Secondo raduno italiano delle Stratocaster3>
Roma chiama e gli amanti della Stratocaster, o della musica più in generale, rispondono. «I romani sono pigri, non partecipano a queste manifestazioni», si è spesso detto. Invece la risposta è stata più importante delle più rosee previsioni.
Sabato 14 aprile a Morlupo, appena fuori Roma, nel Convento di S.M. Seconda, si è tenuta la seconda edizione dello Stratocaster Day, dopo il debutto del 2016 di Tortona, come "Stratocaster, a vintage story".
L'evento è nato dalla collaborazione dello Stratocaster Club Italia, di Francesco Balossino (C'èsco's Corner) e Antonio Calvosa (Fuzzfaced), con Amedeo Riccioni, alias Handyman, e con il contributo di Your Music, Centro Chitarre e Bandiera Strumenti Musicali.
Un'intera giornata dedicata alla Stratocaster, in cui sono state esposte le Stratocaster originali degli anni d'oro della Fender, le creazioni di Amedeo Riccioni e le Custom Shop di Your Music, portate da Danilo Aiello e Massimo Lustrissimi.
L'evento è riuscito soprattutto grazie all'alta adesione degli espositori, molti dei quali sono venuti da lontano: oltre a Francesco ed Amedeo, erano presenti Roberto Gandolfi, Simone Falavigna, Tony Imperato, Vincenzo Atzori, Flavio Camorani, Vincenzo Tabacco, Alessandro Angelucci, Claudio Caldana, Massimo Botarelli, Alberto Arcangeli, Fernanda Altavilla, Willy Davoli, Stefano Rosa, Piergiorgio Manni e Agostino SIlvestri, tutti nomi molti importanti nel campo del vintage (e non) italiano; purtroppo, per motivi personali, non è potuto intervenire Furio Pozzi.
Sabato 14 aprile a Morlupo, appena fuori Roma, nel Convento di S.M. Seconda, si è tenuta la seconda edizione dello Stratocaster Day, dopo il debutto del 2016 di Tortona, come "Stratocaster, a vintage story".
L'evento è nato dalla collaborazione dello Stratocaster Club Italia, di Francesco Balossino (C'èsco's Corner) e Antonio Calvosa (Fuzzfaced), con Amedeo Riccioni, alias Handyman, e con il contributo di Your Music, Centro Chitarre e Bandiera Strumenti Musicali.
Un'intera giornata dedicata alla Stratocaster, in cui sono state esposte le Stratocaster originali degli anni d'oro della Fender, le creazioni di Amedeo Riccioni e le Custom Shop di Your Music, portate da Danilo Aiello e Massimo Lustrissimi.
L'evento è riuscito soprattutto grazie all'alta adesione degli espositori, molti dei quali sono venuti da lontano: oltre a Francesco ed Amedeo, erano presenti Roberto Gandolfi, Simone Falavigna, Tony Imperato, Vincenzo Atzori, Flavio Camorani, Vincenzo Tabacco, Alessandro Angelucci, Claudio Caldana, Massimo Botarelli, Alberto Arcangeli, Fernanda Altavilla, Willy Davoli, Stefano Rosa, Piergiorgio Manni e Agostino SIlvestri, tutti nomi molti importanti nel campo del vintage (e non) italiano; purtroppo, per motivi personali, non è potuto intervenire Furio Pozzi.
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La giornata si è aperta con un'esibizione di Gianluca e Valerio Caddeo, padre e figlio di 11 anni, entrambi con la passione della Stratocaster, al quale si è aggiunto Karlo Do (13 anni). Nonostante i due giovani chitarristi si fossero appena conosciuti, hanno dimostrato una sorprendente affinità: due grandi promesse per la sei corde.
Ma non c'era solo il vintage alla manifestazione: dopo una breve introduzione al Custom Shop, Michelangelo Di Bono si è esibito con la sua Stratocaster Pro, una delle serie più interessanti delle recenti produzioni della "fabbrica dei sogni" della Fender.
Verso metà giornata Francesco Balossino ha raccontato l'evoluzione della Stratocaster, accompagnato dalle note blues di Fabio Gagliardo e Cristian Ricci (chitarre) e Luca di Caprio (basso).
Subito dopo Francesco Saverio Serretti, il piccolo Doyle Bramhall italiano, ha sorpreso tutti perché in grado di suonare sia con chitarre mancine, sia con chitarre destre capovolte, quindi sia con il mi cantino in basso, nella posizione standard, sia in alto. «La vita per i mancini è dura», ha spiegato il giovane chitarrista romano «per cui se volevo provare gli strumenti in negozio, come tutti, dovevo per forza imparare a suonare le chitarre alla rovescia... con le corde al contrario»!
Sono seguite le esibizioni di Giovanni Gelli e Giacomo Ballerini: riff e frasi dal sapore claptoniano suonati con una master built Todd Krause, con una delle prime Clapton e con una Gold Leaf. Giovanni Gelli e Antonio Calvosa hanno discusso sul rapporto tra Clapton e la Fender e sulle principali chitarre che l'azienda di Corona gli ha dedicato.
Il finale è di quelli che non si dimenticano facilmente: prima Vincenzo Grieco, splendida realtà del rock romano, accompagnato al basso da Marco Polizzi, ha deliziato il pubblico con brani texas blues e funky; subito dopo Simone Falavigna ci ha spiegato come si è trasformata la Stratocaster negli anni '50 e '60, accompagnato dal live test dell'immenso Fulvio Feliçiano, che subito dopo ha avvolto la platea con atmosfere fortemente hendrixiane, accompagnato da Marco D'angelo al basso.
Non va dimenticata anche la presenza dell'Amp Room, una sala dove tutti, con il permesso degli espositori, hanno potuto toccare con mano e provare le chitarre degli anni d'oro della Fender. Un'occasione davvero imperdibile per tutti gli amanti della Stratocaster.
Ma non c'era solo il vintage alla manifestazione: dopo una breve introduzione al Custom Shop, Michelangelo Di Bono si è esibito con la sua Stratocaster Pro, una delle serie più interessanti delle recenti produzioni della "fabbrica dei sogni" della Fender.
Verso metà giornata Francesco Balossino ha raccontato l'evoluzione della Stratocaster, accompagnato dalle note blues di Fabio Gagliardo e Cristian Ricci (chitarre) e Luca di Caprio (basso).
Subito dopo Francesco Saverio Serretti, il piccolo Doyle Bramhall italiano, ha sorpreso tutti perché in grado di suonare sia con chitarre mancine, sia con chitarre destre capovolte, quindi sia con il mi cantino in basso, nella posizione standard, sia in alto. «La vita per i mancini è dura», ha spiegato il giovane chitarrista romano «per cui se volevo provare gli strumenti in negozio, come tutti, dovevo per forza imparare a suonare le chitarre alla rovescia... con le corde al contrario»!
Sono seguite le esibizioni di Giovanni Gelli e Giacomo Ballerini: riff e frasi dal sapore claptoniano suonati con una master built Todd Krause, con una delle prime Clapton e con una Gold Leaf. Giovanni Gelli e Antonio Calvosa hanno discusso sul rapporto tra Clapton e la Fender e sulle principali chitarre che l'azienda di Corona gli ha dedicato.
Il finale è di quelli che non si dimenticano facilmente: prima Vincenzo Grieco, splendida realtà del rock romano, accompagnato al basso da Marco Polizzi, ha deliziato il pubblico con brani texas blues e funky; subito dopo Simone Falavigna ci ha spiegato come si è trasformata la Stratocaster negli anni '50 e '60, accompagnato dal live test dell'immenso Fulvio Feliçiano, che subito dopo ha avvolto la platea con atmosfere fortemente hendrixiane, accompagnato da Marco D'angelo al basso.
Non va dimenticata anche la presenza dell'Amp Room, una sala dove tutti, con il permesso degli espositori, hanno potuto toccare con mano e provare le chitarre degli anni d'oro della Fender. Un'occasione davvero imperdibile per tutti gli amanti della Stratocaster.