While My Guitar Gently Weeps è il primo dei quattro brani presenti sul White Album dei Beatles scritti da George Harrison. È una delle canzoni del quartetto inglese di maggior successo e apprezzata da moltissimi musicisti, viste le numerose cover che ne furono realizzate.
Harrison decise di scrivere il brano ispirandosi alle prime parole che avrebbe letto sfogliando un libro qualsiasi: «Presi in mano un libro a caso, lo aprii, lessi "gently weeps", chiusi il libro, lo rimisi a posto e cominciai a scrivere la canzone», ricorda il chitarrista in un'intervista del 1979.
Una primissima versione della canzone, che vedeva solo Harrison alla chitarra acustica e Paul McCartney (la si può ascoltare sul terzo volume dell'Anthology del 1996), prevedeva una strofa aggiuntiva che venne eliminata nella versione definitiva.
Harrison decise di scrivere il brano ispirandosi alle prime parole che avrebbe letto sfogliando un libro qualsiasi: «Presi in mano un libro a caso, lo aprii, lessi "gently weeps", chiusi il libro, lo rimisi a posto e cominciai a scrivere la canzone», ricorda il chitarrista in un'intervista del 1979.
Una primissima versione della canzone, che vedeva solo Harrison alla chitarra acustica e Paul McCartney (la si può ascoltare sul terzo volume dell'Anthology del 1996), prevedeva una strofa aggiuntiva che venne eliminata nella versione definitiva.
Il brano venne infatti completamente stravolto in fase di registrazione agli Abbey Road Studios: grazie al nuovo registratore ad otto piste, i Beatles rividero While my guitar gently weeps affidando l'assolo alla chitarra del giovane Eric Clapton.
George desiderava che la parte solista della chitarra assomigliasse davvero ad un pianto, ma non voleva usare il wah-wah. Fece molti tentativi, ma non era mai soddisfatto, ed iniziò a maturare l'idea di invitare Clapton, suo amico dal 1964, quando era ancora il chitarrista degli Yardbirds. Slow Hand rimase molto stupito dalla proposta, poiché mai nessun altro musicista, fino a quel momento, aveva partecipato ad un brano dei Beatles.
Brian Gibson, tecnico del suono, ricorda come «Eric mostrò un perfetto comportamento da musicista di mestiere, molto tranquillo, arrivò e suonò. Tutto lì, non c’era teatralità o voglia di far scena. Ricordo che Eric spiegò a George che il metodo dei Cream era provare, provare, provare, passando in studio pochissimo tempo, mentre gli pareva che il metodo dei Beatles fosse registrare, registrare, registrare, fino a trovare la versione giusta. Le sedute erano le loro prove».
George desiderava che la parte solista della chitarra assomigliasse davvero ad un pianto, ma non voleva usare il wah-wah. Fece molti tentativi, ma non era mai soddisfatto, ed iniziò a maturare l'idea di invitare Clapton, suo amico dal 1964, quando era ancora il chitarrista degli Yardbirds. Slow Hand rimase molto stupito dalla proposta, poiché mai nessun altro musicista, fino a quel momento, aveva partecipato ad un brano dei Beatles.
Brian Gibson, tecnico del suono, ricorda come «Eric mostrò un perfetto comportamento da musicista di mestiere, molto tranquillo, arrivò e suonò. Tutto lì, non c’era teatralità o voglia di far scena. Ricordo che Eric spiegò a George che il metodo dei Cream era provare, provare, provare, passando in studio pochissimo tempo, mentre gli pareva che il metodo dei Beatles fosse registrare, registrare, registrare, fino a trovare la versione giusta. Le sedute erano le loro prove».
|
|
Nella sua autobiografia di Sperling & Kupfer, Clapton scrisse: «A volte andavo a casa di George a suonare la chitarra e a calarmi un acido con lui, e pian piano l'amicizia cominciò a crescere. Un giorno, era l'inizio di settembre [del 1968, n.d.r.], George mi portò con sé negli studi di Abbey Road, dove stava registrando. Quando arrivammo, mi disse che stavano incidendo uno dei suoi pezzi e mi chiese di suonare la chitarra. Mi colse di sorpresa e mi sembrò una strana richiesta, dato che era lui il chitarrista dei Beatles, e aveva sempre fatto un buon lavoro sui loro dischi. Ero anche piuttosto lusingato, visto che non capitava a tutti di sentirsi chiedere di incidere insieme con i Beatles. Non mi ero portato la chitarra, così dovetti prendere in prestito la sua.
Mi sembrava che Paul e John cercassero di sminuire il contributo di George e Ringo al gruppo. George proponeva canzoni per ogni disco, e se le vedeva regolarmente respingere. Credo pensasse che la nostra amicizia gli avrebbe dato un po' di sostegno, e che invitarmi là a suonare potesse rafforzare la sua posizione e fruttargli un po' di rispetto. Ero piuttosto nervoso, perché Paul e John erano sicuri di sé, e io ero un outsider, ma andò tutto bene. Il pezzo era "While My Guitar Gently Weeps". Ci bastò un take e pensai che il risultato fosse fantastico».
Nel 1992 Eric Clapton accompagnò Harrison in quella che sarebbe stata la sua ultima tournèe mondiale. Nel 2002 la suonò ancora, insieme a Paul McCartney al pianoforte, in occasione del Concerto per il Giubileo della Regina Elisabetta II e nel Concert for George.
Mi sembrava che Paul e John cercassero di sminuire il contributo di George e Ringo al gruppo. George proponeva canzoni per ogni disco, e se le vedeva regolarmente respingere. Credo pensasse che la nostra amicizia gli avrebbe dato un po' di sostegno, e che invitarmi là a suonare potesse rafforzare la sua posizione e fruttargli un po' di rispetto. Ero piuttosto nervoso, perché Paul e John erano sicuri di sé, e io ero un outsider, ma andò tutto bene. Il pezzo era "While My Guitar Gently Weeps". Ci bastò un take e pensai che il risultato fosse fantastico».
Nel 1992 Eric Clapton accompagnò Harrison in quella che sarebbe stata la sua ultima tournèe mondiale. Nel 2002 la suonò ancora, insieme a Paul McCartney al pianoforte, in occasione del Concerto per il Giubileo della Regina Elisabetta II e nel Concert for George.
Antonio Calvosa
Ringrazio Manuel Marzano ed Eric Clapton Italia per il prezioso contributo
Una delle tante cover: video, arrangiamento e coreografia by Cirque du Soleil