Nel 1967, in seguito alla continua domanda di amplificatori sempre più potenti, videro la luce anche i primi amplificatori da 200 watt, i Marshall 200. Nati sotto la supervisione di Ken Flegg, erano caratterizzati da un preamp tutto nuovo, basato ancora su tre valvole 12AX7, ma dotato di filtri low-pass e high-pass in parallelo. In alcuni modelli i trasformatori impiegati sono stati i Partridge, ampiamente utilizzati negli Hiwatt; sono stati gli unici Marshall ad usare questi trasformatori, anche se limitatamente a pochi modelli, dato che erano molto costosi. Per gestire al meglio la loro potenza montavano quattro valvole finali English Gold Lion G.E.C. KT88.
Il pannello frontale era molto semplice: erano presenti unicamente il pulsante di accensione, i pomelli degli alti, dei bassi e del volume, e un singolo canale con due ingressi; inoltre era privo dello switch di stand-by.
Dato che queste testate avevano un grosso cabinet e un piccolo pannello frontale, che ad una prima occhiata ricordavano il muso di un maiale, la Lead della prima serie dei Marshall 200 (modello 1967) era stata soprannominata "The Pig". Erano disponibili anche nella versione Bass (1978) e P.A. (1966), nota anche con il nome di "Marshall P.A. 200".
Il pannello frontale era molto semplice: erano presenti unicamente il pulsante di accensione, i pomelli degli alti, dei bassi e del volume, e un singolo canale con due ingressi; inoltre era privo dello switch di stand-by.
Dato che queste testate avevano un grosso cabinet e un piccolo pannello frontale, che ad una prima occhiata ricordavano il muso di un maiale, la Lead della prima serie dei Marshall 200 (modello 1967) era stata soprannominata "The Pig". Erano disponibili anche nella versione Bass (1978) e P.A. (1966), nota anche con il nome di "Marshall P.A. 200".
Nel '68, per avere una testata più solida in grado di reggere meglio il trasporto negli Stati Uniti, lo chassis in alluminio venne abbandonato in favore del più resistente chassis in acciaio e le casse furono rinforzate. In più, solo per il mercato americano, le valvole finali furono rimpiazzate dalle 6550.
Le modifiche effettuate portarono ad una nuova generazione di amplificatori da 200 watt, profondamente ridisegnati dal punto di vista estetico ed elettronico: i Marshall Major, muniti di quattro o otto ingressi.
Alcuni di questi nuovi amplificatori mostravano sul pannello frontale anche un polarity switch o la sigla "JMP".
Nella progettazione di questi amplificatori furono coinvolti anche Mr. Fields della Dagnall Electronics e David Hafler, un ingegnere del suono specializzato nello sviluppo degli amplificatori high-fidelity, a cui si deve l'uso dei trasformatori Ultra Linear Design.
Mentre Mick Ronson e John Entwistle sono stati tra i più famosi utilizzatori dei "Pigs", sicuramente il più importante chitarrista a suonare con un Major, anche se modificato, fu Ritchie Blackmore, anch'egli un assiduo frequentatore del negozio di Jim Marshall da quando aveva tredici anni perché suonava con un suo studente di batteria, Mick Underwood.
La costruzione e la distribuzione dei Marshall da 200 watt cessò nel '74, quando i produttori delle KT88, le uniche valvole in grado di sostenere potenze così elevate, decisero di non fabbricarle più perché convinti che con l'avvento degli amplificatori a transistor la loro richiesta sarebbe diminuita.
Le modifiche effettuate portarono ad una nuova generazione di amplificatori da 200 watt, profondamente ridisegnati dal punto di vista estetico ed elettronico: i Marshall Major, muniti di quattro o otto ingressi.
Alcuni di questi nuovi amplificatori mostravano sul pannello frontale anche un polarity switch o la sigla "JMP".
Nella progettazione di questi amplificatori furono coinvolti anche Mr. Fields della Dagnall Electronics e David Hafler, un ingegnere del suono specializzato nello sviluppo degli amplificatori high-fidelity, a cui si deve l'uso dei trasformatori Ultra Linear Design.
Mentre Mick Ronson e John Entwistle sono stati tra i più famosi utilizzatori dei "Pigs", sicuramente il più importante chitarrista a suonare con un Major, anche se modificato, fu Ritchie Blackmore, anch'egli un assiduo frequentatore del negozio di Jim Marshall da quando aveva tredici anni perché suonava con un suo studente di batteria, Mick Underwood.
La costruzione e la distribuzione dei Marshall da 200 watt cessò nel '74, quando i produttori delle KT88, le uniche valvole in grado di sostenere potenze così elevate, decisero di non fabbricarle più perché convinti che con l'avvento degli amplificatori a transistor la loro richiesta sarebbe diminuita.
Antonio Calvosa