Pochi sanno che Ritchie Blackmore, all'inizio della sua carriera con i Deep Purple, suonava una Gibson ES-335 del 1961, ma, a causa della sua passione per Jimi Hendrix, iniziò a desiderare sempre di più le Stratocaster. Ritchie acquistò la sua prima Fender da Mick Turner, roadie di Eric Clapton. «It wasn't very playable, that's why Clapton gave it to Mick. It was a Stratocaster body and a Telecaster neck», dichiarò Ian Hansford, tecnico dei Deep Purple.
Da quel momento iniziò a suonare esclusivamente Stratocaster, che preferiva per il suo suono più aggressivo, nonostante la ritenesse più difficile da suonare: «At first I couldn't get used to the Strat after the Gibson. The necks are quite different. But now I can't get used to the Gibson again. A Stratocaster is harder to play than a Gibson, too. I don't know why. I think it's because you can't race across a Strat's fingerboard so fast».
Ritchie apprezzava molto il tremolo delle Stratocaster: «I liked the way Hendrix used his tremelo, though I don't think I use it the same way. A lot of guitarist think that a tremelo arm is for someone who can't play a hand vibrato. But the tremelo arm gives a different vibrato all together. It affects whole chords. I can do the old hand vibrato just fine, but I like attacking the strings and getting all those sounds. You can get a lot of aggression out with a tremelo arm. I've got a Bigsby on my Gibson, and it's a wast, because it's got too much leeway. You have to pull it back a half-an- inch before it does a thing. But the vibrato on the Strat reacts immediately. As soon as you pull on it, the strings start going back».
Da quel momento iniziò a suonare esclusivamente Stratocaster, che preferiva per il suo suono più aggressivo, nonostante la ritenesse più difficile da suonare: «At first I couldn't get used to the Strat after the Gibson. The necks are quite different. But now I can't get used to the Gibson again. A Stratocaster is harder to play than a Gibson, too. I don't know why. I think it's because you can't race across a Strat's fingerboard so fast».
Ritchie apprezzava molto il tremolo delle Stratocaster: «I liked the way Hendrix used his tremelo, though I don't think I use it the same way. A lot of guitarist think that a tremelo arm is for someone who can't play a hand vibrato. But the tremelo arm gives a different vibrato all together. It affects whole chords. I can do the old hand vibrato just fine, but I like attacking the strings and getting all those sounds. You can get a lot of aggression out with a tremelo arm. I've got a Bigsby on my Gibson, and it's a wast, because it's got too much leeway. You have to pull it back a half-an- inch before it does a thing. But the vibrato on the Strat reacts immediately. As soon as you pull on it, the strings start going back».
La Blackmore made in Japan
La serie di eventi che portarono alla prima signature di Ritchie Blackmore iniziarono addirittura nel 1987, dopo un incontro nel camerino della Wembley Arena tra Ritchie, Clif ‘Cooky’ (il suo tecnico tra il 1981 e il 1988) e John Hill, responsabile della Fender del rapporto con in musicisti in Europa. L’incontro era stato organizzato da Mick Ralphs, chitarrista dei Mott the Hoople and Bad Company, perché a Ritchie era piaciuta molto la Squier vintage reissue che aveva provato quando i Bad Company fecero da gruppo spalla ai Deep Purple nel 1987.
Ritchie Blackmore era solito modificare le sue Stratocaster, levigando la superficie in legno tra i tasti per un effetto scalloped e abbassando completamente il pickup centrale poiché era d'intralcio alla sua mano destra.
Proprio per questo la sua prima signature, la giapponese Ritchie Blackmore Stratocaster (ST72-145RB) aveva una tastiera custom scalloped a ventuno tasti e solo due pickup Seymour Duncan Quarter Pound al manico e al ponte, mentre quello in posizione centrale era finto. Era una chitarra '70 style, con palettone, bullet truss rod, neck plate a tre viti con micro tilt e, come la maggior parte delle MIJ, aveva il corpo in tiglio. Venne fabbricata tra il 1997 e il 2004 per il mercato interno giapponese, ma nel 1997 fu anche esportata in Occidente in edizione limitata a 383 esemplari.
È interessante notare come, prima che la signature giapponese andasse in produzione, la Fender Japan tra il 1994 e il 1996 realizzò una Stratocaster molto simile alla Blackmore, con il manico scalloped e con i nuovi pickup ST-HR7 che erano stati progettati per ricordare visivamente i Duncan Quarter Pounds. Questo modello, l'ST72-85SC, viene spesso soprannominato Blackmore pre-signature Stratocaster.
Ritchie Blackmore era solito modificare le sue Stratocaster, levigando la superficie in legno tra i tasti per un effetto scalloped e abbassando completamente il pickup centrale poiché era d'intralcio alla sua mano destra.
Proprio per questo la sua prima signature, la giapponese Ritchie Blackmore Stratocaster (ST72-145RB) aveva una tastiera custom scalloped a ventuno tasti e solo due pickup Seymour Duncan Quarter Pound al manico e al ponte, mentre quello in posizione centrale era finto. Era una chitarra '70 style, con palettone, bullet truss rod, neck plate a tre viti con micro tilt e, come la maggior parte delle MIJ, aveva il corpo in tiglio. Venne fabbricata tra il 1997 e il 2004 per il mercato interno giapponese, ma nel 1997 fu anche esportata in Occidente in edizione limitata a 383 esemplari.
È interessante notare come, prima che la signature giapponese andasse in produzione, la Fender Japan tra il 1994 e il 1996 realizzò una Stratocaster molto simile alla Blackmore, con il manico scalloped e con i nuovi pickup ST-HR7 che erano stati progettati per ricordare visivamente i Duncan Quarter Pounds. Questo modello, l'ST72-85SC, viene spesso soprannominato Blackmore pre-signature Stratocaster.
La Blackmore made in Mexico3>
Poco più di dieci anni dopo anche la fabbrica di Ensenada iniziò la produzione di una signature del chitarrista dei Deep Purple, la Ritchie Blackmore Stratocaster (made in Mexico), presentata nel 2009. Anch'essa era una chitarra basata sulle Stratocaster degli anni '70, con palettone, bullet truss rod e neck plate a tre viti con micro tilt, ma era leggermente diversa dalla MIJ. Infatti il corpo era in ontano, il profilo era ad U (non special oval shape come quella giapponese) e il ponte a sei viti aveva le sellette vintage piuttosto che le sellette in stile CBS della made in Japan. Anche la versione messicana aveva un pickup fantoccio centrale, mentre gli altri due erano i Seymour Duncan Quarter Pound Flat SSL-4.
La tastiera, sempre a ventuno tasti, era graduated scalloped, diversa da quella delle Malmsteen i cui tasti erano scavati in modo simmetrico: i tasti della Blackmore, infatti, avevano uno scalloping asimmetrico e graduale, che si accentuava scendendo verso le corde più sottili e avvicinandosi alla fine del tasto e alle note più acute.
Ma queste non furono le uniche Blackmore realizzate dalla Fender.
La tastiera, sempre a ventuno tasti, era graduated scalloped, diversa da quella delle Malmsteen i cui tasti erano scavati in modo simmetrico: i tasti della Blackmore, infatti, avevano uno scalloping asimmetrico e graduale, che si accentuava scendendo verso le corde più sottili e avvicinandosi alla fine del tasto e alle note più acute.
Ma queste non furono le uniche Blackmore realizzate dalla Fender.
Le versioni del Custom Shop
La Ritchie Blackmore Signature Stratocaster del Custom Shop era una chitarra molto particolare: oltre ad essere set neck, aveva due soli pickup, quello al ponte e quello al manico, entrambi Lace Sensor Gold.
La chitarra apparve già nel 1998, ma fu ufficialmente in produzione tra il 1999 e il 2004.
Sul palettone con il bullet truss rod spiccavano le meccaniche Fender/Schaller Deluxe Cast/Sealed Locking Tuning e la firma del chitarrista. Il manico aveva un profilo custom oval e la tastiera, questa volta a ventidue tasti, era custom scalloped. Il corpo era in light premium ash e il ponte 2-point con block saddles.
Il selettore a tre vie e consentiva di attivare i pickup al ponte e quello al manico contemporaneamente.
Su richiesta era disponibile la versione Ritchie Blackmore Signature Roland Ready Stratocaster, munita di un pickup aggiuntivo Special Design Roland GK-2A che trasformava la chitarra in un synth controller.
La chitarra apparve già nel 1998, ma fu ufficialmente in produzione tra il 1999 e il 2004.
Sul palettone con il bullet truss rod spiccavano le meccaniche Fender/Schaller Deluxe Cast/Sealed Locking Tuning e la firma del chitarrista. Il manico aveva un profilo custom oval e la tastiera, questa volta a ventidue tasti, era custom scalloped. Il corpo era in light premium ash e il ponte 2-point con block saddles.
Il selettore a tre vie e consentiva di attivare i pickup al ponte e quello al manico contemporaneamente.
Su richiesta era disponibile la versione Ritchie Blackmore Signature Roland Ready Stratocaster, munita di un pickup aggiuntivo Special Design Roland GK-2A che trasformava la chitarra in un synth controller.
Non va dimenticata anche la set-neck ST72-175RB, realizzata in Giappone per il mercato interno giapponese, identica alla versione del Custom Shop americano, ma distinguibile per la presenza di un ponte vintage style, e non 2-pivot, e per la tastiera più piatta.
Sulla destra, la "mitica" versione giapponese (foto vintageandrare)
Nel 2013 il Custom Shop presentò, in edizione limitata, la Ritchie Blackmore 1969 Light Relic Stratocaster, replica della storica Fender nera con cui il chitarrista dei Deep Purple suonava nei primi anni '70 e con cui registrò l'album Machine Head e il riff di Smoke on the water.
La chitarra aveva un corpo in ontano in due pezzi, dalla finitura alla nitro light relic su fondo poliuretanico, un manico in acero dal profilo ad U e dal radius di 7,5 pollici munito di ventuno tasti medium jumbo. I pickup Custom 1969, avvolti a mano da Abigail Ybarra, erano controllati da uno switch a tre vie. La chitarra montava meccaniche Fender/Schaller "F" Keys, neck plate a quattro viti con inciso il seriale e la "F" di Fender ed aveva un ponte vintage style con leva "tipless" custom di ¼", proprio come piaceva al chitarrista dei Deep Purple. Sulla parte posteriore della paletta spiccava il logo del Custom Shop con la scritta "Tribute Series".
La chitarra aveva un corpo in ontano in due pezzi, dalla finitura alla nitro light relic su fondo poliuretanico, un manico in acero dal profilo ad U e dal radius di 7,5 pollici munito di ventuno tasti medium jumbo. I pickup Custom 1969, avvolti a mano da Abigail Ybarra, erano controllati da uno switch a tre vie. La chitarra montava meccaniche Fender/Schaller "F" Keys, neck plate a quattro viti con inciso il seriale e la "F" di Fender ed aveva un ponte vintage style con leva "tipless" custom di ¼", proprio come piaceva al chitarrista dei Deep Purple. Sulla parte posteriore della paletta spiccava il logo del Custom Shop con la scritta "Tribute Series".
Antonio Calvosa
Ringrazio Mauro Fortunelli per la collaboazione
Ringrazio Mauro Fortunelli per la collaboazione