battipenna monostrato
I prototipi e i campioni fatti nel 1953 avevano un battipenna nero in fenolite, proprio come le Telecaster, mentre sulle Stratocaster pre-production e tutte quelle fatte tra il 1954 e la metà del 1958 furono usati battipenna monostrato bianchi ad otto viti, ad eccezione di quelli in metallo anodizzato disponibili fino al 1958 pagando un sovrapprezzo. Alti circa 1,52 mm, non erano costituiti, contrariamente a molte credenze, in bakelite, ma da PVC (polyvinyl chloride) o da un nuovo polimero termoplastico, l'ABS (acrilonitrile butadiene stirene): materiali economici, flessibili e facili da lavorare.
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Sulla superficie inferiore del battipenna, all'altezza della zona di controllo, veniva poi incollato uno strato sottile di alluminio che schermava potenziometri e switch.
Inizialmente la facciata posteriore era semi-opaca, ma, gradualmente, la Fender iniziò ad usare battipenna che avevano entrambe le facciate lucide.
Le Stratocaster costruite tra il 1954 e il 1956 di solito avevano dei nastri adesivi su cui erano scritti a mano una data e un nome di donna, di solito Mary, Gloria, Virginia, o Barbara. Questi nastri, che erano attaccati sul lato inferiore del battipenna, indicavano il giorno e il nome dell’operaio che aveva istallato pickup ed elettronica e di solito erano l’ultima data che era segnata sulle Fender.
Inizialmente la facciata posteriore era semi-opaca, ma, gradualmente, la Fender iniziò ad usare battipenna che avevano entrambe le facciate lucide.
Le Stratocaster costruite tra il 1954 e il 1956 di solito avevano dei nastri adesivi su cui erano scritti a mano una data e un nome di donna, di solito Mary, Gloria, Virginia, o Barbara. Questi nastri, che erano attaccati sul lato inferiore del battipenna, indicavano il giorno e il nome dell’operaio che aveva istallato pickup ed elettronica e di solito erano l’ultima data che era segnata sulle Fender.
battipenna a tre strati "vintage"
Nell'estate del '59 i battipenna monostrato furono gradualmente sostituiti con quelli a tre strati bianco/nero/bianco ad undici viti in celluloide (nitrocellulosa o nitrato di cellulosa), un materiale importato dall'Italia, a cui si deve il soprannome nitrate guards dato a questi battipenna. Durante un breve periodo di transizione - giugno del '59 circa - tuttavia sono stati impiegati anche battipenna ibridi, come, per esempio, quelli monostrato o a tre strati con dieci viti oppure a tre strati ed otto viti.
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Persino quando erano nuovi, i primi battipenna a tre strati non erano veramente bianchi, ma avevano una sfumatura verde-grigiastra, definita spesso mint green, che era esaltata, nel tempo, con l'esposizione ai raggi ultravioletti e al fumo. A causa della natura instabile della celluloide, inoltre, questi battipenna avevano anche la tendenza a modificare leggermente la propria forma e a rompersi all'altezza delle viti.
Erano alti circa 2,54 mm, lo strato nero era leggermente più grande, erano caratterizzati da un piccolo scasso per l'accesso al truss rod e i loro bordi avevano un angolo di 30 gradi.
Con lo scopo di schermare pickup ed elettronica, sotto i battipenna a tre strati veniva posto un sottile foglio di alluminio dello spessore di circa 0,38 mm, che copriva tutta l'area del battipenna, su cui era possibile trovare delle scritte a matita che a volte potevano essere confusi con le firme di chi effettuava il controllo di qualità, ma che in realtà erano dei segni che servivano per guidare gli operai nell'istallazione di switch e potenziometri.
É importante tenere in mente che le attuali riproduzioni dei battipenna alla nitrocellulosa sono fatte in acetato di cellulosa, non nitrato.
Erano alti circa 2,54 mm, lo strato nero era leggermente più grande, erano caratterizzati da un piccolo scasso per l'accesso al truss rod e i loro bordi avevano un angolo di 30 gradi.
Con lo scopo di schermare pickup ed elettronica, sotto i battipenna a tre strati veniva posto un sottile foglio di alluminio dello spessore di circa 0,38 mm, che copriva tutta l'area del battipenna, su cui era possibile trovare delle scritte a matita che a volte potevano essere confusi con le firme di chi effettuava il controllo di qualità, ma che in realtà erano dei segni che servivano per guidare gli operai nell'istallazione di switch e potenziometri.
É importante tenere in mente che le attuali riproduzioni dei battipenna alla nitrocellulosa sono fatte in acetato di cellulosa, non nitrato.
battipenna a tre strati "Modern"
Verso la metà del '63 la vite situata tra il pickup al manico e quello centrale venne avvicinata al pickup di mezzo, ottenendo così la configurazione che è di solito presente sui battipenna ad undici viti delle Stratocaster moderne.
Dal 1968 la schermatura con il foglio in alluminio venne sostituita da un sottilissimo strato di alluminio attaccato direttamente al battipenna e ridotto nelle dimensioni: era situato, infatti, unicamente nella zona dei potenziometri e dello switch. Le sue dimensioni aumentarono nuovamente nel 1981, quando venne allargato alla zona dei pickup.
Dal 1968 la schermatura con il foglio in alluminio venne sostituita da un sottilissimo strato di alluminio attaccato direttamente al battipenna e ridotto nelle dimensioni: era situato, infatti, unicamente nella zona dei potenziometri e dello switch. Le sue dimensioni aumentarono nuovamente nel 1981, quando venne allargato alla zona dei pickup.
Siccome la celluloide era molto infiammabile e col tempo si restringeva rompendosi facilmente, la Fender nel 1964 iniziò a sperimentare nuovi tipi di pickguard. Un battipenna in celluloide, ricoperto da un quarto strato bianco, venne usato per smaltire tutti i battipenna mint green restanti in magazzino. È di solito chiamato fireproof o 4-ply white celluloid pickguard, ed è stato usato fino al 1965.
Nel gennaio del 1965 la Fender iniziò quindi a sostituire gradualmente i battipenna in celluloide con quelli in plastica bianca (di solito in PVC o in ABS), anche se la celluloide di "seconda generazione" non fu definitivamente abbandonata: è, infatti, possibile trovarla nei battipenna delle Stratocaster prodotte durante tutto il 1965. |
Dal 1972 i battipenna non avevano più il piccolo scasso per l'accesso al truss rod.
Nel 1973 furono impiegati per la prima volta i battipenna neri a tre strati sulla Stratocaster Walnut e, tra il 1975 il 1980, il loro uso venne esteso a tutte le Stratocaster, ad eccezione di quelle con finitura antigua, delle Strat (ma non delle Walnut Strat) e delle Gold Stratocaster.
Con l'introduzione, nel 1981, degli International Custom Color, disponibili però solo per un breve periodo, tornarono a circolare i battipenna bianchi insieme a quelli neri.
Questi battipenna avevano un sottile foglio di alluminio all'altezza dei pickup e del vano di controllo.
Con la Stratocaster Standard del 1983, conosciuta anche come "2 Knob Stratocaster", i battipenna neri furono eliminati definitivamente in favore di quelli bianchi a singolo strato e ben dodici viti! Quella nuova si trovava all'altezza dell'attaccatura del jack.
Nel 1987 venne presentata l'American Standard, il cui battipenna aveva 3 strati e 11 viti, nella configurazione post 1963. Tuttavia si può distinguere da quella delle Stratocaster degli anni '60 perché i fori per le viti non erano svasati e perché i suoi bordi avevano un angolo di 45 gradi.
Nel 1973 furono impiegati per la prima volta i battipenna neri a tre strati sulla Stratocaster Walnut e, tra il 1975 il 1980, il loro uso venne esteso a tutte le Stratocaster, ad eccezione di quelle con finitura antigua, delle Strat (ma non delle Walnut Strat) e delle Gold Stratocaster.
Con l'introduzione, nel 1981, degli International Custom Color, disponibili però solo per un breve periodo, tornarono a circolare i battipenna bianchi insieme a quelli neri.
Questi battipenna avevano un sottile foglio di alluminio all'altezza dei pickup e del vano di controllo.
Con la Stratocaster Standard del 1983, conosciuta anche come "2 Knob Stratocaster", i battipenna neri furono eliminati definitivamente in favore di quelli bianchi a singolo strato e ben dodici viti! Quella nuova si trovava all'altezza dell'attaccatura del jack.
Nel 1987 venne presentata l'American Standard, il cui battipenna aveva 3 strati e 11 viti, nella configurazione post 1963. Tuttavia si può distinguere da quella delle Stratocaster degli anni '60 perché i fori per le viti non erano svasati e perché i suoi bordi avevano un angolo di 45 gradi.
casi particolari
Non vanno inoltre dimenticati i battipenna tortoise shell a quattro strati, simili a quelli impiegati nel Jazzmaster o nel Precision Bass, cha talvolta erano montati sulle Stratocaster prodotte tra l'inizio del 1962 e il 1967.
Tra il '68 e il '70 la Fender riciclò sulle Stratocaster anche i battipenna delle Mustang rivoltati: si riconoscono per lo strato inferiore del battipenna, quello non visibile, perlato, mentre lo strato superiore restava simile a quello degli anni precedenti.
L'Elite Stratocaster aveva un battipenna bianco a tre strati ed undici viti, ma era impossibile confonderla con quelle pre-CBS per la sua forma e a causa dei fori per i pulsanti adiacenti ai pomelli di tono e volume.
Tra il '68 e il '70 la Fender riciclò sulle Stratocaster anche i battipenna delle Mustang rivoltati: si riconoscono per lo strato inferiore del battipenna, quello non visibile, perlato, mentre lo strato superiore restava simile a quello degli anni precedenti.
L'Elite Stratocaster aveva un battipenna bianco a tre strati ed undici viti, ma era impossibile confonderla con quelle pre-CBS per la sua forma e a causa dei fori per i pulsanti adiacenti ai pomelli di tono e volume.
Le Vintage Reissue del 1982 furono realizzate seguendo le geometrie dei vecchi battipenna: ad otto viti quelli delle '57 e ad undici viti quelli delle '62. Tuttavia per quest'ultima Stratocaster la Fender inizialmente sbagliò clamorosamente la posizione della vite superiore, che fu collocata sopra il pickup centrale; questo errore venne corretto nello stesso anno.