La finitura FOTO FLAME
Sul catalogo Fender del 1989 comparve per la prima volta la nuova finitura Foto Flame, che rappresentava un tentativo di competere con i top in acero figurato che andavano sempre più di moda negli anni ’80 e ‘90.
Al contrario di molte leggende, la Fender, così come le aziende produttrici di macchine e pellicole fotografiche, come Kodak, Fujifilm o Polaroid, non aveva nulla a che vedere con lo sviluppo del processo Foto Flame. L'unica cosa che aveva inventato la Fender, per motivi di marketing, era il nome Foto Flame. Quest'effetto, infatti, era stato sviluppato dalla Fujigen, che lo aveva proposto sia alla Fender, sia all'Ibanez, nel tentativo di metterle in competizione ed aver un buon ritorno economico. Le accattivanti venature Foto Flame (e quelle "quilt" che l'Ibanez chiamava "gravure"), create al computer, erano stampate su un sottile film di plastica, ricoperto di un inchiostro speciale, che veniva "attivato" dal calore. Questo film era appoggiato sul body della chitarra e inserito in una costosa pressa di calore. Alla corretta pressione e temperatura l'inchiostro si trasferiva sullo strumento e il film "vuoto" veniva gettato. |
Il risultato era sorprendente e non sempre era facile distinguere una chitarra foto flame da uno strumento con il top in acero figurato.
È interessante notare come la Fujigen utilizzasse questa tecnica anche nell'industria delle auto, costruendo i pannelli in legno usati per le Lexus e per le Toyota (ancora una volta il binomio auto-chitarre)!
È interessante notare come la Fujigen utilizzasse questa tecnica anche nell'industria delle auto, costruendo i pannelli in legno usati per le Lexus e per le Toyota (ancora una volta il binomio auto-chitarre)!
le Fender STRATOCASTER foto flame
C’è molta confusione sulle Stratocaster foto flame, poiché la Fender non fece un solo modello con questa finitura, ma molti modelli diversi tra loro.
Le prime Stratocaster con la finitura foto flame furono le US Contemporary Stratocaster, made in Japan, assemblate negli USA e disponibili dal 1989 nel mercato europeo e statunitense, alla quale si aggiunsero, nel 1992, le Collectables e le HRR (vedi capitolo precedente). |
Tra il 1994 e il 1996 uscì anche una chitarra chiamata Foto Flame Stratocaster, di base una reissue '60 style, con tastiera in palissandro, ponte vintage e tre single coil, il cui corpo in ontano aveva un top in tiglio. L'effetto Foto Flame era impresso sia sul top del corpo, sia sul manico, ma non sulla parte posteriore del body. Può essere riconosciuta perché sulla parte posteriore della paletta aveva il Foto Flame Logo.
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Non va confusa con le Collectables 50's e 60's dalle finiture foto flame, perché queste avevano tutto il corpo in tiglio e la finitura foto flame era applicata anche sul back del body, ma non sul manico.
La versione con locking tremolo delle Foto Flame, la Floyd Rose Standard Stratocaster Foto Flame, realizzata tra il 1992 e il 1996, spesso viene confusa con le HRR, ma è possibile distinguerla per i suoi 21 tasti, per i due soli pomelli (volume e tono), per il neck plate rettangolare (non asimmetrico come le HRR), per il logo "Floyd Rose Squier Series" e per il suo ponte Floyd Rose II.
Inoltre la Fender Japan fece anche alcuni modelli foto flame destinati al mercato interno giapponese, come la ST62-70NS, che aveva un corpo in ontano con il top in tiglio con l’effetto foto flame, le Stratocaster Anniversary ST54-70AS, ST57-65AS e ST62-65AS, che avevano manici foto flame con il logo foto flame, le Squier Silver Series SST-39 e alcuni modelli Pro Feel (STR-130LS, STR-92LS), che erano disponibili con il body foto flame.
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difetti delle foto flame
Purtroppo l'effetto foto flame ha dimostrato di avere dei problemi che sono emersi negli anni. Ovviamente, dato che era una tecnica del tutto nuova, non si poteva avere nessuna esperienza in merito, e, nonostante i dipendenti di Fujigen fecero moltissimi test su questa tecnica, col tempo alcune chitarre foto flame sono andate incontro a delle caratteristiche spaccature sulla superficie dei corpi e dei manici, probabilmente perché l'inchiostro usato non era completamente compatibile con la finitura poly utilizzata. Un altro problema riguardava le finiture foto flame blu che sono "virate" al verde.
Antonio Calvosa