Il SolidGoldFX If 6 Was 9 - BC183CC, prodotto a tiratura limitata, è un fuzz in grado di offrire un’ampia varietà di suoni e di soddisfare le esigenze di molti chitarristi, da quelli che amano le sonorità tipiche della fine degli anni ’60 o dei primi anni ’70, a quelli più vicini ad un più attuale noise-rock. Però se è vero il detto “nomen omen”, è evidente che l’obiettivo principale del If 6 Was 9 è quello di andare ad immergere il chitarrista nelle indimenticabili atmosfere hendrixiane di Axis: Bold As Love, album a partire dal quale Jimi, dopo un inizio di carriera caratterizzato dall’utilizzo di transistor al germanio, iniziò probabilmente a preferire i più stabili fuzz al silicio.
If 6 Was 9 è quindi una moderna reinterpretazione del classico fuzz face, nel cui cuore pulsa una coppia, selezionata a mano, di transistor al silicio BC183CC “new old stock”, che, insieme all’utilizzo di resistori “vintage” ad impasto di carbone, danno a questo pedale un carattere unico, ricco, caldo e dall’eccellente sustain e che, per essere un fuzz, si contraddistingue per l’incredibile assenza di rumori di fondo.
Inoltre, mentre i fuzz al silicio sono generalmente noti per avere un suono più duro ed “abrasivo” rispetto a quelli al germanio, il If 6 Was 9 non è mai troppo tagliente o esagerato e sembra esaltare le migliori sfumature di questi transistor. Può essere pieno e grintoso, ma è anche in grado di mantenersi ben equilibrato e la definito in tutta la sua gamma tonale.
Ha anche una bellissima capacità di pulirsi meravigliosamente girando la manopola del volume della chitarra dando quel caratteristico suono cremoso dei migliori fuzz.
If 6 Was 9 è quindi una moderna reinterpretazione del classico fuzz face, nel cui cuore pulsa una coppia, selezionata a mano, di transistor al silicio BC183CC “new old stock”, che, insieme all’utilizzo di resistori “vintage” ad impasto di carbone, danno a questo pedale un carattere unico, ricco, caldo e dall’eccellente sustain e che, per essere un fuzz, si contraddistingue per l’incredibile assenza di rumori di fondo.
Inoltre, mentre i fuzz al silicio sono generalmente noti per avere un suono più duro ed “abrasivo” rispetto a quelli al germanio, il If 6 Was 9 non è mai troppo tagliente o esagerato e sembra esaltare le migliori sfumature di questi transistor. Può essere pieno e grintoso, ma è anche in grado di mantenersi ben equilibrato e la definito in tutta la sua gamma tonale.
Ha anche una bellissima capacità di pulirsi meravigliosamente girando la manopola del volume della chitarra dando quel caratteristico suono cremoso dei migliori fuzz.
Il pedale, che si può presentare in tre diverse tonalità di colore (panna, nero, blu), è molto curato esteticamente. A parte lo switch on/off (true bypass), sono presenti un selettore di tono (normal/bass reduction) e tre manopole: fuzz, che incrementa la quantità di gain, level, per impostare il volume di uscita, e bias.
Per comprendere bene il funzionamento della manopola bias bisognerebbe provarla. A primo impatto si potrebbe dire che serve a modificare l’equalizzazione del suono, aumentando i medi e i bassi quando viene ruotato in senso orario, ma in realtà consente di passare da un suono più bright, aperto e tagliente, molto musicale e che scorre via facilmente dopo l’attacco iniziale, ad un suono più grosso e sgranato nelle frequenze basse, e al quale sembra aggiungersi anche un ronzio ed un vago effetto trombetta.
Il tone switch è posto in una posizione un po’ scomoda: infatti non è difficile andare a ruotare accidentalmente le altre manopole nel tentativo di accedervi. Utile per enfatizzare o tagliare le frequenze più basse, cambia in modo radicale l’anima del fuzz e si fa sentire in maniera più decisa con l’amplificatore ad alti volumi.
Enfatizzando i bassi con il tone switch e mantenendo il bias e il fuzz intorno a 3.00, si riescono ad ottenere sonorità molto simili a quelle di un fuzz al germanio. In modalità “normal” e con il bias impostato a mezzogiorno o un po’ meno e il fuzz poco oltre le 9.00, si ottiene una distorsione ben distinta e tagliente, dal sapore molto vintage. Abbassando il volume della chitarra si riesce ad ottenere quel suono leggermente sporco e colorato da un leggero crepitio adatto alla parte ritmica di Bold As Love o di Hear my train A coming (nella versione di People, Hells & Angels). Per chi ama sonorità più vicine al metal o al noise rock, consiglio di provare tutte le manopole girate in senso orario e il tone switch in modalità normal: si verrà avvolti da un ruggito di pura energia, un suono compresso al punto giusto e che non dà mai però la sensazione di tagliare il segnale della chitarra.
Per comprendere bene il funzionamento della manopola bias bisognerebbe provarla. A primo impatto si potrebbe dire che serve a modificare l’equalizzazione del suono, aumentando i medi e i bassi quando viene ruotato in senso orario, ma in realtà consente di passare da un suono più bright, aperto e tagliente, molto musicale e che scorre via facilmente dopo l’attacco iniziale, ad un suono più grosso e sgranato nelle frequenze basse, e al quale sembra aggiungersi anche un ronzio ed un vago effetto trombetta.
Il tone switch è posto in una posizione un po’ scomoda: infatti non è difficile andare a ruotare accidentalmente le altre manopole nel tentativo di accedervi. Utile per enfatizzare o tagliare le frequenze più basse, cambia in modo radicale l’anima del fuzz e si fa sentire in maniera più decisa con l’amplificatore ad alti volumi.
Enfatizzando i bassi con il tone switch e mantenendo il bias e il fuzz intorno a 3.00, si riescono ad ottenere sonorità molto simili a quelle di un fuzz al germanio. In modalità “normal” e con il bias impostato a mezzogiorno o un po’ meno e il fuzz poco oltre le 9.00, si ottiene una distorsione ben distinta e tagliente, dal sapore molto vintage. Abbassando il volume della chitarra si riesce ad ottenere quel suono leggermente sporco e colorato da un leggero crepitio adatto alla parte ritmica di Bold As Love o di Hear my train A coming (nella versione di People, Hells & Angels). Per chi ama sonorità più vicine al metal o al noise rock, consiglio di provare tutte le manopole girate in senso orario e il tone switch in modalità normal: si verrà avvolti da un ruggito di pura energia, un suono compresso al punto giusto e che non dà mai però la sensazione di tagliare il segnale della chitarra.
L’ho testato con quattro amplificatori: il Marshall JTM45 reissue, il Rivera Knucklehead ’55 prima serie, il Fender Deluxe Reverb e il Fender Super Reverb. In chiave vintage i risultati ottenuti con il JTM45 sono stati sorprendenti, anche se, per mio gusto, i suoni migliori vengono fuori connettendo la chitarra esclusivamente al secondo canale. Purtroppo non si raggiungono gli stessi livelli se si utilizza la combinazione linked dei due canali dell’amplificatore o con il primo canale, dal quale esce un suono decisamente troppo aspro. Con il Rivera si accentua la natura più moderna del If 6 Was 9. Con i Fender in generale non mi piacciono i fuzz e anche in questo caso con il Deluxe Reverb il pedale assume delle sfaccettature troppo acidule per i miei gusti. Va meglio con Super Reverb, in particolare se ne disattiviamo la funzione bright e ne aumentiamo i medi ottenendo un suono pernacchioso che non amo ma che può non dispiacere.
In sintesi, il If 6 Was 9 è un ottimo fuzz, ma non è un pedale plug n’ play: bisogna perderci un po’ di tempo per trovare le proprie impostazioni preferite, ma poi suona che è una bellezza. E’ il prototipo ideale di un vintage fuzz che strizza l’occhio al moderno.
In sintesi, il If 6 Was 9 è un ottimo fuzz, ma non è un pedale plug n’ play: bisogna perderci un po’ di tempo per trovare le proprie impostazioni preferite, ma poi suona che è una bellezza. E’ il prototipo ideale di un vintage fuzz che strizza l’occhio al moderno.
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