All'inizio del 2018 le American Vintage andarono in pensione, lasciando delusi molti appassionati delle ormai storiche riedizioni Fender.
Il posto delle vecchie reissue venne preso dalla nuova American Original Series, una serie che fondeva il più classico dei design Fender a piccole modernità spesso richieste dai chitarristi. «These best-of-the-decade versions of our most iconic instruments have been updated with modern fingerboard profiles, vintage tall frets and other details to make them even more playable for the modern musician», citava la Fender sul proprio sito web.
Le motivazioni di questo cambio erano probabilmente da ricercare nelle numerose serie dal sapore vintage che la Fender e la Squier avevano nel proprio listino. Se consideriamo la Classic Vibe una serie entry level e la Time Machine il livello più alto delle repliche del passato, senza dimenticare la Classic Series messicana, che ormai aveva conquistato molti chitarristi nella fascia media, appariva chiaro come la Fender, con la nuova serie, stesse cercando qualcosa di diverso. Un po' come le Vintage Modified nel catalogo Squier, le nuove American Original erano un misto tra vecchio e nuovo. Non erano year-specific, ma racchiudevano gli aspetti più importanti di un decennio.
Come facilmente immaginabile, la nuova American Original '50s Stratocaster si distingueva per un corpo in frassino ed un maple neck Soft "V", mentre l'American Original '60s Stratocaster per un corpo in ontano ed un manico in acero Thick "C" con tastiera in palissandro. Se da un lato entrambe avevano un radius di 9,5 pollici e tasti vintage-tall, per una migliore suonabilità, dall'altro la finitura alla nitro strizzava l'occhio agli amanti del vintage.
I pickup erano, rispettivamente, i Pure Vintage '59 e i Pure Vintage '65, controllati da un pratico selettore a cinque posizioni. Entrambi i set erano in Alnico V, staggered poles, wax-potted e non RWRP; ma mentre l'isolante dei '59 era il Formvar, quello usato nei '65 era il Plain Enamel.
Erano evidenti le diverse distanze dei segnatasti al dodicesimo tasto nei due modelli, wide spacing per la '50s e narrow spacing per la '60s, e le diverse decal sulla paletta, Transition Logo con patent number (non vintage correct!) per la '60s, Spaghetti senza patent number per la '50s.
Infine il seriale, situato ancora sul neck plate e che iniziava per "V", proprio come nelle American Vintage, simboleggiava il passaggio del testimone.
Il posto delle vecchie reissue venne preso dalla nuova American Original Series, una serie che fondeva il più classico dei design Fender a piccole modernità spesso richieste dai chitarristi. «These best-of-the-decade versions of our most iconic instruments have been updated with modern fingerboard profiles, vintage tall frets and other details to make them even more playable for the modern musician», citava la Fender sul proprio sito web.
Le motivazioni di questo cambio erano probabilmente da ricercare nelle numerose serie dal sapore vintage che la Fender e la Squier avevano nel proprio listino. Se consideriamo la Classic Vibe una serie entry level e la Time Machine il livello più alto delle repliche del passato, senza dimenticare la Classic Series messicana, che ormai aveva conquistato molti chitarristi nella fascia media, appariva chiaro come la Fender, con la nuova serie, stesse cercando qualcosa di diverso. Un po' come le Vintage Modified nel catalogo Squier, le nuove American Original erano un misto tra vecchio e nuovo. Non erano year-specific, ma racchiudevano gli aspetti più importanti di un decennio.
Come facilmente immaginabile, la nuova American Original '50s Stratocaster si distingueva per un corpo in frassino ed un maple neck Soft "V", mentre l'American Original '60s Stratocaster per un corpo in ontano ed un manico in acero Thick "C" con tastiera in palissandro. Se da un lato entrambe avevano un radius di 9,5 pollici e tasti vintage-tall, per una migliore suonabilità, dall'altro la finitura alla nitro strizzava l'occhio agli amanti del vintage.
I pickup erano, rispettivamente, i Pure Vintage '59 e i Pure Vintage '65, controllati da un pratico selettore a cinque posizioni. Entrambi i set erano in Alnico V, staggered poles, wax-potted e non RWRP; ma mentre l'isolante dei '59 era il Formvar, quello usato nei '65 era il Plain Enamel.
Erano evidenti le diverse distanze dei segnatasti al dodicesimo tasto nei due modelli, wide spacing per la '50s e narrow spacing per la '60s, e le diverse decal sulla paletta, Transition Logo con patent number (non vintage correct!) per la '60s, Spaghetti senza patent number per la '50s.
Infine il seriale, situato ancora sul neck plate e che iniziava per "V", proprio come nelle American Vintage, simboleggiava il passaggio del testimone.