Il problema del frassino
Nell'aprile del 2020 Justin Norvell, Vice Presidente Esecutivo della Fender, dichiarò, intervistato da Amit Sharm su Guitar Word, che la Fender non avrebbe più utilizzato il frassino per il corpo delle chitarre "normali", ma unicamente per modelli selezionati e d'ispirazione vintage.
Norvell spiegò che la decisione era stata presa in seguito ai danni che un coleottero di origine asiatica, l'Emerald Ash Borer, stava causando agli alberi di frassino in Canada e in Nord America. Purtroppo tutti i tentavi per fermare quest'infestazione sembravano non avere effetto: l'insetto stava colpendo regioni sempre più vaste e, anche se la Fender usava di solito il frassino di palude, più leggero e poroso, che cresceva nel sud degli Stati Uniti, nelle zone del Delta del Mississippi, la discesa del coleottero verso il sud era sempre più rapida. Inoltre, a complicare la situazione, c'era da considerare anche il clima: le inondazioni che colpivano i terreni del Delta del Mississippi erano sempre più frequenti e causarono una notevole diminuzione del frassino disponibile sul mercato. Il frassino di palude usato dalla Fender proveniva da alberi le cui radici erano immerse nelle acque di piena e che erano tagliati quando queste si ritiravano; tuttavia il 2019 fu un anno caratterizzato da moltissime alluvioni e quasi tutti gli alberi di frassino di palude restarono nell'acqua per la maggior parte dell'anno.
Di conseguenza dal 27 marzo la Fender fu costretta ad interrompere la produzione di alcuni modelli, come le American Professional Stratocaster, Telecaster e Jazz Bass con il corpo in frassino.
Questo segnò l'inizio di una nuova era per la Fender: l'ontano continuò ad essere il legno principale per il corpo degli strumenti, perché, come l'acero, cresceva rapidamente, ma contemporaneamente nuovi legni (insieme ad altri già sperimentati) iniziarono ad essere impiegati, come il pino, il sassofrasso e il cedro rosso occidentale. La Fender iniziò anche a provare tecniche di alleggerimento dei body fatti in frassino più pesante, imitando le camere tonali della Gibson, come nel caso della nuova signature made in USA Kenny Wayne Shepherd Stratocaster.
Norvell spiegò che la decisione era stata presa in seguito ai danni che un coleottero di origine asiatica, l'Emerald Ash Borer, stava causando agli alberi di frassino in Canada e in Nord America. Purtroppo tutti i tentavi per fermare quest'infestazione sembravano non avere effetto: l'insetto stava colpendo regioni sempre più vaste e, anche se la Fender usava di solito il frassino di palude, più leggero e poroso, che cresceva nel sud degli Stati Uniti, nelle zone del Delta del Mississippi, la discesa del coleottero verso il sud era sempre più rapida. Inoltre, a complicare la situazione, c'era da considerare anche il clima: le inondazioni che colpivano i terreni del Delta del Mississippi erano sempre più frequenti e causarono una notevole diminuzione del frassino disponibile sul mercato. Il frassino di palude usato dalla Fender proveniva da alberi le cui radici erano immerse nelle acque di piena e che erano tagliati quando queste si ritiravano; tuttavia il 2019 fu un anno caratterizzato da moltissime alluvioni e quasi tutti gli alberi di frassino di palude restarono nell'acqua per la maggior parte dell'anno.
Di conseguenza dal 27 marzo la Fender fu costretta ad interrompere la produzione di alcuni modelli, come le American Professional Stratocaster, Telecaster e Jazz Bass con il corpo in frassino.
Questo segnò l'inizio di una nuova era per la Fender: l'ontano continuò ad essere il legno principale per il corpo degli strumenti, perché, come l'acero, cresceva rapidamente, ma contemporaneamente nuovi legni (insieme ad altri già sperimentati) iniziarono ad essere impiegati, come il pino, il sassofrasso e il cedro rosso occidentale. La Fender iniziò anche a provare tecniche di alleggerimento dei body fatti in frassino più pesante, imitando le camere tonali della Gibson, come nel caso della nuova signature made in USA Kenny Wayne Shepherd Stratocaster.
Fender American Professional II Series
Le prime voci sul pensionamento della serie American Professional, nata alla fine del 2016, iniziarono a circolare già nell'agosto del 2020 e, nell'ottobre dello stesso anno, la Fender svelò la nuova American Professional II Series.
Fin dal suo debutto, la vecchia American Professional Stratocaster divenne uno degli strumenti più utilizzati da musicisti amatoriali e professionisti in tutto il mondo.
La sua evoluzione in American Professional II Stratocaster era stata guidata dai feedback di alcuni tra i più influenti chitarristi impegnati nei diversi generi musicali. Per questo la nuova serie era rivolta a tutti e in tutte le situazioni: in studio, dal vivo, a casa. |
«Over the past few years we have refined and elevated the American Professional series as a result of ongoing conversations with our artist partners. With their feedback and innovation, a priority, we reviewed every element across the series, incorporating new specs like a new sculpted neck heel, new pickups, supernatural neck finish, and various aesthetic refinements including bold colorways, tonewoods like Roasted Pine and Tortoise shell guards on select models», dichiarò Justin Norvell. «We stand behind all artists by providing them with the tools they need, no matter where they are creating or performing, and remain committed to making every great instrument even better through thoughtful innovation. Music has a special unifying power and guitar - and the artists wielding the instrument - play a big role in that. As always, our creators and artists came first as we refined the American Professional II series to push the boundaries of guitar forward, deliver epic sound and offer reliability to artists across every genre of music, when the world - and our artists - need it most».
La Campagna "The One. For All."
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L'American Professional II Series venne presentata insieme al motto “The One. For All.”. Questo spot, ideato dall'agenzia Wieden+Kennedy Portland in collaborazione con il team di creativi della Fender, era incentrato sui nuovi artisti che si erano messi in luce per aver raggiunto la notorietà senza seguire quelli che erano considerati i classici schemi per il successo, dando un nuovo significato al concetto di musicista nei tempi moderni e, contemporaneamente, rappresentando ciò che la chitarra poteva fare e di come continuava a ispirare, elevare e incoraggiare le persone a migliorarsi.
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Una serie di spot, presentati dal musicista e attore Billy Bob Thornton, associavano ogni modello della nuova serie ad uno o più artisti emergenti, come Steve Lacy, Lindsay Ell, Dominic Fike e Joy Crookes, che raccontavano quanto fosse versatile la loro Fender e quanto questo marchio fosse forte ed iconico.
«The American Professional II Series is the connective tissue that both artists and music fans are seeking now more than any other time in our nearly 75-year history», disse Evan Jones, responsabile delle attività di marketing della Fender. «In addition to making the best tools possible for artists, it’s also very important for us to use the Fender platform to amplify and spotlight how their music is positively impacting the world. The ‘The One. For All.’ campaign celebrates how guitar today is expanding both musically and culturally, which is why we’ve featured more artists in our marketing creative than any other Fender campaign to date. We are honored to have collaborated with diverse, talented artists to showcase how the American Professional is a versatile tool that supports their ability to create music that brings people together as music and creativity hasn’t stopped».
«The American Professional II Series is the connective tissue that both artists and music fans are seeking now more than any other time in our nearly 75-year history», disse Evan Jones, responsabile delle attività di marketing della Fender. «In addition to making the best tools possible for artists, it’s also very important for us to use the Fender platform to amplify and spotlight how their music is positively impacting the world. The ‘The One. For All.’ campaign celebrates how guitar today is expanding both musically and culturally, which is why we’ve featured more artists in our marketing creative than any other Fender campaign to date. We are honored to have collaborated with diverse, talented artists to showcase how the American Professional is a versatile tool that supports their ability to create music that brings people together as music and creativity hasn’t stopped».
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Fender American Professional II vs. American Professional I
Come suggeriva il nome, la serie American Professional II non stravolgeva la precedente, ma era una sua evoluzione, e, pur rimanendo nell'ambito della tradizione Fender, alcune sue caratteristiche la rendevano appetibile ai musicisti moderni. Ad un primo sguardo si capiva facilmente quanto l'American Ultra, presentata appena un anno prima, avesse influenzato la nuova serie - le diverse opzioni di switch e lo “sculpted neck heel” ne erano un esempio, anche se quest'ultimo non era così esagerato come quello dell'American Ultra.
L'utilizzo del pino nelle finiture Natural e Sienna Sunburst erano la risposta sostenibile della Fender alla carenza delle scorte di frassino.
Altre novità per la nuova serie di punta della Fender made in USA era la tastiera smussata ai lati e la finitura satinata 'Super-Natural' nella parte posteriore del manico. Il profilo “Deep C”, già visto nella prima serie American Professional, poteva essere considerato un misto tra quello “U” e quello “Modern C”, più sottile verso il capotasto e più spesso andando verso il tacco, comodo sia negli assoli, sia nelle ritmiche.
Forse una delle cose della prima serie American Professional che aveva convinto di meno i chitarristi erano sembrati i pickup V-Mod, cosa che spinse Tim Shaw a ridisegnarli e a perfezionarli con i nuovi V-Mod II, più articolati e ricchi in armonici dei precedenti. Un push pull sul secondo controllo di tono permetteva di aggiungere il pickup al manico nelle posizioni 1 e 2.
Il ponte 2-point con pop-in tremolo arm e blocco in acciaio laminato a freddo garantiva sustain e brillantezza.
Infine, con questa serie, nuove finiture furono aggiunte, come Miami Blue, Dark Knight, Mercury e Mystic Surf Green.
Antonio Calvosa
L'utilizzo del pino nelle finiture Natural e Sienna Sunburst erano la risposta sostenibile della Fender alla carenza delle scorte di frassino.
Altre novità per la nuova serie di punta della Fender made in USA era la tastiera smussata ai lati e la finitura satinata 'Super-Natural' nella parte posteriore del manico. Il profilo “Deep C”, già visto nella prima serie American Professional, poteva essere considerato un misto tra quello “U” e quello “Modern C”, più sottile verso il capotasto e più spesso andando verso il tacco, comodo sia negli assoli, sia nelle ritmiche.
Forse una delle cose della prima serie American Professional che aveva convinto di meno i chitarristi erano sembrati i pickup V-Mod, cosa che spinse Tim Shaw a ridisegnarli e a perfezionarli con i nuovi V-Mod II, più articolati e ricchi in armonici dei precedenti. Un push pull sul secondo controllo di tono permetteva di aggiungere il pickup al manico nelle posizioni 1 e 2.
Il ponte 2-point con pop-in tremolo arm e blocco in acciaio laminato a freddo garantiva sustain e brillantezza.
Infine, con questa serie, nuove finiture furono aggiunte, come Miami Blue, Dark Knight, Mercury e Mystic Surf Green.
Antonio Calvosa