La Fender Japan

Nei primi anni '80 emerse un nuovo problema con cui la Fender dovette fare i conti: la crescita delle chitarre made in Japan, causata dell'incremento del dollaro sullo yen e dalla qualità degli strumenti prodotti in Giappone, che resero quegli americani decisamente poco competitivi. Molto spesso queste chitarre copiavano letteralmente la Stratocaster e al tempo stesso costavano meno. E, poiché era difficile proteggere il proprio design dalla concorrenza straniera, nel 1982 Schultz e Roger Balmer (a capo del settore marketing and sales della Fender) decisero di far costruire delle vere Fender Stratocaster in Giappone per competere con le copie non originali. «Not only did we have to get the image of Fender back up again, and get the quality standard built up to make that happen, but we had to stop this plethora of [Japanese] copies», raccontò Dan Smith. «A lot of arrogant companies, like Tokai, a lot of these companies basically told Bill Schultz and I that they were gonna bury us, that they were gonna be Fender, that whether we liked it or not they were gonna take over the marketplace».
Dopo un incontro con Mr. Kojima della Kanda Shokai e Mike Yamano della Yamano Music, la Fender Japan co. Ltd. venne presentata ufficialmente al Grand Palace Hotel, Kudanshita, Tokyo, l'11 marzo del 1982. Il design e i componenti delle Stratocaster sarebbero stati della Fender/CBS, la distribuzione sul mercato giapponese sarebbe stata gestita dalla Kanda Shokai, mentre la Yamano Music, che aveva investito nella Fender Japan, si sarebbe occupata dell'importazione in Giappone degli strumenti made in U.S.A.. La Kanda Shokai suggerì la Tokai come fabbrica delle nuove Fender giapponesi; tuttavia la direzione della Fender, che non aveva un buon rapporto con la Tokai, preferì la FujiGen Gakki di Matsumoto, a circa 200 km a nord di Tokyo, conosciuta anche per la produzione delle Ibanez e delle Antoria e perché fabbricava le Greco per la Kanda.
Dopo un incontro con Mr. Kojima della Kanda Shokai e Mike Yamano della Yamano Music, la Fender Japan co. Ltd. venne presentata ufficialmente al Grand Palace Hotel, Kudanshita, Tokyo, l'11 marzo del 1982. Il design e i componenti delle Stratocaster sarebbero stati della Fender/CBS, la distribuzione sul mercato giapponese sarebbe stata gestita dalla Kanda Shokai, mentre la Yamano Music, che aveva investito nella Fender Japan, si sarebbe occupata dell'importazione in Giappone degli strumenti made in U.S.A.. La Kanda Shokai suggerì la Tokai come fabbrica delle nuove Fender giapponesi; tuttavia la direzione della Fender, che non aveva un buon rapporto con la Tokai, preferì la FujiGen Gakki di Matsumoto, a circa 200 km a nord di Tokyo, conosciuta anche per la produzione delle Ibanez e delle Antoria e perché fabbricava le Greco per la Kanda.
Alla sinistra della foto, Mr. Nakata, caposquadra nella fabbrica di Fujigen e in seguito membro fondatore della Fender Japan, con una Greco SE1200, fabbricata dalla Fujigen prima della nascita della Fender Japan. Questo strumento era un campione che la Fujigen inviò alla Fender negli Stati Unite per mostrare la loro abilità nel produrre le chitarre. La qualità della Greco inviata era notevole; tuttavia Dan Smith voleva che fossero apportate delle piccole modifiche. Per questo volò in Giappone con alcune Fender Stratocaster americane per mostrare agli operai di Fujigen quali erano i dettagli su cui soffermarsi. Per fare questo, Dan prese un manico di una Greco e ri-lavorò il manico a mano, per mostrare come doveva essere il profilo perfetto da copiare.
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La nascita della Fender Japan fu un enorme successo per l'azienda di Corona e un duro colpo per tutte le copie made in Japan. Anche la Tokai, che faceva ottime repliche delle Fender, risentì delle nuove chitarre MIJ, come riportato da Paul Colbert, il primo giornalista a recensire i nuovi strumenti: «Tokai are as detailed in their replicas but, psycological or not, having that Fender logo at the top of the headstock puts heritage in your hands, even if given an Eastern interpretation».
La prima pubblicità delle chitarre made in Japan recitava: «An international team of guitar designers and craftsman gave these new Squier guitars the same light touch and brilliant tone that made the originals the world's most sought-after electric guitars», senza fare nessun riferimento a dove fossero realizzate. |
Questo portò a credere che i lavoratori americani non avessero preso bene la notizia a causa di vecchie antipatie che risalivano alla Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia quasi l'80% degli operai della Fender erano latini, non americani, e non avevano nulla contro i Giapponesi. Ovviamente alcuni di loro avevano paura che avrebbero perso il loro posto di lavoro a causa del progetto made in Japan, ma questo non era odio razziale.
Nella seconda metà degli anni '80 Makoto "Nick" Sugimoto fondò un piccolo Custom Edition Team, una sorta di Custom Shop giapponese. Makoto era un liutaio che aveva lavorato per 23 anni nel reparto Ricerca e Sviluppo della fabbrica di Fujigen, e che nel 2002 avviò con lo zio una propria linea di strumenti con il brand Sugi Guitars. Il Team era costituito da un piccolo gruppo di liutai altamente specializzati, che avevano studiato a lungo le chitarre Fender e che mantenevano continui rapporti con la Fender negli USA; usavano solo legni selezionati e materiali di alta qualità e si occupavano personalmente degli ordini speciali dei chitarristi e dei bassisti.
Nella seconda metà degli anni '90 Sam Sekihara, amministratore delegato di Fender Japan, ebbe l'idea di sostituire la decal "Made in Japan" con quella "Crafted in Japan", con l'intento di dare un maggior prestigio alle chitarre Fender costruite a Fujigen e distinguere le Fender giapponesi dagli altri strumenti costruiti in Giappone. In quel periodo gli ordini alla Fujigen stavano aumentando rapidamente e la fabbrica sembrava non essere più in grado di soddisfare tutte le richieste, perciò il Vice Presidente della Fujigen, Mr. Ace, propose di coinvolgere nella produzione delle Fender anche la fabbrica Dyna Gakki, nella città di Chino, prefettura di Nagano, già costruttrice delle Greco. Questo casualmente accadde contemporaneamente alla sostituzione della decal "Made" con quella "Crafted". Infatti entrambe le fabbriche, Fujigen e Dyna, costruirono i primissimi strumenti con la decal "Crefted in Japan".
Da lì a poco la fabbrica di Fujigen decise di concludere il proprio rapporto con la Fender e la produzione fu spostata completamente alla Dyna. Le ultime Fender di Fujigen furono fabbricate nel 1997.
All'inizio la Dyna non era in grado di garantire la produzione di 5000 strumenti al mese come la Fujigen, per questo la Fender diede il permesso alla Tokai di produrre temporaneamente alcune Fender; in pochi mesi però la Dyna aumentò la propria capacità produttiva e la Tokai smise di produrre le Fender.
Da lì a poco la fabbrica di Fujigen decise di concludere il proprio rapporto con la Fender e la produzione fu spostata completamente alla Dyna. Le ultime Fender di Fujigen furono fabbricate nel 1997.
All'inizio la Dyna non era in grado di garantire la produzione di 5000 strumenti al mese come la Fujigen, per questo la Fender diede il permesso alla Tokai di produrre temporaneamente alcune Fender; in pochi mesi però la Dyna aumentò la propria capacità produttiva e la Tokai smise di produrre le Fender.
Nel corso degli anni ci fu stato un graduale declino nella posizione della Fender Japan. Il mercato giapponese delle chitarre era cambiato la liuteria nipponica non era più in grado di contrastare il mercato delle chitarre economiche. Tutto ciò coincise con lo sviluppo delle fabbriche Fender negli Stati Uniti e in Messico, che permetteva la produzione di una gamma sempre più ampia di strumenti con un prezzo pari a quello degli strumenti made in Japan.
Così la FMIC apportò molte modifiche, nel tempo, all'accordo originale Fender-Japan del 1982 e nacquero altre joint-venture, come la K.K. Fender Promotion (2000) e la Dyna Boeky (2005). Kanda Shokai e Yamano rimasero i distributori ufficiali Fender in Giappone, ognuno dei quali gestiva diversi tipi di prodotti, come citato in una IPO (offerta pubblica di acquisto) dell'8 marzo 2012: «Following the termination of a joint venture in Japan with two of our greater than 5% stockholders and their affiliates, Kanda Shokai Co., Ltd. and Yamano Music Co., Ltd., we entered into distribution agreements with each of these entities». I nuovi accordi con questi distributori sarebbero terminati il 31 dicembre del 2012, salvo che non fossero raggiunti alcuni obbiettivi: «if Kanda Shokai meets certain minimum purchase thresholds [...] unless either we [FMIC] or Yamano fails to comply with certain specified conditions». Tuttavia queste condizioni non furono soddisfatte e il primo aprile del 2015 la Fender prese il controllo diretto della distribuzione degli strumenti fabbricati in Giappone e, contestualmente, venne presentata la Made in Japan Exclusive Series.
Nel 2017 il master builder Chris Fleming fu invitato in Giappone per monitorare la produzione della nuova Made in Japan Traditional Series, nata il 13 settembre del 2017 per commemorare i trentacinque anni della Fender Japan.
Guardando indietro l'intero made in Japan è impossibile non notare una produzione di alti e bassi: a chitarre note per la qualità dei legni impiegati e così ben costruite da diventare mito e leggenda per alcuni (ma troppo sopravvalutate per altri) si sono andate ad affiancare altre i cui componenti erano decisamente low-budget.
Di sicuro le chitarre made in Japan hanno supportato la Fender nei primi anni difficili del post CBS, quando ancora la fabbrica americana non era in grado di soddisfare il mercato mondiale. Ma dopo? È possibile che l'apertura della fabbrica di Ensenada, così vicina a Corona, ha portato la Fender a credere di meno nelle MIJ, visto che si collocavano sulla stessa fascia di prezzo delle chitarre messicane?
Così la FMIC apportò molte modifiche, nel tempo, all'accordo originale Fender-Japan del 1982 e nacquero altre joint-venture, come la K.K. Fender Promotion (2000) e la Dyna Boeky (2005). Kanda Shokai e Yamano rimasero i distributori ufficiali Fender in Giappone, ognuno dei quali gestiva diversi tipi di prodotti, come citato in una IPO (offerta pubblica di acquisto) dell'8 marzo 2012: «Following the termination of a joint venture in Japan with two of our greater than 5% stockholders and their affiliates, Kanda Shokai Co., Ltd. and Yamano Music Co., Ltd., we entered into distribution agreements with each of these entities». I nuovi accordi con questi distributori sarebbero terminati il 31 dicembre del 2012, salvo che non fossero raggiunti alcuni obbiettivi: «if Kanda Shokai meets certain minimum purchase thresholds [...] unless either we [FMIC] or Yamano fails to comply with certain specified conditions». Tuttavia queste condizioni non furono soddisfatte e il primo aprile del 2015 la Fender prese il controllo diretto della distribuzione degli strumenti fabbricati in Giappone e, contestualmente, venne presentata la Made in Japan Exclusive Series.
Nel 2017 il master builder Chris Fleming fu invitato in Giappone per monitorare la produzione della nuova Made in Japan Traditional Series, nata il 13 settembre del 2017 per commemorare i trentacinque anni della Fender Japan.
Guardando indietro l'intero made in Japan è impossibile non notare una produzione di alti e bassi: a chitarre note per la qualità dei legni impiegati e così ben costruite da diventare mito e leggenda per alcuni (ma troppo sopravvalutate per altri) si sono andate ad affiancare altre i cui componenti erano decisamente low-budget.
Di sicuro le chitarre made in Japan hanno supportato la Fender nei primi anni difficili del post CBS, quando ancora la fabbrica americana non era in grado di soddisfare il mercato mondiale. Ma dopo? È possibile che l'apertura della fabbrica di Ensenada, così vicina a Corona, ha portato la Fender a credere di meno nelle MIJ, visto che si collocavano sulla stessa fascia di prezzo delle chitarre messicane?
CAPITOLI:
- Le JV e le SQ Stratocaster
- La fine dell'era JV e SQ: le nuove serie
- Le Stratocaster Standard
- Collectables e HRRs
- Foto Flame
- La ExTrad Series
- Le Superstrat: Contemporary, HM, Boxer and Pro Feel Strats
- Paisley e Blue Flower
- Ventures, Hellecasters ed altre signature
- Silver Series, Squier Series, Wayne's World
- Le Fender a 12 corde
- Le Aerodyne
- Le Stratocaster domestic dal 2015
Antonio Calvosa
Ringrazio vivamente Scott Zimmerman
Ringrazio Paolo Bassi per il supporto costante
Ringrazio vivamente Scott Zimmerman
Ringrazio Paolo Bassi per il supporto costante
Le varie fasi della produzione degli strumenti musicali nella fabbrica Dyna Gakki (Courtesy of Ikebe)