Un effetto del quale i chitarristi difficilmente sanno fare a meno è il riverbero. In commercio ne esistono molti, analogici e digitali, alcuni dal risultato davvero sorprendente. Tuttavia gli amanti del blues di sicuro non riescono a rinunciare al suono caratteristico di un riverbero a molla.
Il Carl Martin Headroom Reverb attrae proprio per questo motivo: la presenza di tre molle Accutronics, piuttosto che di un circuito di emulazione, per un vero e proprio spring reverb ai propri piedi.
Colpiscono subito le dimensioni del pedale (26cm x 14cm x 6cm), che potrebbero scoraggiare chi cerca di economizzare gli spazi all’interno della propria pedaliera. Si notano due switch: il classico pulsante on/off e quello che permette di passare dal “canale” A a quello B, completamente identici tra di loro (essendo entrambi dipendenti dalle tre molle) ad eccezione dei valori di profondità e di tono che possono essere regolati con le relative manopole presenti per ciascuno di essi. Completano il pedale la classica entrata per l’alimentazione a 9v (ma è presente anche il vano batteria), l’input e l’output, l’entrata per il controllo remoto sia del selettore dei canali, sia dello switch on/off (per chi preferisce lasciare l’Headroom lontano dal palco o sopra l’amplificatore) e un paio di viti che permettono di spostare le molle dalla posizione di riposo, adatta al trasporto, a quella funzionante.
Il Carl Martin Headroom Reverb attrae proprio per questo motivo: la presenza di tre molle Accutronics, piuttosto che di un circuito di emulazione, per un vero e proprio spring reverb ai propri piedi.
Colpiscono subito le dimensioni del pedale (26cm x 14cm x 6cm), che potrebbero scoraggiare chi cerca di economizzare gli spazi all’interno della propria pedaliera. Si notano due switch: il classico pulsante on/off e quello che permette di passare dal “canale” A a quello B, completamente identici tra di loro (essendo entrambi dipendenti dalle tre molle) ad eccezione dei valori di profondità e di tono che possono essere regolati con le relative manopole presenti per ciascuno di essi. Completano il pedale la classica entrata per l’alimentazione a 9v (ma è presente anche il vano batteria), l’input e l’output, l’entrata per il controllo remoto sia del selettore dei canali, sia dello switch on/off (per chi preferisce lasciare l’Headroom lontano dal palco o sopra l’amplificatore) e un paio di viti che permettono di spostare le molle dalla posizione di riposo, adatta al trasporto, a quella funzionante.
Per evitare di sentire il classico rumore metallico, dato dalla vibrazione delle molle, che si avrebbe solo premendo lo switch, i progettisti della Carl Martin le hanno messo in sospensione nello chassis e hanno sollevato il pedale con quattro spessi piedini di gomma.
Il suono è un bellissimo riverbero in stile Fender, brillante al punto giusto, finalmente dal “sapore naturale”, che non sa di finto, e che ovviamente lascia il timbro originale della chitarra inalterato. Può passare da un riverbero appena accennato fino ad arrivare ai livelli più estremi adatti a un brano come “Wicked game”, passando per le atmosfere di “The wind cries Mary”.
Forse avrei desiderato la possibilità di ottenere, oltre a questo riverbero così naturale, anche il classico effetto “splushy” o un maggior carattere “surf”, per e magari una terza manopola per controllare la durata dell'effetto.
Nonostante la piena soddisfazione dal punto di vista del suono, mi ha deluso tuttavia la scritta “made in China” sulla confezione esterna, malgrado il prezzo non bassissimo dell’Headroom, quando invece il pedale viene commercializzato come prodotto danese. Sarà stato un caso, ma, pochi mesi dopo l’acquisto, le molle si sono danneggiate. Fortunatamente l’assistenza l’ha prontamente riparato ed il Carl Martin è di nuovo lì nella mia pedaliera, pronto a riportarmi indietro nelle atmosfere blues degli anni ’60.
Il suono è un bellissimo riverbero in stile Fender, brillante al punto giusto, finalmente dal “sapore naturale”, che non sa di finto, e che ovviamente lascia il timbro originale della chitarra inalterato. Può passare da un riverbero appena accennato fino ad arrivare ai livelli più estremi adatti a un brano come “Wicked game”, passando per le atmosfere di “The wind cries Mary”.
Forse avrei desiderato la possibilità di ottenere, oltre a questo riverbero così naturale, anche il classico effetto “splushy” o un maggior carattere “surf”, per e magari una terza manopola per controllare la durata dell'effetto.
Nonostante la piena soddisfazione dal punto di vista del suono, mi ha deluso tuttavia la scritta “made in China” sulla confezione esterna, malgrado il prezzo non bassissimo dell’Headroom, quando invece il pedale viene commercializzato come prodotto danese. Sarà stato un caso, ma, pochi mesi dopo l’acquisto, le molle si sono danneggiate. Fortunatamente l’assistenza l’ha prontamente riparato ed il Carl Martin è di nuovo lì nella mia pedaliera, pronto a riportarmi indietro nelle atmosfere blues degli anni ’60.
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