I potenziometri impiegati inizialmente sulle Stratocaster erano, il più delle volte, i Centralab (solo nel 1954) e gli Stackpole, mentre, dal 1963 circa, la Fender iniziò ad usare, gradualmente, quelli CTS (Chicago Telephone Supply). L'albero dei potenziometri che entrava all'interno della manopola era quasi sempre dotati di fessura, motivo per cui sono chiamati "split shaft"; tuttavia alcuni collezionisti assicurano che alcune Stratocaster del 1954 hanno dei potenziometri ad albero pieno, chiamati quindi "solid shaft".
I potenziometri erano datati secondo un codice, presente sulla superficie superiore o su lato, che prevedeva il prefisso "013" per i Centralab, "137" per i CTS o "304" per gli Stackpole, seguito da "ASS" (negli anni '40 e '50) o "AASS" (dagli anni '60), dove "A" erano le ultime cifre dell'anno di produzione e "S" indicava la settimana; è importante tenere in mente che queste date si riferivano alla produzione del potenziometro e non della Stratocaster, anche se possono dare un'idea di quando la chitarra è stata costruita. Ad esempio nel 1966 la Fender comprò un numero enorme di CTS, per cui è frequente trovare Stratocaster munite di potenziometri così datati anche nei cinque anni successivi.
I potenziometri usati per il controllo del volume e quelli impiegati nelle manopole di tono erano di 250kΩ, anche se i primissimi prototipi delle Stratocaster montavano potenziometri da 100kΩ. La forma dei potenziometri non era sempre la stessa: alcuni avevano la superficie superiore piatta, altri mostravano un'incisione circolare o una svasatura.
Dal 1972 era possibile, su ordinazione, collegare a "massa" i potenziometri e lo switch tramite dei cavi elettrici rivestiti di una plastica nera.
I potenziometri erano datati secondo un codice, presente sulla superficie superiore o su lato, che prevedeva il prefisso "013" per i Centralab, "137" per i CTS o "304" per gli Stackpole, seguito da "ASS" (negli anni '40 e '50) o "AASS" (dagli anni '60), dove "A" erano le ultime cifre dell'anno di produzione e "S" indicava la settimana; è importante tenere in mente che queste date si riferivano alla produzione del potenziometro e non della Stratocaster, anche se possono dare un'idea di quando la chitarra è stata costruita. Ad esempio nel 1966 la Fender comprò un numero enorme di CTS, per cui è frequente trovare Stratocaster munite di potenziometri così datati anche nei cinque anni successivi.
I potenziometri usati per il controllo del volume e quelli impiegati nelle manopole di tono erano di 250kΩ, anche se i primissimi prototipi delle Stratocaster montavano potenziometri da 100kΩ. La forma dei potenziometri non era sempre la stessa: alcuni avevano la superficie superiore piatta, altri mostravano un'incisione circolare o una svasatura.
Dal 1972 era possibile, su ordinazione, collegare a "massa" i potenziometri e lo switch tramite dei cavi elettrici rivestiti di una plastica nera.
Il TBX

Nella Stratocaster Elite, e in seguito anche nell'American Standard del 1987 e nella serie Plus, era presente il sistema di controllo di tono chiamato TBX. Molti credono che questo sia un sistema attivo, ma in realtà non necessita di batterie e non esalta le frequenze, bensì le taglia; da questo derivano anche le diverse interpretazioni della sigla TBX, Treble Bass eXpander e Treble Bass Cuts (X).
Sebbene sia stato modificato più volte nel corso degli anni, il TBX consiste sempre in due potenziometri posti l'uno sopra l'altro (stacked): uno da 250kΩ che si comporta in modo normale, tagliando gli alti, ma con la corsa limitata da 0 a 5; l'altro, da 1000 kΩ, è collegato ad una resistenza da 0,82 kΩ e ad un condensatore da 0,022 µF. Questo potenziometro taglia i bassi, esaltando gli alti, e la sua corsa va da 5 a 10. Ovviamente il valore 5 è quello flat.
Sebbene sia stato modificato più volte nel corso degli anni, il TBX consiste sempre in due potenziometri posti l'uno sopra l'altro (stacked): uno da 250kΩ che si comporta in modo normale, tagliando gli alti, ma con la corsa limitata da 0 a 5; l'altro, da 1000 kΩ, è collegato ad una resistenza da 0,82 kΩ e ad un condensatore da 0,022 µF. Questo potenziometro taglia i bassi, esaltando gli alti, e la sua corsa va da 5 a 10. Ovviamente il valore 5 è quello flat.