Nel dicembre del 2016 la Fender presentò una nuova linea di strumenti in grado di prendere il posto della serie American Standard, l'American Professional Series, e per questo si rivolse al capo ingegnere Tim Shaw, già artefice degli Shawbucker presenti sulle ultime American Standard e American Deluxe HSS, per la costruzione nuovi pickup da utilizzare al posto dei Custom Shop Fat '50.
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L'idea di Tom non era quella di stravolgere la chitarra, ma solo quella di modificarla e di migliorarla. Ovviamente la chiave per Shaw erano i pickup: «When they asked me to work on American Professional pickups, I thought about the magnets and specifically how they sounded whether in the bridge, middle or neck position. That’s been done on a boutique level before, but this gave us an opportunity to voice them for position and purpose on instruments produced at a larger scale».
Iniziò così a sperimentare diversi tipi di magneti in Alnico, mescolandoli anche sullo stesso pickup per migliorare il suono delle posizioni due e quattro: «The trick with the Strat is that positions two and four are just as important as positions one, three and five and we discovered that if we weren’t careful the "quack" of two and four went away. So we then focused on reversing the magnets on the middle pickup, with Alnico II on the bass and V on the treble because it made the quack sounds better».
I nuovi pickup V-Mod dell'American Professional Stratocaster erano quindi una miscela di Alnico II e III al manico, Alnico III e V al centro e Alnico V al ponte, controllati tramite il Treble Bleed, un circuito passivo che impediva lo smorzamento delle frequenze alte durante il roll off della manopola del volume.
Iniziò così a sperimentare diversi tipi di magneti in Alnico, mescolandoli anche sullo stesso pickup per migliorare il suono delle posizioni due e quattro: «The trick with the Strat is that positions two and four are just as important as positions one, three and five and we discovered that if we weren’t careful the "quack" of two and four went away. So we then focused on reversing the magnets on the middle pickup, with Alnico II on the bass and V on the treble because it made the quack sounds better».
I nuovi pickup V-Mod dell'American Professional Stratocaster erano quindi una miscela di Alnico II e III al manico, Alnico III e V al centro e Alnico V al ponte, controllati tramite il Treble Bleed, un circuito passivo che impediva lo smorzamento delle frequenze alte durante il roll off della manopola del volume.
Per l'American Professional Stratocaster HH Shawbucker Tim Shaw progettò lo Shawbucker 2, inserito al ponte, che faceva coppia con il vecchio Shawbucker 1 al manico: «The Shawbucker 2 is not tremendously hotter, but it’s enough that those two balance well. There's a lot of versatility, and it also has a treble bleed that is voiced for it».
L'American Professional Stratocaster HSS Shawbucker montava invece uno Shawbucker 1 con due V-Mod.
L'American Professional Stratocaster HSS Shawbucker montava invece uno Shawbucker 1 con due V-Mod.
Particolare attenzione venne rivolta al manico, dal nuovo profilo Deep "C", più sottile verso il capotasto e più spesso andando verso il tacco, dove arrivava a ricordare lo "U" shape, in modo da facilitare sia la torsione naturale del polso all'altezza dei primi tasti, dove i chitarristi tendono ad avvolgere con tutta la mano il manico, ma anche la posizione con il pollice dietro usata spesso da metà tastiera in poi.
I ventidue tasti Narrow Tall, particolarmente sottili ed alti, erano stati pensati per dare la sensazione di un attrito inferiore delle dita contro il legno.
Anche il ponte 2-Point Synchronized Tremolo, ancora con le sellette bent steel in stile vintage, fu rivisitato con l'utilizzo della leva ad inserimento.
I ventidue tasti Narrow Tall, particolarmente sottili ed alti, erano stati pensati per dare la sensazione di un attrito inferiore delle dita contro il legno.
Anche il ponte 2-Point Synchronized Tremolo, ancora con le sellette bent steel in stile vintage, fu rivisitato con l'utilizzo della leva ad inserimento.
Antonio Calvosa