Primo raduno italiano delle Stratocaster3>
Forse aveva ragione Diego Geraci quando, parlando allo "Stratocaster, a vintage story", ha detto: «Quest'evento è nato quasi per scherzo da una pagina di Facebook»... Ed è proprio così: tutto ebbe origine il 22 gennaio del 2016, quando, data la mia enorme passione verso la storica chitarra Fender, fondai, sul famoso social network, lo "Stratocaster Club Italia". In poco tempo il gruppo si riempì di chitarristi e Andrea Bartolotta e Francesco Balossino iniziarono ad aiutarmi nella sua gestione.
In breve musicisti ed appassionati di Fender riempirono le pagine del club con domande, informazioni e migliaia di immagini e video delle loro amate Stratocaster. Ce n'erano di tutti i tipi: americane, messicane, giapponesi, signature, edizioni limitate, deluxe, custom shop, vintage e persino i tanto desiderati strumenti anni '50 e '60. Fu proprio osservando tutte le chitarre che venivano esibite sul gruppo che iniziai a domandarmi se non sarebbe stato possibile creare un raduno tipo quelli che fanno gli automobilisti o i motociclisti, ma dedicato alla Fender Stratocaster.
Quasi per gioco, per vedere fino a che punto si poteva arrivare, iniziai a cercare un luogo dove tenere l'evento e ad assillare musicisti e collezionisti chiedendo conferme per un'eventuale partecipazione.
Ma di sicuro non sarei arrivato molto lontano senza l'aiuto di Francesco Balossino e di Diego Geraci.
Diego, seppur telecasterista, fu subito entusiasta dell'idea proponendosi per suonare e per fare una mini clinic sulla Stratocaster nel western swing, nel country, nel jazz e nel rockabilly, affrontando il tema della Stratocaster nella musica degli anni '50, «perché troppo spesso la strato è blues, blues, blues, ma tutti scordano che Leo la ideò per altre cose»; Francesco iniziò a contattare tutti i collezionisti e i musicisti e a buttare giù una bozza di programma, proponendomi come location per ospitare il "raduno" il Music Island e il Guitar di Tortona, dove lavorava il suo amico Roberto Zitarosa.
Nel giro di due o tre mesi era tutto organizzato.
Il 25 settembre 2016 ha avuto così luogo la prima edizione dello "Stratocaster, a vintage story".
E' stata un'esperienza unica vedere tutte quelle Stratocaster insieme, una dopo l'altra, partendo dal 1954 fino al 1966, osservando tutte le piccole variazioni del sunburst, del battipenna, del logo e della paletta. Ma poco più in là c'erano gli storici custom color o gli amplificatori usati negli '50 e '60. Avevo la sensazione di respirare la stessa aria che respiravano gi operai di Leo, quasi come se stessi facendo un tuffo nel passato ad occhi aperti.
All'esterno della struttura è stata anche allestita un'area mercatino dove vendere i propri strumenti.
In breve musicisti ed appassionati di Fender riempirono le pagine del club con domande, informazioni e migliaia di immagini e video delle loro amate Stratocaster. Ce n'erano di tutti i tipi: americane, messicane, giapponesi, signature, edizioni limitate, deluxe, custom shop, vintage e persino i tanto desiderati strumenti anni '50 e '60. Fu proprio osservando tutte le chitarre che venivano esibite sul gruppo che iniziai a domandarmi se non sarebbe stato possibile creare un raduno tipo quelli che fanno gli automobilisti o i motociclisti, ma dedicato alla Fender Stratocaster.
Quasi per gioco, per vedere fino a che punto si poteva arrivare, iniziai a cercare un luogo dove tenere l'evento e ad assillare musicisti e collezionisti chiedendo conferme per un'eventuale partecipazione.
Ma di sicuro non sarei arrivato molto lontano senza l'aiuto di Francesco Balossino e di Diego Geraci.
Diego, seppur telecasterista, fu subito entusiasta dell'idea proponendosi per suonare e per fare una mini clinic sulla Stratocaster nel western swing, nel country, nel jazz e nel rockabilly, affrontando il tema della Stratocaster nella musica degli anni '50, «perché troppo spesso la strato è blues, blues, blues, ma tutti scordano che Leo la ideò per altre cose»; Francesco iniziò a contattare tutti i collezionisti e i musicisti e a buttare giù una bozza di programma, proponendomi come location per ospitare il "raduno" il Music Island e il Guitar di Tortona, dove lavorava il suo amico Roberto Zitarosa.
Nel giro di due o tre mesi era tutto organizzato.
Il 25 settembre 2016 ha avuto così luogo la prima edizione dello "Stratocaster, a vintage story".
E' stata un'esperienza unica vedere tutte quelle Stratocaster insieme, una dopo l'altra, partendo dal 1954 fino al 1966, osservando tutte le piccole variazioni del sunburst, del battipenna, del logo e della paletta. Ma poco più in là c'erano gli storici custom color o gli amplificatori usati negli '50 e '60. Avevo la sensazione di respirare la stessa aria che respiravano gi operai di Leo, quasi come se stessi facendo un tuffo nel passato ad occhi aperti.
All'esterno della struttura è stata anche allestita un'area mercatino dove vendere i propri strumenti.
Sequenza fotografica delle chitarre esposte allo "Stratcaster, a vintage story", realizzate dalla Fender tra il 1954 e il 1965; sottofondo musicale brani suonati nel corso dell'evento da:
Gege Picollo (1963 tortoise Stratocaster) & Umberto Ferrarazzo (1959 slab board Stratocaster): brano originale;
Diego Geraci (1954 Stratocaster) & Marco Gioè (1959 Mary Kaye): Rock around with Ollie Vee (Buddy Holly)
Gege Picollo (1963 tortoise Stratocaster) & Umberto Ferrarazzo (1959 slab board Stratocaster): brano originale;
Diego Geraci (1954 Stratocaster) & Marco Gioè (1959 Mary Kaye): Rock around with Ollie Vee (Buddy Holly)
Nel corso della mattinata Gege Picollo e Umberto Ferrarazzo, al quale si è aggiunto anche Francesco, hanno presentato l’evoluzione del sound della Stratocaster attraverso una scelta di assoli e di riff nati con una Stratocaster e diventati icone del "Fender sound", utilizzando una '54, una '59 slab board e una '63: “Hey Joe”, “The wind cries Mary”, "Sultans of swing", "Burn" e "Hotel California". Alla fine i due hanno suonato la propria versione dell'"Inspecor Gadget" e hanno presentato il loro disco.
Francesco Balossino, grazie alla propria esperienza nel campo delle chitarre vintage e delle Fender in particolare, ha analizzato l'evoluzione del battipenna della Stratocaster e il modo in cui l'azienda di Fullerton rifiniva le chitarre. Ha terminato il tutto con un breve confronto tra la normale usura degli strumenti vintage e il fenomeno relic.
Nel primo pomeriggio Marco "Mark Dale" Mazzantini ha discusso a proposito delle collaborazione di Leo Fender con i suoi “endorsers”, con particolare riferimento a Dick Dale (che egli stesso ha avuto l'onore di conoscere ed incontrare più volte) e a come Leo ha curato per lui lo sviluppo del Showman Amp e della famosa Stratocaster mancina del re del surf rock.
Alessandro Balladore e Marco Soria ci hanno allietati con brani blues/rock suonati con una Stratocaster del 1964 ed una slab del 1961 e due Bandmaster (1960 e 1958).
Diego Geraci e Marco Gioè hanno presentato la chitarra sotto un'altra veste, quella degli anni '50, quando i suoni erano molto più soft, suonando brani resi famosi da Eldon Shamblin (Right or wrong), Buddy Merril (Buddy’s boogie), Buddy Holly (Rock around with Ollie Vee), Johnny Meeks (Lotta lovin') e Gene Moles (Highway patrol), trasmettendo al pubblico lo stesso entusiasmo che hanno quando suonano la chitarra.
Verso la fine della serata Francesco Balossino è salito sul palco insieme ad Alessandro Silvagni e a Vincenzo Atzori per mostrare le potenzialità di una Stratocaster degli anni '60 accoppiata ad un Bandmaster Brown era del 1960.
Francesco Balossino, grazie alla propria esperienza nel campo delle chitarre vintage e delle Fender in particolare, ha analizzato l'evoluzione del battipenna della Stratocaster e il modo in cui l'azienda di Fullerton rifiniva le chitarre. Ha terminato il tutto con un breve confronto tra la normale usura degli strumenti vintage e il fenomeno relic.
Nel primo pomeriggio Marco "Mark Dale" Mazzantini ha discusso a proposito delle collaborazione di Leo Fender con i suoi “endorsers”, con particolare riferimento a Dick Dale (che egli stesso ha avuto l'onore di conoscere ed incontrare più volte) e a come Leo ha curato per lui lo sviluppo del Showman Amp e della famosa Stratocaster mancina del re del surf rock.
Alessandro Balladore e Marco Soria ci hanno allietati con brani blues/rock suonati con una Stratocaster del 1964 ed una slab del 1961 e due Bandmaster (1960 e 1958).
Diego Geraci e Marco Gioè hanno presentato la chitarra sotto un'altra veste, quella degli anni '50, quando i suoni erano molto più soft, suonando brani resi famosi da Eldon Shamblin (Right or wrong), Buddy Merril (Buddy’s boogie), Buddy Holly (Rock around with Ollie Vee), Johnny Meeks (Lotta lovin') e Gene Moles (Highway patrol), trasmettendo al pubblico lo stesso entusiasmo che hanno quando suonano la chitarra.
Verso la fine della serata Francesco Balossino è salito sul palco insieme ad Alessandro Silvagni e a Vincenzo Atzori per mostrare le potenzialità di una Stratocaster degli anni '60 accoppiata ad un Bandmaster Brown era del 1960.
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Alla fine mi sembrava di salutare persone che conoscevo già da tempo, anche se solo "virtualmente", e con le quali avevo condiviso qualcosa di bello e che ho già voglia di ripetere il prossimo anno.
PS: Oltre alle persone già menzionate vorrei ringraziare per essere intervenuti, con tutte le loro chitarre o amplificatori, anche Flavio Camorani, Simone Falavigna, Roberto Gandolfi, Furio Pozzi, Alberto Venturini e ovviamente anche Roberto Zitarosa per averci ospitato.
PS: Oltre alle persone già menzionate vorrei ringraziare per essere intervenuti, con tutte le loro chitarre o amplificatori, anche Flavio Camorani, Simone Falavigna, Roberto Gandolfi, Furio Pozzi, Alberto Venturini e ovviamente anche Roberto Zitarosa per averci ospitato.