Una volta ho sentito dire che la ricerca del fuzz perfetto non ha mai fine. Inizia quando meno te lo aspetti, nel momento in cui senti una vecchia registrazione nella quale la chitarra ha proprio quel timbro che ti è sempre piaciuto, e allora vai alla ricerca del pedale che, associato al giusto amplificatore, è responsabile di quel suono. Senti qualche demo su youtube, provi qualche fuzz e alla fine decidi di comprare quello che più si avvicina a ciò che stai cercando.
E ti senti completo e soddisfatto. Almeno per un po’. |
Dopo, infatti, inizi a suonare a tempo pieno col nuovo pedale e lo fai tuo, lo capisci, ne provi le differenti combinazioni sonore, ne apprezzi le sfumature o ne odi quei piccoli difetti che fino ad ora non avevi mai sentito o quelle frequenze “nascoste” che in fondo ti hanno dato sempre po’ fastidio.
E inizi a desiderare un pedale che abbia un suono meno compresso, più grintoso, più sgranato, più grosso, più definito, più graffiante, più vintage, più moderno…
Con l'Analogman Sunface però la ricerca può finalmente giungere al termine. È vero, è costoso, ma il risultato, per chi come me è alla ricerca del carattere dei vecchi Fuzz Face, è davvero notevole.
"We do pedal right", dice il motto di Mike Piera, l'uomo "analogico" che si cela dietro l'azienda statunitense. Infatti i suoi pedali sono stati scelti da artisti come Kenny Wayne Shepherd, Doyle Bramhall II, Carl Verheyen, Scott Henderson, and Gary Clark Jr..
Il Sunface è diventato famoso in passato per i suoi transistor al germanio NKT75 (che Mike differenziava in white dot e red dot). Esauriti questi transistor, l'uomo analogico ha iniziato ad offrire il Sunface con altri transistor, sia al germanio, sia al silicio. La mia scelta è caduta sul transistor al germanio Mullard CV7005 del 1973, medium/low gain, su cui spicca il codice "KBDA 7301", in cui "B" vuol dire che è stato approvato dalle autorità militari britanniche, "D" è il codice riferito alla Mullard Ltd., "A" è riferito alla fabbrica Mullard Blackburn, "73" sta per 1973 e "01" indica la prima settimana.
Il CV7005 suona come gli NKT275 perché, molto probabilmente, secondo Mike, sono lo stesso transistor: è per questo che anni prima ne aveva selezionati ed acquistati una discreta quantità. Il CV7005 è molto più simili ai white dot, che ai red dot, infatti è chiaro e risponde meglio alle variazioni di volume rispetto ai red dot, soprattutto quando, abbassandolo tramite la manopola della chitarra, si ottengono dei puliti brillanti di hendrixiana memoria. In più il Sunface CV7005 stupisce per la sua risposta dinamica e per la sua capacità di adattarsi agli amplificatori.
E inizi a desiderare un pedale che abbia un suono meno compresso, più grintoso, più sgranato, più grosso, più definito, più graffiante, più vintage, più moderno…
Con l'Analogman Sunface però la ricerca può finalmente giungere al termine. È vero, è costoso, ma il risultato, per chi come me è alla ricerca del carattere dei vecchi Fuzz Face, è davvero notevole.
"We do pedal right", dice il motto di Mike Piera, l'uomo "analogico" che si cela dietro l'azienda statunitense. Infatti i suoi pedali sono stati scelti da artisti come Kenny Wayne Shepherd, Doyle Bramhall II, Carl Verheyen, Scott Henderson, and Gary Clark Jr..
Il Sunface è diventato famoso in passato per i suoi transistor al germanio NKT75 (che Mike differenziava in white dot e red dot). Esauriti questi transistor, l'uomo analogico ha iniziato ad offrire il Sunface con altri transistor, sia al germanio, sia al silicio. La mia scelta è caduta sul transistor al germanio Mullard CV7005 del 1973, medium/low gain, su cui spicca il codice "KBDA 7301", in cui "B" vuol dire che è stato approvato dalle autorità militari britanniche, "D" è il codice riferito alla Mullard Ltd., "A" è riferito alla fabbrica Mullard Blackburn, "73" sta per 1973 e "01" indica la prima settimana.
Il CV7005 suona come gli NKT275 perché, molto probabilmente, secondo Mike, sono lo stesso transistor: è per questo che anni prima ne aveva selezionati ed acquistati una discreta quantità. Il CV7005 è molto più simili ai white dot, che ai red dot, infatti è chiaro e risponde meglio alle variazioni di volume rispetto ai red dot, soprattutto quando, abbassandolo tramite la manopola della chitarra, si ottengono dei puliti brillanti di hendrixiana memoria. In più il Sunface CV7005 stupisce per la sua risposta dinamica e per la sua capacità di adattarsi agli amplificatori.
Questo stompbox, piccolo e dalla costruzione molto robusta, può essere customizzato in base alle proprie esigenze da Analog Mike. La versione base, munita solo di una manopola per il volume, un'altra per regolare la quantità di fuzz e di uno switch true bypass, non poteva essere più immediato. Ho scelto di aggiungere la manopola Sundial, che permette di regolare la quantità di bias per ottenere un suono più o meno graffiante o sgranato e per adattare il pedale a qualsiasi temperatura. Aprendo lo stompbox è possibile anche andare a ruotare il trimmer knob, utile per regolare la quantità massima di fuzz del pedale. Su consiglio di Mike ho evitato l'ingresso jack e mi sono orientato verso l'utilizzo di una batteria non alcalina che ne influenza positivamente il suono. Invece, qualora avessi voluto l'ingresso jack, avrei dovuto far attenzione a non condividere la sua alimentazione con quella degli altri pedali, poiché la sua massa è positiva. Ho anche evitato il led perché aumenterebbe molto la velocità di consumo della batteria. Per poter inserire quest'effetto nella mia pedaliera senza preoccuparmi di staccare i cavi uno volta finito di suonare, ho fatto istallare da Mike l'on/off fuzz pot, un meccanismo che consente di staccare la batteria ogni volta che la manopola fuzz viene ruotata completamente in senso antiorario.
Di sicuro non è adatto a chi cerca un fuzz moderno, ma chi apprezza le sonorità vintage dei vecchi dischi avrà da divertirsi con il Sunface.
Di sicuro non è adatto a chi cerca un fuzz moderno, ma chi apprezza le sonorità vintage dei vecchi dischi avrà da divertirsi con il Sunface.