
Il Super Reverb è stato un amplificatore Fender valvolare prodotto dalla fine del 1963 al 1981, caratterizzato da un rivestimento in tolex nero.
In base al colore del pannello frontale i Super Reverb si dividono in Blackface, in produzione fino al 1967 e caratterizzato dai circuiti AA763 e AB763 e dalla potenza di 40 watt, e Silverface, in produzione tra il 1967 e il 1980. I circuiti usati su questi ultimi erano, inizialmente, l'AB763 o il AB568, e la loro potenza era di 45 watt - aumentata a 70 watt nel 1977.
Dalla fine del 1980 il Super Reverb tornò ad avere l'estetica dei Blackface, ma come circuito restava quello del Silverface.
I Blackface sono da molti considerati gli amplificatori più versatili, efficienti e robusti mai costruiti dalla Fender.
Il Super Reverb era dotato di quattro valvole 12AX7 nel preamp, due 12AT7 riservate agli effetti ed una valvola rettificatrice 5AR4 (GZ34) nei Blackface e 5U4GB per i Silverface - mentre nel 1977 venne introdotta la rettificazione allo stato solido. Disponeva anche di un autentico riverbero tube-driven a molla e di un bellissimo tremolo valvolare, per un suono dolce e brillante dalle spiccate sonorità blues e del rock.
Nel Blackface le due 6L6 Groove Tubes sprigionavano 40 watt di potenza distribuiti su quattro altoparlanti da 10" - inizialmente Jensen C10R in alnico e in seguito CTS (in alnico o ceramici) o Oxford 10L6 - ciascuno da 8Ω (quindi 2Ω totali) che rendevano il Fender Super Reverb un amplificatore in grado di gestire i grandi spazi senza essere microfonato.
Nel 2001 la Fender lo ha riproposto come Super Reverb '65, riedizione "all tube" del celebre combo Fender Blackface degli anni '60 - il circuito è il celebre AB763, anche se stampato su PCB - e munito di quattro Jensen P10R made in Italy per una potenza di 45 watt. Il cabinet è in multistrato di betulla del Baltico avvolto in un rivestimento vinilico nero ed è munito di grill argentato su cui spicca il logo Fender.
Il pannello di controllo, riconoscibilissimo come quello di tutti i Blackface, mostra due canali, uno dry ed uno dotato degli effetti: il tremolo (detto "vibrato" dalla Fender), di cui è possibile modificare la velocità e l'intensità, e il riverbero, caratterizzato da un'enorme spazialità. Entrambi questi effetti, controllabili con un foot-switch, sono così esaltanti da rendere superfluo ogni confronto con i vari stomp-boxes disponibili in commercio. Entrambi i canali del Super Reverb hanno a disposizione il bright switch e, nel canale vibrato, è disponibile il pomello dei medi.
In base al colore del pannello frontale i Super Reverb si dividono in Blackface, in produzione fino al 1967 e caratterizzato dai circuiti AA763 e AB763 e dalla potenza di 40 watt, e Silverface, in produzione tra il 1967 e il 1980. I circuiti usati su questi ultimi erano, inizialmente, l'AB763 o il AB568, e la loro potenza era di 45 watt - aumentata a 70 watt nel 1977.
Dalla fine del 1980 il Super Reverb tornò ad avere l'estetica dei Blackface, ma come circuito restava quello del Silverface.
I Blackface sono da molti considerati gli amplificatori più versatili, efficienti e robusti mai costruiti dalla Fender.
Il Super Reverb era dotato di quattro valvole 12AX7 nel preamp, due 12AT7 riservate agli effetti ed una valvola rettificatrice 5AR4 (GZ34) nei Blackface e 5U4GB per i Silverface - mentre nel 1977 venne introdotta la rettificazione allo stato solido. Disponeva anche di un autentico riverbero tube-driven a molla e di un bellissimo tremolo valvolare, per un suono dolce e brillante dalle spiccate sonorità blues e del rock.
Nel Blackface le due 6L6 Groove Tubes sprigionavano 40 watt di potenza distribuiti su quattro altoparlanti da 10" - inizialmente Jensen C10R in alnico e in seguito CTS (in alnico o ceramici) o Oxford 10L6 - ciascuno da 8Ω (quindi 2Ω totali) che rendevano il Fender Super Reverb un amplificatore in grado di gestire i grandi spazi senza essere microfonato.
Nel 2001 la Fender lo ha riproposto come Super Reverb '65, riedizione "all tube" del celebre combo Fender Blackface degli anni '60 - il circuito è il celebre AB763, anche se stampato su PCB - e munito di quattro Jensen P10R made in Italy per una potenza di 45 watt. Il cabinet è in multistrato di betulla del Baltico avvolto in un rivestimento vinilico nero ed è munito di grill argentato su cui spicca il logo Fender.
Il pannello di controllo, riconoscibilissimo come quello di tutti i Blackface, mostra due canali, uno dry ed uno dotato degli effetti: il tremolo (detto "vibrato" dalla Fender), di cui è possibile modificare la velocità e l'intensità, e il riverbero, caratterizzato da un'enorme spazialità. Entrambi questi effetti, controllabili con un foot-switch, sono così esaltanti da rendere superfluo ogni confronto con i vari stomp-boxes disponibili in commercio. Entrambi i canali del Super Reverb hanno a disposizione il bright switch e, nel canale vibrato, è disponibile il pomello dei medi.
Come Suona
Caratterizzato da un'ottima riserva di pulito, il Super Reverb risponde in modo estremamente dinamico al tocco, tuttavia non è molto versatile: se si cerca un amplificatore hard rock o heavy metal si è sulla strada sbagliata.
Tuttavia, diversamente dal luogo comune secondo cui gli amplificatori Fender sono indicati solo nei suoni clean, quest'amplificatore per me dà il meglio se associato ad un overdrive, risultando estremamente adatto al rock.
Questo è l'amplificatore ideale per tutti gli appassionati di Stevie Ray Vaughan. Basta associare il Super Reverb ad una stratocaster e ad un tubescreamer e si ha a disposizione una macchina perfetta per il texas blues.
Nonostante quanto spesso dichiarato sui forum online, quest'amplificatore non è adatto ad un uso domestico, anche perché a bassi volumi si perdono gli "sweet-spots" che lo caratterizzano. La configurazione 4 × 10" degli altoparlanti porta naturalmente alla propagazione unidirezionale e frontale del suono, con alti pronunciati e bassi decisi e profondi.
Trovare un luogo dove scatenare il Super Reverb ad un volume sufficiente per tirarne fuori la vera anima senza stordire nessuno nel raggio di tre metri non è semplice, ma, se si alza il volume almeno fino a circa 4, l'amplificatore colora davvero il suono della chitarra.
Il suo notevole peso non rende quest'amplificatore comodo nei trasporti se si suona spesso dal vivo, ma la fatica spesa è ripagata dalla sua qualità.
Tuttavia, diversamente dal luogo comune secondo cui gli amplificatori Fender sono indicati solo nei suoni clean, quest'amplificatore per me dà il meglio se associato ad un overdrive, risultando estremamente adatto al rock.
Questo è l'amplificatore ideale per tutti gli appassionati di Stevie Ray Vaughan. Basta associare il Super Reverb ad una stratocaster e ad un tubescreamer e si ha a disposizione una macchina perfetta per il texas blues.
Nonostante quanto spesso dichiarato sui forum online, quest'amplificatore non è adatto ad un uso domestico, anche perché a bassi volumi si perdono gli "sweet-spots" che lo caratterizzano. La configurazione 4 × 10" degli altoparlanti porta naturalmente alla propagazione unidirezionale e frontale del suono, con alti pronunciati e bassi decisi e profondi.
Trovare un luogo dove scatenare il Super Reverb ad un volume sufficiente per tirarne fuori la vera anima senza stordire nessuno nel raggio di tre metri non è semplice, ma, se si alza il volume almeno fino a circa 4, l'amplificatore colora davvero il suono della chitarra.
Il suo notevole peso non rende quest'amplificatore comodo nei trasporti se si suona spesso dal vivo, ma la fatica spesa è ripagata dalla sua qualità.
Differenze tra originale e riedizione
La reissue rispetto al mio Super Reverb del 1967 - con circuito AB763 e altoparlanti CTS in alnico - sembra essere ancora più potente, probabilmente per la maggiore efficienza dei Jensen, ed avere una riserva maggiore di pulito, ma soprattutto è più brillante. Non è migliore o peggiore, solo diverso. Tuttavia, associandolo ad un booster o ad un overdrive, l'originale sembra avere una marcia in più.