Le Telecaster e le Esquire prodotte tra il 1949 e la metà del 1959 avevano un manico in un unico pezzo di acero, senza tastiera separata. Anche se, negli anni ’50, specialmente nel 1954 o nel 1956, è possibile trovare manici in acero molto figurato su chitarre in stile Telecaster, Leo Fender non ha mai utilizzato intenzionalmente questo tipo di legno, poiché i suoi strumenti erano progettati per i musicisti professionisti, e badava più alla praticità che all’estetica.
Negli anni '50 la finitura dei manici era fatta da tre strati: turapori, primer e trasparente alla nitrocellulosa. Alla fine degli anni ’60 la Fender iniziò a utilizzare una finitura in poliestere molto più resistente ai graffi e più facile da lavorare.
Il capotasto in osso veniva montato sul manico già scanalato e non ancora verniciato, per cui di solito presentavano tracce residue di lacca sulla parte superiore. Inizialmente la Fender non aveva ancora macchinari specializzati per limare i solchi dei tasti al capotasto e quindi le scanalature delle corde erano a forma di “V” e piuttosto larghe.
Il truss rod veniva inserito nel manico praticando un’incisione longitudinale sul lato posteriore del manico, successivamente riempita con una striscia di noce, soprannominata “skunk stripe” per l’aspetto caratteristico che conferiva al manico delle Fender.
I manici in acero degli anni ’50 potevano anche essere riconosciuti per il piccolo tappo, soprannominato walnut plug, a forma di lacrima che si trovava all’altezza del capotasto che era usato per riempire il punto di ancoraggio del truss rod. La sua forma e la sua posizione sulla paletta potevano non essere perfettamente uguali per tutte le Telecaster, a causa dei diversi template utilizzati per fresare il manico.
Negli anni '50 la finitura dei manici era fatta da tre strati: turapori, primer e trasparente alla nitrocellulosa. Alla fine degli anni ’60 la Fender iniziò a utilizzare una finitura in poliestere molto più resistente ai graffi e più facile da lavorare.
Il capotasto in osso veniva montato sul manico già scanalato e non ancora verniciato, per cui di solito presentavano tracce residue di lacca sulla parte superiore. Inizialmente la Fender non aveva ancora macchinari specializzati per limare i solchi dei tasti al capotasto e quindi le scanalature delle corde erano a forma di “V” e piuttosto larghe.
Il truss rod veniva inserito nel manico praticando un’incisione longitudinale sul lato posteriore del manico, successivamente riempita con una striscia di noce, soprannominata “skunk stripe” per l’aspetto caratteristico che conferiva al manico delle Fender.
I manici in acero degli anni ’50 potevano anche essere riconosciuti per il piccolo tappo, soprannominato walnut plug, a forma di lacrima che si trovava all’altezza del capotasto che era usato per riempire il punto di ancoraggio del truss rod. La sua forma e la sua posizione sulla paletta potevano non essere perfettamente uguali per tutte le Telecaster, a causa dei diversi template utilizzati per fresare il manico.
Nell’estate del 1959, la Fender iniziò ad usare una spessa tastiera in palissandro brasiliano sulle Telecaster/Esquire, probabilmente a seguito delle lamentele di alcuni musicisti o rivenditori che non digerivano bene la tendenza delle tastiere in acero a scurirsi con l'uso. Infatti, la nitrocellulosa utilizzata come vernice trasparente sull’acero era igroscopica e assorbiva elevate quantità di umidità scurendosi. Inizialmente, la tastiera in palissandro era piatta alla base, nel punto in cui era incollata al manico, da cui il soprannome “slab board”.
Con l’uso della tastiera in palissandro la Fender modificò il modo in cui inseriva il truss rod, poiché era più facile incidere il canale per il truss rod direttamente nel manico, nella zona di contatto con la tastiera, prima di incollarla. Questo spiega perché i manici con tastiera in palissandro erano privi di skunk stripe e walnut plug. È interessante notare che la Telecaster con tastiera in palissandro mostrata sul catalogo del 1959-60 aveva il walnut plug; probabilmente il truss rod dei prototipi (e forse dei primi esemplari del 1959) veniva ancora inserito dalla parte posteriore e non dalla parte anteriore. |
Dal mese di luglio del 1962, una tastiera in palissandro curvo, con una base convessa, sostituì quella slab board, e fu usata fino alla metà del 1983. Inizialmente lo strato in palissandro era piuttosto spesso, ma, nel 1963, divenne gradualmente sempre più sottile. Le tastiere curve, dette anche veneer o round-lam, potevano essere rapidamente identificate osservando la paletta per la loro linea concava verso il capotasto.
È opinione comune che la Fender sia passata alla tastiera round-lam con l'obiettivo di risparmiare il palissandro, anche se, secondo Dan Smith, Leo decise di utilizzare la tastiera round-lam solo a causa del diverso coefficiente di espansione di palissandro e acero. Infatti i due legni si contraggono in modo diverso a seconda delle diverse condizioni di umidità e temperatura e, poiché questa differenza poteva determinare alcuni problemi nel modo in cui venivano tagliati i solchi dei tasti della Telecaster, Leo decise di modificare il tipo di tastiera: «On the most of slab boards, slots are cut straight across, parallel to the flat back. They go almost all the way through, so instead of a solid hunk of wood, the effect is to have a bunch of little blocks. When the weather changes, and the rosewood and maple expand or contract at different rates, they can twist or warp. It's not a big problem with deep slots, because the fingerboard is more flexible and there's some ‘give.’ But Leo used a swing-arm fret slot cutter, and the slots were curved on top and not as deep, so he had this thick beam of rosewood running down the neck, and it could twist or bend with shifts in the weather; it didn't ‘give.’ He didn't want to change the way he cut slots, so he went with a thinner, curved piece of rosewood».
Nel 1965 il governo brasiliano impose un embargo sull'esportazione di palissandro brasiliano per favorire le imprese locali, che non poteva più essere esportato come prima, ma già parzialmente tagliato in blocchi. La Fender, non soddisfatta della qualità delle tavole di legno provenienti dal Brasile, smise quindi di importare questo legno esaurendone le scorte in poco tempo ed iniziò ad importare il palissandro indiano. La transizione non fu netta, ma graduale, ed è possibile trovare tastiere in palissandro brasiliano anche su manici datati ottobre 1965. Infine, il palissandro brasiliano venne incluso nelle specie protette dal CITES nell'estate del 1992.
Nel gennaio 1967, le tastiere in acero tornarono ufficialmente sul listino, come opzionali, ad un costo aggiuntivo del 5%, anche se è possibile trovarle su Telecaster fabbricate molto prima del 1967 dietro richiesta specifica. Un manico in acero incollato degli anni ’60 si distingue facilmente da un manico 1-piece maple degli anni ’50 sia per l'assenza sia del walnut plug sopra il capotasto, sia per lo skunk stripe sul retro del manico. Inoltre, il manico 1-piece originale degli anni ’50 era rifinito alla nitrocellulosa trasparente - spesso ingiallita con l'età - mentre la versione post-69 era rifinita al poliestere - nel 1967 e 1968 è possibile trovarli sia alla nitro sia in poli. Dal punto di vista di un collezionista, non dovrebbero essere chiamati “manici in acero” (termine che in qualche modo implica l’idea di un manico monopezzo), ma come maple cap o maple board.
All'inizio del 1969, il manico 1-piece venne reintegrato come opzione al posto del maple cap. A quel punto, al fine di ottimizzare la produzione, la Fender decise di inserire il truss rod dalla parte posteriore dei manici anche nel caso di quelli con tastiera in palissandro. Questo è il motivo per cui le Telecaster prodotte dopo la primavera del 1969 di solito hanno skunk stripe e walnut plug.
A metà del 1983, la Fender smise di usare tastiere in palissandro curve e tornò alle slab board.
Nel 1965 il governo brasiliano impose un embargo sull'esportazione di palissandro brasiliano per favorire le imprese locali, che non poteva più essere esportato come prima, ma già parzialmente tagliato in blocchi. La Fender, non soddisfatta della qualità delle tavole di legno provenienti dal Brasile, smise quindi di importare questo legno esaurendone le scorte in poco tempo ed iniziò ad importare il palissandro indiano. La transizione non fu netta, ma graduale, ed è possibile trovare tastiere in palissandro brasiliano anche su manici datati ottobre 1965. Infine, il palissandro brasiliano venne incluso nelle specie protette dal CITES nell'estate del 1992.
Nel gennaio 1967, le tastiere in acero tornarono ufficialmente sul listino, come opzionali, ad un costo aggiuntivo del 5%, anche se è possibile trovarle su Telecaster fabbricate molto prima del 1967 dietro richiesta specifica. Un manico in acero incollato degli anni ’60 si distingue facilmente da un manico 1-piece maple degli anni ’50 sia per l'assenza sia del walnut plug sopra il capotasto, sia per lo skunk stripe sul retro del manico. Inoltre, il manico 1-piece originale degli anni ’50 era rifinito alla nitrocellulosa trasparente - spesso ingiallita con l'età - mentre la versione post-69 era rifinita al poliestere - nel 1967 e 1968 è possibile trovarli sia alla nitro sia in poli. Dal punto di vista di un collezionista, non dovrebbero essere chiamati “manici in acero” (termine che in qualche modo implica l’idea di un manico monopezzo), ma come maple cap o maple board.
All'inizio del 1969, il manico 1-piece venne reintegrato come opzione al posto del maple cap. A quel punto, al fine di ottimizzare la produzione, la Fender decise di inserire il truss rod dalla parte posteriore dei manici anche nel caso di quelli con tastiera in palissandro. Questo è il motivo per cui le Telecaster prodotte dopo la primavera del 1969 di solito hanno skunk stripe e walnut plug.
A metà del 1983, la Fender smise di usare tastiere in palissandro curve e tornò alle slab board.
FORI DA PIN ROUTER
Dagli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70, la Fender utilizzava pin-router e template per tagliare i bordi dei manici delle chitarre. I template avevano perni di posizionamento per fissarli sul lato inferiore delle tavole di legno, per cui, quando il template veniva rimosso, lasciava sempre due piccoli fori sul retro della paletta, tra le meccaniche del re e del sol, e al tacco del manico.
SEGNATASTI
Il prototipo snakehead e il manico originale del secondo prototipo avevano, come segnatasti, piccoli puntini dipinti. I manici in acero monopezzo degli anni ’50 realizzati dopo marzo 1950 erano intarsiati con segnatasti circolari neri (black dots) larghi 0,25 pollici. Originariamente la distanza tra i due segnatasti al 12° tasto era di 5/8”, ma, nel dicembre del 1952, lo spazio tra i due dot fu allargato di 3/16” e i segnatasti risultavano nettamente attraversati dalle corde del la e del si.
I manici con tastiera in palissandro del 1959 avevano inizialmente dei segnatasti circolari bianchi e opachi, che spesso nel tempo tendevano a ingiallire e diventare marrone chiaro, oggi noti con il termine di paper dots o, più frequentemente, clay dots. |
Essendo composti da un materiale fibroso (che, analizzato in laboratorio, si è rivelato essere principalmente composto da cloruro di zinco e cellulosa) e non da una pasta chiamata ‘ivorina’, come a volte erroneamente riportato, venivano inseriti nella tastiera come dischi alti solo 0,0625 pollici, così sottili che, durante la finitura, potevano persino saltar via. Qualcuno suggerisce anche che alcuni dei primi segnatasti utilizzati sulle tastiere in palissandro fossero composti da una fibra di lino.
Inizialmente i clay dots mantennero la stessa distanza al 12° tasto dei manici in acero fatti dopo il ’52. Ma, dopo la metà del 1963, i dot al 12° tasto furono avvicinati di nuovo alla distanza originale di 5/8”, sia sui manici con tastiera in palissandro, sia su quelli maple cap.
All’inizio del 1965 i clay dots furono sostituiti da segnatasti perlati leggermente più grandi (detti pearloid dots), che mantennero la distanza di 5/8” al 12° tasto.
Questi segnatasti continuarono ad essere utilizzati sui manici con tastiera in palissandro fino alla metà del 1983, quando la Fender iniziò ad usare segntasti circolari bianchi per le tastiere in palissandro, i whitish dots, che conservavano la stessa spaziatura al 12° tasto. Questa segnatasti furono ancora usati sulla Telecaster American Standard presentata al Winter NAMM del 1988.
Inizialmente i clay dots mantennero la stessa distanza al 12° tasto dei manici in acero fatti dopo il ’52. Ma, dopo la metà del 1963, i dot al 12° tasto furono avvicinati di nuovo alla distanza originale di 5/8”, sia sui manici con tastiera in palissandro, sia su quelli maple cap.
All’inizio del 1965 i clay dots furono sostituiti da segnatasti perlati leggermente più grandi (detti pearloid dots), che mantennero la distanza di 5/8” al 12° tasto.
Questi segnatasti continuarono ad essere utilizzati sui manici con tastiera in palissandro fino alla metà del 1983, quando la Fender iniziò ad usare segntasti circolari bianchi per le tastiere in palissandro, i whitish dots, che conservavano la stessa spaziatura al 12° tasto. Questa segnatasti furono ancora usati sulla Telecaster American Standard presentata al Winter NAMM del 1988.
Anche i dot laterali, posizionati sul bordo superiore del manico, sono cambiati anche nel corso degli anni. Negli anni ’60, erano neri sui manici in acero e biancastri sui manici in palissandro. Su questi ultimi, i segnatasti laterali di solito si trovano tra la tastiera e il manico, ad eccezione delle Telecaster prodotte dalla fine del ’71, caratterizzate da dot laterali incastonati nel manico, senza entrare nella tastiera.
VITI
Inizialmente Leo Fender acquistava viti facilmente reperibili da vari magazzini, per cui su prototipi e chitarre pre-produzione possono trovarsi tipologie di viti molto diverse. Tutte le chitarre in stile Telecaster del 1950 avevano delle viti con la testa a taglio, compresa quella del truss rod. Nel 1951, la Fender iniziò una graduale transizione verso viti a croce, ma il passaggio fu completato alla fine del 1953, perché Leo Fender non voleva sprecare niente. In particolare, la vite del truss rod e le viti di fissaggio del manico furono sostituite nel corso del 1951.
Note
All'inizio degli anni ’60 furono costruite alcune Telecaster con una tastiera in cocobolo al posto del palissandro e raramente anche il noce americano (hickory) venne usato per i manici al posto dell'acero.
ALTRI MODELLI
Le Rosewood Telecaster “production” erano dotate di un manico in palissandro monopezzo. Durante gli anni ’70, le Telecaster Custom potevano essere ordinate sia con una tastiera in palissandro, sia con un manico in acero monopezzo, ma la Deluxe e la seconda versione della Thinline erano esclusivamente dotate di un manico 1-piece maple.
La Walnut Elite Telecaster del 1983aveva una tastiera in ebano.
La Walnut Elite Telecaster del 1983aveva una tastiera in ebano.