Uno dei successi più importanti della Fender nella seconda metà degli anni '90 furono gli strumenti relic, chitarre nuove di zecca ma che sembravano già usate, suonate per tanto tempo, a volte perfino maltrattate.
Questo concetto non era del tutto nuovo quando il Custom Shop iniziò a fabbricare le prime Stratocaster invecchiate artificialmente. Alcuni liutai, infatti, già avevano "reliccato" un po' di strumenti sia per rendere le riparazioni delle chitarre vintage più verosimili, ma anche per creare falsi.
Le prime Fender relic risalgono ai primi anni '80, quando Dan Smith e John Hill iniziarono ad usurare artificialmente la vernice dei manici degli strumenti di alcuni dei chitarristi più importanti del Regno Unito. Dan e John chiamavano questa customizzazione "antiquing" perché John Hill aveva portato il manico di una chitarra di Eric Clapton nel laboratorio di Robbie Gladwell, che a Dan ricordava quello di Lovejoy, una vecchia serie televisiva in cui l'attore Ian McShane interpretava un antiquario ("antiques dealer") che vendeva oggetti che invecchiava artificialmente per farli sembrare più antichi di quanto fossero realmente!
I musicisti che chiedevano strumenti dall'aspetto usurato erano molti: David Gilmour, Jeff Beck, Jimmy Page, Keith Richards, Ritchie Blackmore, George Harrison, Mick Ralphs, Andy Summers, Dave Murray e Sting.
Dan e John discussero a lungo con Bill Schultz a proposito di questa tecnica, che Bill la definiva "forgery", contraffazione, e verso la quale aveva posto un fermo veto. Per cui la Fender non avrebbe mai realizzato chitarre relic per la distribuzione di massa se non fosse stato per Jay W. Black, Vince Cunetto e John Black.
Jay W. Black venne assunto come master builder del Custom Shop da John Page, nel 1989. Black non sentì nessuna necessità di provare ad invecchiare gli strumenti Fender fino a quando, all'inizio degli anni '90, Don Was, che avrebbe accompagnato Bonnie Raitt ai Grammys, gli chiese un nuovo basso dall'aspetto più usato. Questa richiesta stimolò la fantasia di Black, che iniziò a chiedersi se istituire una linea di chitarre che mostravano i segni del tempo potesse essere una buona idea o se gli avrebbero riso in faccia.
Questo concetto non era del tutto nuovo quando il Custom Shop iniziò a fabbricare le prime Stratocaster invecchiate artificialmente. Alcuni liutai, infatti, già avevano "reliccato" un po' di strumenti sia per rendere le riparazioni delle chitarre vintage più verosimili, ma anche per creare falsi.
Le prime Fender relic risalgono ai primi anni '80, quando Dan Smith e John Hill iniziarono ad usurare artificialmente la vernice dei manici degli strumenti di alcuni dei chitarristi più importanti del Regno Unito. Dan e John chiamavano questa customizzazione "antiquing" perché John Hill aveva portato il manico di una chitarra di Eric Clapton nel laboratorio di Robbie Gladwell, che a Dan ricordava quello di Lovejoy, una vecchia serie televisiva in cui l'attore Ian McShane interpretava un antiquario ("antiques dealer") che vendeva oggetti che invecchiava artificialmente per farli sembrare più antichi di quanto fossero realmente!
I musicisti che chiedevano strumenti dall'aspetto usurato erano molti: David Gilmour, Jeff Beck, Jimmy Page, Keith Richards, Ritchie Blackmore, George Harrison, Mick Ralphs, Andy Summers, Dave Murray e Sting.
Dan e John discussero a lungo con Bill Schultz a proposito di questa tecnica, che Bill la definiva "forgery", contraffazione, e verso la quale aveva posto un fermo veto. Per cui la Fender non avrebbe mai realizzato chitarre relic per la distribuzione di massa se non fosse stato per Jay W. Black, Vince Cunetto e John Black.
Jay W. Black venne assunto come master builder del Custom Shop da John Page, nel 1989. Black non sentì nessuna necessità di provare ad invecchiare gli strumenti Fender fino a quando, all'inizio degli anni '90, Don Was, che avrebbe accompagnato Bonnie Raitt ai Grammys, gli chiese un nuovo basso dall'aspetto più usato. Questa richiesta stimolò la fantasia di Black, che iniziò a chiedersi se istituire una linea di chitarre che mostravano i segni del tempo potesse essere una buona idea o se gli avrebbero riso in faccia.
Black decise quindi di contattare Vince Cunetto. Vince ancora non lavorava come liutaio quando conobbe il Master Builder, nonostante avesse un'enorme passione per le chitarre elettriche vintage. «I started trading, buying and selling vintage guitars on the side in about 1984 or ’85 », dichiarò Vince intervistato da Dave Hunter (Guitar Magazine). «I got hit with the bug to have a vintage Telecaster of my own, but I couldn’t afford any of the ones I was trading myself, so I started farting around with trying to age guitars in the mid '80s – doing a lot of research into Teles and blueprinting them. I’d borrow Telecasters from Jim Colclasure [un famoso commerciante di strumenti vintage a Kansas City] and I’d machine pin-router templates, and I’d buy the wood and I’d take it to a company that had a nice old pin-routing machine, and I started making Tele bodies. Then I started finishing them. When I was a kid I had worked in this body shop, and that’s how I learned to spray lacquer».
Vince studiò come replicare le vecchie decal e iniziò a venderle nel corso di esposizioni e manifestazioni riguardanti gli strumenti musicali, catturando così l'attenzione di J.W. Black, che già lavorava per il Custom Shop: «We know you’re the guy making these decals, and it’s not cool, but if you quit doing that and you make them for the Custom Shop the way you made them for everybody else, it will be cool!», dichiarò il Master Builder.
Cunettò iniziò così a lavorare per il Custom Shop, realizzando decal vintage-correct per alcuni strumenti one-off Fender e invecchiando alcuni componenti, come il battipenna usato da Black per la Broadcaster del Rolling Stone Ron Wood.
Vince studiò come replicare le vecchie decal e iniziò a venderle nel corso di esposizioni e manifestazioni riguardanti gli strumenti musicali, catturando così l'attenzione di J.W. Black, che già lavorava per il Custom Shop: «We know you’re the guy making these decals, and it’s not cool, but if you quit doing that and you make them for the Custom Shop the way you made them for everybody else, it will be cool!», dichiarò il Master Builder.
Cunettò iniziò così a lavorare per il Custom Shop, realizzando decal vintage-correct per alcuni strumenti one-off Fender e invecchiando alcuni componenti, come il battipenna usato da Black per la Broadcaster del Rolling Stone Ron Wood.
Ma dalla sola realizzazione di decal o di altri parti invecchiate, a dare l'aspetto vissuto ad interi strumenti, il passo fu breve.
Vince mostrò a John Page, capo del Custom Shop, una Stratocaster Shoreline Gold che aveva invecchiato, con l'intento di convincerlo ad aprire una linea di strumenti relic. In realtà non fu tanto difficile da persuadere: «If people bought distressed leather jackets, jeans and reproduction antiques, why not guitars?», ricorda Page. «All the parts and finish on the guitar were aged and patina’d to look like an authentic vintage instrument. It was very convincing», dichiarò J.W. Black.
John decise quindi di fare un tentativo, senza dire però nulla a nessuno, sia per vedere la reazione della gente, sia perché non era poi così sicuro che i vertici della Fender avrebbero apprezzato l'idea. Chiese quindi a Vince di invecchiare un paio di prototipi per il Winter NAMM Show del 1995: una '50s Nocaster e una '57 Stratocaster 2-Color Sunburst. Tuttavia, verso la fine del 1994, Black e Page decisero che una "Mary Maye" con hardware dorato avrebbe figurato meglio di una Sunburst. Vince fece quindi alcuni prototipi, tutti con differenti livelli di invecchiamento, e Black e Page scelsero una Butterscotch Blonde Nocaster e una Mary Kaye Strat. Page fece un timbro in acciaio per marchiare l'interno degli strumenti con la parola "Relic" e stampò il logo del Custom Shop nella parte posteriore della paletta, in modo che i due strumenti non fossero confusi con quelli originali.
Le due chitarre vennero esposte all'interno di una vetrina al NAMM, lasciando credere che fossero realmente due vecchi strumenti da collezione. Nessuno si rese conto del trucco e, quando finalmente venne rivelata la vera natura dei due strumenti, la Fender ricevette centinaia di ordini. Mike Lewis, che in quel periodo era al capo della sezione marketing della Fender, esclamò: «Hell yeah, we’re going to do this! Who wouldn’t want to play this»?
Vince mostrò a John Page, capo del Custom Shop, una Stratocaster Shoreline Gold che aveva invecchiato, con l'intento di convincerlo ad aprire una linea di strumenti relic. In realtà non fu tanto difficile da persuadere: «If people bought distressed leather jackets, jeans and reproduction antiques, why not guitars?», ricorda Page. «All the parts and finish on the guitar were aged and patina’d to look like an authentic vintage instrument. It was very convincing», dichiarò J.W. Black.
John decise quindi di fare un tentativo, senza dire però nulla a nessuno, sia per vedere la reazione della gente, sia perché non era poi così sicuro che i vertici della Fender avrebbero apprezzato l'idea. Chiese quindi a Vince di invecchiare un paio di prototipi per il Winter NAMM Show del 1995: una '50s Nocaster e una '57 Stratocaster 2-Color Sunburst. Tuttavia, verso la fine del 1994, Black e Page decisero che una "Mary Maye" con hardware dorato avrebbe figurato meglio di una Sunburst. Vince fece quindi alcuni prototipi, tutti con differenti livelli di invecchiamento, e Black e Page scelsero una Butterscotch Blonde Nocaster e una Mary Kaye Strat. Page fece un timbro in acciaio per marchiare l'interno degli strumenti con la parola "Relic" e stampò il logo del Custom Shop nella parte posteriore della paletta, in modo che i due strumenti non fossero confusi con quelli originali.
Le due chitarre vennero esposte all'interno di una vetrina al NAMM, lasciando credere che fossero realmente due vecchi strumenti da collezione. Nessuno si rese conto del trucco e, quando finalmente venne rivelata la vera natura dei due strumenti, la Fender ricevette centinaia di ordini. Mike Lewis, che in quel periodo era al capo della sezione marketing della Fender, esclamò: «Hell yeah, we’re going to do this! Who wouldn’t want to play this»?
Nella primavera del 1995, in accordo con Page, Cunetto inziò a lavorare con un paio di aiutanti, Tony Morford e Terri Shaw, nel suo laboratorio a Bolivar, Missouri, il Cunetto Creative Resources. Per un anno o poco più, Vince riceveva dal Custom Shop, ogni settimana, grandi scatoloni che racchiudevano componenti - corpi, i manici e tutto quello che doveva essere "reliccato" - che avrebbero costituito venti strumenti.
Il 27 giugno dello stesso anno Vince spedì alla Fender il primo collo contenente tutte le parti invecchiate necessarie alla produzione di venti Nocaster relic.
Le vendite aumentarono rapidamente e la Fender decise di costituire un'intera serie Relic nel catalogo del Custom Shop.
Nel 1996 Cunetto si trasferì in un laboratorio più grande, in grado di sfornare quaranta set di strumenti da assemblare a settimana.
Vince lavorava il legno come si faceva una volta, quando al vertice della Fender c'era ancora Leo, levigando tutto a mano. Utilizzava un clear coat leggermente ingiallito per imitare l'invecchiamento della vernice ed aveva trovato il modo per riprodurre, nel modo più naturale possibile, le crepe e le incrinature spesso presenti sulla superficie delle vecchie chitarre. Vince studiava le vecchie Fender come un archeologo: perché il corpo o il manico erano più segnati in un punto piuttosto che in altro, perché le sellette sono più ossidate in corrispondenza delle corde basse invece che vicino a quelle alte? - si domandava. Non era convinto che l'invecchiamento migliorasse il suono degli strumenti, né che le lacche alla nitro contribuissero realmente al migliorarne la qualità - per lui era molto più importante lo spessore della vernice - ma adorava la nitrocellulosa per l'aspetto che dava agli strumenti ed aveva tutte le vecchie formule delle color charts Fender.
Il 27 giugno dello stesso anno Vince spedì alla Fender il primo collo contenente tutte le parti invecchiate necessarie alla produzione di venti Nocaster relic.
Le vendite aumentarono rapidamente e la Fender decise di costituire un'intera serie Relic nel catalogo del Custom Shop.
Nel 1996 Cunetto si trasferì in un laboratorio più grande, in grado di sfornare quaranta set di strumenti da assemblare a settimana.
Vince lavorava il legno come si faceva una volta, quando al vertice della Fender c'era ancora Leo, levigando tutto a mano. Utilizzava un clear coat leggermente ingiallito per imitare l'invecchiamento della vernice ed aveva trovato il modo per riprodurre, nel modo più naturale possibile, le crepe e le incrinature spesso presenti sulla superficie delle vecchie chitarre. Vince studiava le vecchie Fender come un archeologo: perché il corpo o il manico erano più segnati in un punto piuttosto che in altro, perché le sellette sono più ossidate in corrispondenza delle corde basse invece che vicino a quelle alte? - si domandava. Non era convinto che l'invecchiamento migliorasse il suono degli strumenti, né che le lacche alla nitro contribuissero realmente al migliorarne la qualità - per lui era molto più importante lo spessore della vernice - ma adorava la nitrocellulosa per l'aspetto che dava agli strumenti ed aveva tutte le vecchie formule delle color charts Fender.
Le cose iniziarono a cambiare nel 1998, quando il Custom Shop venne spostato nella nuova fabbrica di Cessna Circle, sempre a Corona, e con le dimissioni, a novembre, di John Page - che sarebbe diventato il primo Direttore Esecutivo del Fender Museum of Music and the Arts - sostituito da Mike Eldred. In quel periodo la Fender iniziò ad investire molto in nuove vernici e su come applicare le lacche alla nitro senza trasgredire le dure norme anti inquinamento della California. Contemporaneamente l'azienda di Corona iniziò a studiare e a mettere a punto delle proprie tecniche per invecchiare i suoi strumenti.
Il rapporto tra la Fender e Vince Cunetto durò fino al 1999, quando la Fender iniziò la propria produzione delle Relic nello stabilimento di Corona, dopo un periodo di transizione di circa sei mesi in cui la reliccatura veniva realizzata in entrambi i posti. Tra maggio e giugno del 1999 l'ultima partita di componenti Relic dell'era Cunetto venne spedita alla Fender.
Vince intraprese la propria strada inaugurando, nel 2003, le Vinetto Guitars, mentre J.W. Black si separò dall'azienda californiana nel 2002 e si trasferì in Oregon, dove si specializzò nella riparazione di strumenti vintage e iniziò a costruire propri strumenti.
Il rapporto tra la Fender e Vince Cunetto durò fino al 1999, quando la Fender iniziò la propria produzione delle Relic nello stabilimento di Corona, dopo un periodo di transizione di circa sei mesi in cui la reliccatura veniva realizzata in entrambi i posti. Tra maggio e giugno del 1999 l'ultima partita di componenti Relic dell'era Cunetto venne spedita alla Fender.
Vince intraprese la propria strada inaugurando, nel 2003, le Vinetto Guitars, mentre J.W. Black si separò dall'azienda californiana nel 2002 e si trasferì in Oregon, dove si specializzò nella riparazione di strumenti vintage e iniziò a costruire propri strumenti.
È Interessante notare come nessuno dei segreti di Vince venne condiviso con il Custom Shop, rendendo le Stratocaster di Cunetto particolarmente desiderabili dai collezionisti.
Per distinguere una Stratocaster Relic dell'era Cunetto da una del periodo successivo, basta guardare il lato posteriore della paletta: nella Cunetto il logo Custom Shop è impresso nel legno, mentre in quelle fatte nel Custom Shop è semplicemente stampato.
Inoltre Cunetto e i suoi assistenti datavano i componenti con un timbro indicante anno, giorno dell'anno e lotto (A-GGG-LL). Per esempio, il codice 714219 indicava il 142° giorno del 1997, lotto 19. Verso l'ultimo periodo dell'era Cunetto, iniziarono a datare alcune parti anche con il codice mese/giorno/anno (MMGGAA).
Per distinguere una Stratocaster Relic dell'era Cunetto da una del periodo successivo, basta guardare il lato posteriore della paletta: nella Cunetto il logo Custom Shop è impresso nel legno, mentre in quelle fatte nel Custom Shop è semplicemente stampato.
Inoltre Cunetto e i suoi assistenti datavano i componenti con un timbro indicante anno, giorno dell'anno e lotto (A-GGG-LL). Per esempio, il codice 714219 indicava il 142° giorno del 1997, lotto 19. Verso l'ultimo periodo dell'era Cunetto, iniziarono a datare alcune parti anche con il codice mese/giorno/anno (MMGGAA).
Antonio Calvosa
Ringrazio Vince Cunetto per le numerose informazioni
Ringrazio Vince Cunetto per le numerose informazioni