Journeyman Relic. Posizionato tra le Closet Classic e le Relic, era una delle finiture più relistiche. "Used but not abused", era la descrizione che lo calzava meglio.
I primi strumenti della nuova serie furono una Stratocaster, una Telecaster e un basso ibrido Precision body/Jazz neck, tutti disponibili nelle finiture Journayman Relic e NOS.
La Stratocaster era caratterizzata da un logo Transition, un corpo in frassino in stile anni '50 e un manico che ricordava quello Oval "C" della metà degli anni '60. Tuttavia il neck plate era molto moderno, del tipo "rounded heel", per un più facile accesso agli ultimi tasti, il radius composito, per sfruttare al meglio la tastiera, e le meccaniche staggered, che rendevano superfluo l'uso del tendi corde.
Era disponibile nelle finiture Sunburst a tre toni, Olympic White, Dakota Red e Black.