Patricia Anne Boyd, detta Pattie, nata a Taunton, Somerset, il 17 marzo 1944, è stata una modella britannica, fotografata da artisti famosi come David Bailey e Terence Donovan; lavorò soprattutto a Londra, New York e Parigi, e comparve nell'edizione italiana di Vogue nel 1969.
Tuttavia è nota soprattutto per essere stata la moglie di George Harrison dei Beatles prima e di Eric Clapton dopo, alla quale i due musicisti dedicarono molte canzoni, come Something, I Need You, For You Blue di Harrison e Wonderful Tonight, Layla, Bell Bottom Blues di Clapton.
Tuttavia è nota soprattutto per essere stata la moglie di George Harrison dei Beatles prima e di Eric Clapton dopo, alla quale i due musicisti dedicarono molte canzoni, come Something, I Need You, For You Blue di Harrison e Wonderful Tonight, Layla, Bell Bottom Blues di Clapton.
Pattie Boyd nell'edizione italiana di Vogue
Bionda, graziosa, vivace, Pattie faceva strage di uomini. Nel 1964, a soli 19 anni, venne ingaggiata per interpretare una studentessa fan dei Beatles nel film A Hard Day's Night, e folgorò il chitarrista della band. La leggenda narra che una delle prime cose che George disse a Patricia fu: «Ti sposeresti con me?», frase che i quattro di Liverpool all'epoca dicevano ad ogni bella ragazza. La modella rispose solo con un sorriso e George, che non si lasciò scoraggiare, replicò: «Beh, se allora non vuoi sposarmi, verresti con me a cena»? Ma Patricia, già fidanzata con Eric Swayne, rifiutò il primo appuntamento con il Beatle, dicendogli tuttavia che era l'uomo più bello che lei avesse mai visto in vita sua.
Un paio di giorni dopo, sul set, George le chiese ancora di uscire, ma stavolta lei accettò, avendo interrotto la relazione con Swayne. Il loro primo appuntamento fu nel Garrick Club a Covent Garden, in compagnia del manager dei Beatles, Brian Epstein.
Nel 1966 George Harrison e Patricia, ventiduenne, si sposarono.
Un paio di giorni dopo, sul set, George le chiese ancora di uscire, ma stavolta lei accettò, avendo interrotto la relazione con Swayne. Il loro primo appuntamento fu nel Garrick Club a Covent Garden, in compagnia del manager dei Beatles, Brian Epstein.
Nel 1966 George Harrison e Patricia, ventiduenne, si sposarono.
Sembrava il classico rapporto da "e vissero felici e contenti", ma, proprio quando i Beatles raggiunsero l’apice del successo, sbocciarono le prime tensioni.
Infatti Harrison iniziò a cambiare profondamente, soprattutto dopo il viaggio in India che fece nel febbraio del 1968 insieme agli altri membri dei Beatles e alle loro mogli e compagne dell'epoca (Cynthia Powell, Jane Asher, Maureen Cox e appunto Patricia Boyd) per frequentare un corso di Meditazione Trascendentale presso l'ashram indiano di Maharishi Mahesh Yogi.
Già da qualche tempo George nutriva un forte interesse per gli elementi della tradizione orientale e aveva fatto uso di droghe nel tentativo di "espandere la coscienza"; durante il viaggio scoprì un nuovo concetto di spiritualità e rimase ossessionato dalla religione indiana e dall'arte della meditazione, che lo allontanarono gradualmente dalla moglie.
L’abuso di alcol e droghe e le relazioni extraconiugali di Harrison, tra le quali spicca anche la moglie del compagno Ringo Starr, Maureen Cox, logorarono sensibilmente Patricia (rimasta delusa più da Maureen che da George, a dire il vero) spingendo anche lei nelle braccia di altre persone, tra cui Mick Jagger e John Lennon, i quali avevano da sempre mostrato un certo interesse per lei.
Infatti Harrison iniziò a cambiare profondamente, soprattutto dopo il viaggio in India che fece nel febbraio del 1968 insieme agli altri membri dei Beatles e alle loro mogli e compagne dell'epoca (Cynthia Powell, Jane Asher, Maureen Cox e appunto Patricia Boyd) per frequentare un corso di Meditazione Trascendentale presso l'ashram indiano di Maharishi Mahesh Yogi.
Già da qualche tempo George nutriva un forte interesse per gli elementi della tradizione orientale e aveva fatto uso di droghe nel tentativo di "espandere la coscienza"; durante il viaggio scoprì un nuovo concetto di spiritualità e rimase ossessionato dalla religione indiana e dall'arte della meditazione, che lo allontanarono gradualmente dalla moglie.
L’abuso di alcol e droghe e le relazioni extraconiugali di Harrison, tra le quali spicca anche la moglie del compagno Ringo Starr, Maureen Cox, logorarono sensibilmente Patricia (rimasta delusa più da Maureen che da George, a dire il vero) spingendo anche lei nelle braccia di altre persone, tra cui Mick Jagger e John Lennon, i quali avevano da sempre mostrato un certo interesse per lei.
La relazione tra George e Pattie era ormai giunta al capolinea quando improvvisamente irruppe nel loro rapporto Eric Clapton, grande amico di George Harrison, che conobbe Patricia ad una festa; Slow Hand si innamorò follemente di lei, perdendo completamente la testa. I tentativi di avvicinamento furono molti e di vario genere, persino un presunto flirt con la sorella minore di Pattie, Paula Boyd.
Ed è proprio per Pattie che Clapton scrisse, nella primavera del 1970, la famosissima Layla.
Il brano deve il suo titolo a Majnun e Layla, una racconto popolare arabo basato sulla storia vera di un giovane poeta beduino chiamato Qays ibn al-Mulawwaḥ e del suo amore verso Layla al-Āmīriyya, alla quale dedicò numerosi poemi. Di questa storia esistono diverse versioni, ma in tutte il poeta impazzisce (da cui "majnun", che significa "folle") quando il padre dell'amata gli impedisce di sposare la sua Leyla promettendola ad un altro uomo.
Il brano deve il suo titolo a Majnun e Layla, una racconto popolare arabo basato sulla storia vera di un giovane poeta beduino chiamato Qays ibn al-Mulawwaḥ e del suo amore verso Layla al-Āmīriyya, alla quale dedicò numerosi poemi. Di questa storia esistono diverse versioni, ma in tutte il poeta impazzisce (da cui "majnun", che significa "folle") quando il padre dell'amata gli impedisce di sposare la sua Leyla promettendola ad un altro uomo.
La più nota di tutte le versioni è il capolavoro del poeta persiano Nezami Ganjavi, nel quale i giovani amanti non possono sposarsi a causa di una faida familiare.
"Giunse l’amore e colmò loro il calice di vino. Quand’ebbero colto la rosa profumata dell’amore, vollero assaporare il suo profumo ogni giorno: l’uno rapito dalla bellezza dell’altro, il cuore stordito e pur senza perdere i sensi, perdutamente innamorati in uno struggimento che mai si estingueva". Layla è "una luna, una bambola, un tenero svettante cipresso"; Majnun ha "labbra di rubino che spargevano perle". Insieme formano la coppia archetipica dell’amore estremo, della passione sino alla follia, e ricorda vagamente Romeo e Giulietta. Come nel loro caso, l’amore di Layla e Majnun è avversato dal mondo, che lo vuole distruggere con ogni mezzo. Ma non ci riuscirà, perché "amore è quello che non ha fine". Così la separazione e l’assenza si trasformano in possenti catapulte della passione. Majnun, il "Folle d’amore", vaga giorno e notte cantando versi; le spine del deserto lacerano i lembi di lino e di seta delle sue vesti, ma l’occhio della sua mente è fisso sempre sullo stesso fuoco. Il suo delirio amoroso lo spinge a un moto perenne, "come un’azzurra veste di lutto che galleggia nelle acque di un fiume profondo". A specchio del suo vagare, Layla rimane al centro del giardino, insieme prigioniera ed esule, "colma di grazia e di fascino". Ma "nell’intimo il cuore le sanguinava", il pensiero è fisso sull’amato inavvicinabile, mentre la circondano tanti "miseri cuori che a migliaia erano precipitati nel pozzo della fossetta del suo mento". Né la guerra, né un matrimonio forzato valgono a soffocare l’ardore dei due amanti, pur costretti a essere "appagati da fantasmi e fantasmi essi stessi".
"Giunse l’amore e colmò loro il calice di vino. Quand’ebbero colto la rosa profumata dell’amore, vollero assaporare il suo profumo ogni giorno: l’uno rapito dalla bellezza dell’altro, il cuore stordito e pur senza perdere i sensi, perdutamente innamorati in uno struggimento che mai si estingueva". Layla è "una luna, una bambola, un tenero svettante cipresso"; Majnun ha "labbra di rubino che spargevano perle". Insieme formano la coppia archetipica dell’amore estremo, della passione sino alla follia, e ricorda vagamente Romeo e Giulietta. Come nel loro caso, l’amore di Layla e Majnun è avversato dal mondo, che lo vuole distruggere con ogni mezzo. Ma non ci riuscirà, perché "amore è quello che non ha fine". Così la separazione e l’assenza si trasformano in possenti catapulte della passione. Majnun, il "Folle d’amore", vaga giorno e notte cantando versi; le spine del deserto lacerano i lembi di lino e di seta delle sue vesti, ma l’occhio della sua mente è fisso sempre sullo stesso fuoco. Il suo delirio amoroso lo spinge a un moto perenne, "come un’azzurra veste di lutto che galleggia nelle acque di un fiume profondo". A specchio del suo vagare, Layla rimane al centro del giardino, insieme prigioniera ed esule, "colma di grazia e di fascino". Ma "nell’intimo il cuore le sanguinava", il pensiero è fisso sull’amato inavvicinabile, mentre la circondano tanti "miseri cuori che a migliaia erano precipitati nel pozzo della fossetta del suo mento". Né la guerra, né un matrimonio forzato valgono a soffocare l’ardore dei due amanti, pur costretti a essere "appagati da fantasmi e fantasmi essi stessi".
La storia colpì molto Clapton, che la associò al suo rapporto con Pattie Boyd. Il brano, suonato insieme ai Derek and The Dominos, era composto da due parti: la prima, con le chitarre di Clapton e Duane Allman, e la seconda, suonata da Jim Gordon con la sua riconoscibilissima piano coda.
Patricia, nonostante fosse rimasta molto colpita da questa intensa dedica d'amore, all'inizio non cedette; la sua prima reazione, quando capì che il brano era dedicato e lei, fu quella di dire a Clapton: «Sei pazzo? Io sono sposata con George»! Lui, allora, tirò fuori una bustina dalla tasca e gliela mostrò: «Se non fuggi con me, io prendo questa». «Che cos’è?», chiese Patricia. «Eroina», fu la risposta di Slow Hand. «Non fare lo stupido»!”, lo rimproverò.
Tuttavia il rapporto con George, che continuava ad abusare di alcol e droghe, non migliorò e la modella inglese decise di lasciare il chitarrista dei Beatles per Clapton nel 1974.
Tuttavia il rapporto con George, che continuava ad abusare di alcol e droghe, non migliorò e la modella inglese decise di lasciare il chitarrista dei Beatles per Clapton nel 1974.
George Harrison, ormai consapevole che il rapporto con la moglie era divenuto insanabile e che entrambi erano pronti per una nuova vita, mantenne un buon rapporto con Patricia, da cui divorziò amichevolmente nel 1977. Anche l’amicizia tra i due musicisti non s’incrinò minimamente e George non portò mai rancore all’amico Eric; anzi, felice per il reale sentimento che si era instaurato tra i due, fu presente al loro matrimonio celebrato nel 1979.
"Passo attraverso i muri, i muri di Layla
E bacio questa parete e quest'altra
Non è per le case l'Amore che ha preso il mio cuore
Ma per Colei che in queste case dimora"
(Estratto da uno dei poemi attribuiti a Qays ibn al-Mulawwah)
E bacio questa parete e quest'altra
Non è per le case l'Amore che ha preso il mio cuore
Ma per Colei che in queste case dimora"
(Estratto da uno dei poemi attribuiti a Qays ibn al-Mulawwah)
Antonio Calvosa & Michele Oliveri