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EVOLUZIONE DELLA STRATOCASTER

POTENZIOMETRI DELLA STRATOCASTER

Stratocaster potenziometro
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English

Full Shaft vs Split Shaft

split vs full shaft pots
Le primissime Stratocaster del 1954 erano dotate degli stessi potenziometri ad albero “pieno”, detti full shaft o solid shaft, utilizzati sulla Telecaster. Sfortunatamente, le prime manopole di tono e volume in polistirene erano particolarmente fragili e si rompevano facilmente dopo essere stati montati sui potenziometri full shaft. 
Al contrario, questi potenziometri si adattavano bene alla Telecaster, le cui resistenti manopole di metallo erano munite una piccola vite che li fissava saldamente all’albero del potenziometro.
Dal momento che le manopole di plastica della Stratocaster potevano rompersi anche durante il primo assemblaggio o poco dopo, nel settembre 1954 la Fender fu costretta a riprogettare le manopole per renderle più resistenti e a sostituire i potenziometri full shaft con quelli split shaft, il cui albero aveva un taglio centrale.
Anche se è noto che alcune delle prime Stratocaster montavano dei potenziometri da 100 kOhm, la Fender Stratocaster era di solito munita di potenziometri da 250 kOhm.
Nei primi anni la Fender usò i potenziometri della Centralab (solo nel 1954) e della Stackpole. Nel 1963 Leo Fender iniziò ad utilizzare anche i potenziometri CTS (Chicago Telephone Supply). Nel 1966 fu acquistata un'enorme quantità di potenziometri CTS e la Fender impiegò cinque anni per usarli tutti.
La forma dei potenziometri della Stratocaster non è stata sempre la stessa, ma è variata nel corso degli anni: alcuni erano svasati, mentre altri presentavano una parte superiore piatta.
Dal 1972 era possibile, su ordinazione, collegare a "massa" i potenziometri e lo switch tramite dei cavi elettrici rivestiti di una plastica nera.

Come datare i potenziometri

I potenziometri utilizzati da Fender mostravano sulla base o sui lati dei codici numerici che potevano fornire informazioni sulla data di produzione, sul produttore e sui valori della resistenza.
Questi codici erano composti dal codice del produttore, seguito da numeri che indicavano la settimana e l'anno di produzione:
  • BBBASS negli anni ’50,
  • BBBAASS dagli anni ’60.
In cui “A” indicata le ultime cifre dell’anno di produzione “S” la settimana, e “BBB” la marca:
  • “137” = CTS
  • “304” = Stackpole
  • “013” = Centralab
Sfortunatamente, questi codici possono essere sbiaditi, usurati o nascosti da saldature o altri componenti. É importante non confonderli con altri numeri incisi sul potenziometro dal produttore a scopo di inventario. Ad esempio, il codice del potenziometro “021357 250K A 1376612” può essere così tradotto:
“021357 250K” = part number del potenziometro da 250K
“1376642” = il codice del produttore e la data (CTS, dodicesima settimana del 1966)
I potenziometri possono essere d’aiuto nella datazione della Stratocaster, ma va ben tenuto in mente che il codice impresso non si riferisce alla data di produzione della chitarra, ma solo a quella del potenziometro. A volte la Fender impiegava molto tempo per utilizzare i potenziometri a disposizione, che potevano essere quindi molto più vecchi della chitarra su cui venivano montati.  Ad esempio, nel 1966 la Fender comprò moltissimi CTS e impiegò ben cinque anni per utilizzarli tutti! Inoltre va anche considerate che alcuni potrebbero essere stati sostituiti ed essere quindi più giovani della chitarra.  
Uno Stackpole della prima settimana del 1959, montato su una Stratocaster del 1960
Uno Stackpole della prima settimana del 1959, montato su una Stratocaster del 1960
Potenziometro CTS della quarantanovesima settima del 1965
Potenziometro CTS della quarantanovesima settima del 1965
Potenziometro CTS del 1969
Potenziometro CTS del 1969

Il TBX

TBX
Il TBX: si vedono bene i due potenziometri sovrapposti
Nella Stratocaster Elite, e in seguito anche nell'American Standard del 1987 e nella serie Plus, era presente il sistema di controllo di tono chiamato TBX. Molti credono che questo sia un sistema attivo, ma in realtà non necessita di batterie e non amplifica le frequenze, bensì le taglia; da questo derivano anche le diverse interpretazioni della sigla TBX, Treble Bass eXpander e Treble Bass Cuts (X).
Sebbene sia stato modificato più volte nel corso degli anni, il TBX consiste sempre in due potenziometri posti l'uno sopra l'altro: uno da 250kOhm, che si comporta come un potenziometro normale, tagliando gli alti, ma con la corsa limitata da 0 a 5; l'altro, da 1000 kOhm, è collegato ad una resistenza da 0,82 kOhm e ad un condensatore da 0,022 µF. 
Questo potenziometro taglia i bassi, esaltando gli alti, e la sua corsa va da 5 a 10. Ovviamente la posizione “5” è quella flat.
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