Rick Turner, designer e liutaio di Renaissance Guitars, una volta disse che la cosa più sorprendente della Stratocaster è che Leo Fender non aveva in mente Jimi Hendrix quando l'ha disegnata. In effetti, la Stratocaster non è nata per la musica rock, ma è stata progettata per i musicisti western swing e country che piacevano molto a Leo. Inoltre, la Stratocaster apparve nel 1954, quando Jimi aveva appena 11 anni, ma era già lì quando è diventato leggenda, portandola in luoghi che Leo non avrebbe mai potuto immaginare. La Stratocaster era come un gigante addormentato che aspettava solo che qualcuno si avvicinasse e ne liberasse il potenziale.
Eppure, nonostante sia passato più di mezzo secolo dalla sua nascita, la Stratocaster è ancora oggi la chitarra elettrica più suonata ed imitata, ed è senza dubbio lo strumento elettrico che più ha influenzato la storia della musica del XX secolo. E sembra non invecchiare mai.
Eppure, nonostante sia passato più di mezzo secolo dalla sua nascita, la Stratocaster è ancora oggi la chitarra elettrica più suonata ed imitata, ed è senza dubbio lo strumento elettrico che più ha influenzato la storia della musica del XX secolo. E sembra non invecchiare mai.
L’ORIGINAL CONTOUR BODY: CHI E QUANDO?
Nonostante i principali protagonisti coinvolti nella sua nascita non sono sempre d’accordo sui dettagli, tutti concordano che la Stratocaster sia stata il risultato di un lavoro durato circa due anni, durante i quali Leo, che non era un chitarrista, ha approfittato dei consigli che i chitarristi che frequentavano il suo laboratorio gli davano: Rex Robert Gallion e Bill Carson su tutti.
Rex Gallion era un chitarrista country-western, che è stato specificamente coinvolto nell'evoluzione del “Custom Contour Body”. |
É spesso ricordato per aver chiesto a Leo Fender «Why not get away from a body that is always digging into your ribs?» e per avergli fatto notare che una solid-body non doveva essere necessariamente avere un corpo squadrato.
Bill Carson era un noto chitarrista country che aveva suonato nella Eddy Kirk Band, per Hank Thompson e per Billy Gray. Incontrò Leo alla fine del 1951 e fu assunto nella sua azienda alla fine del 1957 come rappresentante. Leo faceva provare a Bill i prototipi della nuova chitarra, tanto che Bill era considerato la “cavia” preferita di Leo. Bill fece notare a Leo Fender quelli che percepiva come difetti della Telecaster. Soprattutto desiderava un corpo più comodo, «fit like shirt», diceva. Bill ha spesso dichiarato di aver avuto per primo l'idea del corpo sagomato, anche se Leo Fender affermò che Rex Gallion parlò del “contour body” prima di Bill Carson. «Before he [Bill Carson] came out, we’d been soliciting information from every musician we could find», disse Leo. «The body design itself was a sort of a product in conjunction with Rex Gallion. Rex wanted me to make the relief on the backside of the guitar so it would not dig him so much in the rib cage and they wanted a little carving away of the corner on top. […] So, we designed the thing according to the way Rex started. We would feel good to him».
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George Fullerton dichiarò che sia Bill Carson che Rex Gallion influenzarono notevolmente la forma del corpo della Stratocaster.
Secondo Bill Carson, la Stratocaster doveva essere inizialmente la sua «own custom-made guitar», fatta da Leo per le sue necessità professionali. In realtà la Stratocaster non era nata per nessun musicista in particolare, ma serviva solo ad infoltire il listino della Fender Sales per garantire introiti maggiori, come ricordato da Don Randall: «The Stratocasters introduction was market driven. […] A decision like adding a guitar to the line would have come from Leo and from me. He and I were working very closely at that time». Secondo Don Randall i musicisti avevano un’importanza fondamentale nell’evoluzione della Stratocaster, perché fornivano i feedback necessari alla sua progettazione, ma questo non li faceva “designer” della nuova chitarra.
Secondo Leo Fender, la Stratocaster nacque come risposta alle numerose richieste da parte dei rappresentanti della Fender Sales di una chitarra munita di vibrato come quello di Bigsby: «All the salesmen were asking for a vibrato, and so the [Stratocaster] was begun».
Se l'origine della Telecaster è stata ben documentata, i dettagli e le date degli eventi che hanno portato allo sviluppo della Stratocaster non coincidono perfettamente nelle storie dei principali protagonisti. Leo progettò la Stratocaster ricevendo feedback da molti chitarristi, alcuni dei quali in seguito non erano d'accordo su chi avesse realizzato o suggerito cosa e quando. Infatti don Randall disse: «A lot of these guys who claim credit for the Stratocaster didn’t have a damn thing to do with it. I don’t mean to put any of them down, but the salesmen and I — we were the ones who knew the business, knew the competition, and we knew what we needed. There were at least half a dozen professional players, and we’d give them prototypes. It wasn’t just one player, or two. They’d all come back with ideas — put the volume knob over here, that sort of thing. We used those players a lot. Leo was the designer, principally, but he depended on those players».
Esistono divergenze di opinione anche su quando è iniziata la progettazione e quali idee sono confluite nei prototipi. Leo affermò di aver lavorato alla Stratocaster già nel 1951, prima che Freddie Tavares iniziò a lavorare alla Fender. A quel tempo probabilmente Leo potrebbe aver avuto delle idee sui pickup e su un nuovo ponte, poiché dichiarò: «We had the neck and body designed, and the pickups. I remember because it was done before we moved from Pomona Street over to Valencia. I had most of the materials tooled and the parts in stock».
Bill Carson invece dichiarò che Leo iniziò a parlare della Stratocaster nel 1952, poco prima che la Fender si trasferisse dalle piccole fabbriche di Pomona Avenue a quelle più grandi situate all'incrocio tra South Raymond Avenue e Valencia Drive.
Secondo George Fullerton Leo aveva già buttato giù alcune idee sulla nuova chitarra, come la forma sagomata del corpo e la doppia spalla mancante, simile a quella del Precision Bass, che consentiva di arrivare più facilmente agli ultimi tasti e di ridurre il peso dello strumento, ed aveva iniziato a lavorare su nuovi pickup tra la fine del 1951 e la prima parte del 1952 e ad un nuovo ponte con una selletta singola per ogni corda.
Secondo Leo Fender, la Stratocaster nacque come risposta alle numerose richieste da parte dei rappresentanti della Fender Sales di una chitarra munita di vibrato come quello di Bigsby: «All the salesmen were asking for a vibrato, and so the [Stratocaster] was begun».
Se l'origine della Telecaster è stata ben documentata, i dettagli e le date degli eventi che hanno portato allo sviluppo della Stratocaster non coincidono perfettamente nelle storie dei principali protagonisti. Leo progettò la Stratocaster ricevendo feedback da molti chitarristi, alcuni dei quali in seguito non erano d'accordo su chi avesse realizzato o suggerito cosa e quando. Infatti don Randall disse: «A lot of these guys who claim credit for the Stratocaster didn’t have a damn thing to do with it. I don’t mean to put any of them down, but the salesmen and I — we were the ones who knew the business, knew the competition, and we knew what we needed. There were at least half a dozen professional players, and we’d give them prototypes. It wasn’t just one player, or two. They’d all come back with ideas — put the volume knob over here, that sort of thing. We used those players a lot. Leo was the designer, principally, but he depended on those players».
Esistono divergenze di opinione anche su quando è iniziata la progettazione e quali idee sono confluite nei prototipi. Leo affermò di aver lavorato alla Stratocaster già nel 1951, prima che Freddie Tavares iniziò a lavorare alla Fender. A quel tempo probabilmente Leo potrebbe aver avuto delle idee sui pickup e su un nuovo ponte, poiché dichiarò: «We had the neck and body designed, and the pickups. I remember because it was done before we moved from Pomona Street over to Valencia. I had most of the materials tooled and the parts in stock».
Bill Carson invece dichiarò che Leo iniziò a parlare della Stratocaster nel 1952, poco prima che la Fender si trasferisse dalle piccole fabbriche di Pomona Avenue a quelle più grandi situate all'incrocio tra South Raymond Avenue e Valencia Drive.
Secondo George Fullerton Leo aveva già buttato giù alcune idee sulla nuova chitarra, come la forma sagomata del corpo e la doppia spalla mancante, simile a quella del Precision Bass, che consentiva di arrivare più facilmente agli ultimi tasti e di ridurre il peso dello strumento, ed aveva iniziato a lavorare su nuovi pickup tra la fine del 1951 e la prima parte del 1952 e ad un nuovo ponte con una selletta singola per ogni corda.
Ma, per essere precisi, quando Freddie Tavares andò a lavorare part-time con Leo nel marzo 1953, ancora non esisteva nessun disegno della Stratocaster.
Freddie era un chitarrista steel nato alle Hawaii nel 1913 e che suonava spesso a Los Angeles: lo slide di apertura della sigla dei cartoni animati Looney Tunes è sua. Freddie conobbe Leo nel 1953 tramite Noel Boggs, un altro chitarrista steel promotore dei prodotti Fender, e iniziò a lavorare come suo assistente, rinunciando alla carriera di musicista. Freddie disegnò diverse versioni del corpo e del manico della Stratocaster, seguendo le precise indicazioni di Leo, su un tavolo da progettazione nella fabbrica di Santa Fe/Pomona Avenue, usando il Precision Bass come modello di riferimento. Anche se molto lavoro era forse stato già fatto sui componenti della Stratocaster prima dell'arrivo di Freddie, è stato Freddie a prendere le varie idee e a metterle tutte insieme, in un unico progetto, su carta. |
«When I came to work for Leo in 1953, besides doing odd jobs, I helped him lay out the Stratocaster on the drawing board», dichiarò Freddie. «I remember that we had a piece of paper with lines drawn on it: six lines for the strings, and two cross lines for the nut and the bridge. Then we drew a body on it, erasing here and there until we got the shape we liked».
É chiaro come quanto dichiarato fin ora dai principali protagonisti sembri un po’ contradditorio e ci si può chiedere “chi ricorda meglio”? Prima di tutto, però, dobbiamo capire cosa significa “lavorare alla Stratocaster”. Leo ha raramente tenuto traccia dello sviluppo delle sue chitarre come hanno fatto altri e, in realtà, vedeva il suo lavoro come un flusso continuo di idee, test ed esperimenti. Nei suoi ricordi parlava spesso come se Esquire, Telecaster e Stratocaster fossero semplicemente diversi livelli evolutivi della stessa “chitarra Fender”. Quindi, per un periodo di tempo, “perfezionare la Telecaster” e “lavorare alla Stratocaster” furono per Leo la stessa cosa, che spiega probabilmente perché interpretazioni diverse della frase “lavorare alla Stratocaster” possono portare a diverse conclusioni: non è possibile infatti fissare la data in cui è nato un progetto da qualcuno che non ha mai smesso di lavorare a quello da cui è derivato il progetto stesso.
Potremmo anche supporre che il primo passo nella progettazione della Stratocaster è stato il primo disegno della chitarra fatto su carta da Freddie Tavares all'inizio del 1953. Ma a questo punto la domanda è: quali sono le implicazioni di quei disegni? Il disegno di Freddie Tavares lo ha reso co-designer della Stratocaster? George Fullerton non la pensava così. E Leo Fender ricorda come, in seguito alla pubblicazione di un articolo che indicava Freddie Tavares come co-designer della Stratocaster, Freddie Tavares si scusò perché non si è mai sentito il padre di questa chitarra, anche perché il primo strumento Fender a doppia spalla mancante è stato il Precision Bass, non la Stratocaster, il che suggerisce che la silhouette della Stratocaster fosse un design originale di Leo Fender, anche se è stato perfezionato in modo importante da Freddie Tavares. Infatti, oltre alla doppia spalla mancante in stile Precision Bass, la Stratocaster aveva ciò che Leo chiamava “contour”, una smussatura molto evidente sulla parte posteriore del corpo e una su quella anteriore, sotto il braccio del musicista, che consentivano una perfetta aderenza al corpo del musicista. La Stratocaster è stata, per questo, la prima chitarra progettata pensando sia al comfort che alla suonabilità. George Fullerton disse che è stata sua moglie ad inventare il termine “Original Contour” con cui ci si riferisce spesso alla forma del corpo della Stratocaster.
Bill Carson dichiarò che Leo costruì più corpi con diversi contour da testare, anche se Freddie ha sempre affermato la forma definitiva del corpo della Stratocaster e il suo contour provenivano direttamente dai suoi disegni e non da esperimenti sul legno.
Potremmo anche supporre che il primo passo nella progettazione della Stratocaster è stato il primo disegno della chitarra fatto su carta da Freddie Tavares all'inizio del 1953. Ma a questo punto la domanda è: quali sono le implicazioni di quei disegni? Il disegno di Freddie Tavares lo ha reso co-designer della Stratocaster? George Fullerton non la pensava così. E Leo Fender ricorda come, in seguito alla pubblicazione di un articolo che indicava Freddie Tavares come co-designer della Stratocaster, Freddie Tavares si scusò perché non si è mai sentito il padre di questa chitarra, anche perché il primo strumento Fender a doppia spalla mancante è stato il Precision Bass, non la Stratocaster, il che suggerisce che la silhouette della Stratocaster fosse un design originale di Leo Fender, anche se è stato perfezionato in modo importante da Freddie Tavares. Infatti, oltre alla doppia spalla mancante in stile Precision Bass, la Stratocaster aveva ciò che Leo chiamava “contour”, una smussatura molto evidente sulla parte posteriore del corpo e una su quella anteriore, sotto il braccio del musicista, che consentivano una perfetta aderenza al corpo del musicista. La Stratocaster è stata, per questo, la prima chitarra progettata pensando sia al comfort che alla suonabilità. George Fullerton disse che è stata sua moglie ad inventare il termine “Original Contour” con cui ci si riferisce spesso alla forma del corpo della Stratocaster.
Bill Carson dichiarò che Leo costruì più corpi con diversi contour da testare, anche se Freddie ha sempre affermato la forma definitiva del corpo della Stratocaster e il suo contour provenivano direttamente dai suoi disegni e non da esperimenti sul legno.
MANICO E PALETTA
Come l'Esquire e la Telecaster, anche la Stratocaster aveva un manico in acero su cui erano direttamente montati i tasti, che veniva fissato al corpo con quattro viti. I manici smontabili erano semplici da costruire e riparare e avrebbero consentito di ridurre i costi e i tempi di produzione. In realtà questa non era un'idea del tutto nuova, infatti già i banjo e altri marchi, come la Rickenbacker, avevano usato la tecnica del bolt-on prima di Leo. Come nella Telecaster, il truss rod era inserito dalla parte posteriore del manico, in una piccola fessura che poi era riempita con del legno di noce, dando così il tipico aspetto dei primi manici Fender caratterizzati da una striscia longitudinale solitamente chiamata skunk stripe.
Nonostante l’inconfondibile somiglianza con la paletta della chitarra che Paul Bigsby aveva realizzato per Merle Travis, Leo ha sempre negato che fosse stata di ispirazione per il design della paletta della Stratocaster. Anche se la chitarra di Bigsby aveva anche tutte e sei le meccaniche montate una accanto all'altra, Leo affermò di aver avuto l'idea da una fotografia di un musicista croato che suonava uno strumento con una paletta simile. Grazie a questo design le corde scorrevano direttamente dal capotasto alle meccaniche, consentendo allo strumento di tenere meglio l'accordatura. Tuttavia questo costringeva Leo a tagliare le meccaniche Kluson tramite una pressa della Race & Olmsted, poiché queste non erano nate per essere montate in fila una dietro l’altra in uno spazio limitato come quello della paletta della Stratocaster. Le Kluson usate da Leo provenivano infatti da set di meccaniche per chitarra a 12 corde (6 meccaniche per ciascun lato), che dovevano tagliate in modo che si adattassero alla paletta della Stratocaster. Le estremità finali dei set ovviamente non venivano tagliate in modo da poter essere utilizzate per la prima e la sesta corda.
Nonostante l’inconfondibile somiglianza con la paletta della chitarra che Paul Bigsby aveva realizzato per Merle Travis, Leo ha sempre negato che fosse stata di ispirazione per il design della paletta della Stratocaster. Anche se la chitarra di Bigsby aveva anche tutte e sei le meccaniche montate una accanto all'altra, Leo affermò di aver avuto l'idea da una fotografia di un musicista croato che suonava uno strumento con una paletta simile. Grazie a questo design le corde scorrevano direttamente dal capotasto alle meccaniche, consentendo allo strumento di tenere meglio l'accordatura. Tuttavia questo costringeva Leo a tagliare le meccaniche Kluson tramite una pressa della Race & Olmsted, poiché queste non erano nate per essere montate in fila una dietro l’altra in uno spazio limitato come quello della paletta della Stratocaster. Le Kluson usate da Leo provenivano infatti da set di meccaniche per chitarra a 12 corde (6 meccaniche per ciascun lato), che dovevano tagliate in modo che si adattassero alla paletta della Stratocaster. Le estremità finali dei set ovviamente non venivano tagliate in modo da poter essere utilizzate per la prima e la sesta corda.
Secondo George Fullerton, la paletta Stratocaster era un miglioramento di quella Telecaster, che era stata oggetto di derisione da parte di alcuni competitor per la sua forma. Ma la paletta della Telecaster era piccola perché le scorte di tavole d’acero erano piuttosto scarse quando Leo progettò la sua prima solid-body. Quindi la paletta della Telecaster venne disegnata in modo da ricavare due manici affiancati anche da tavole molto piccole, cosa che non avrebbe funzionato con la più ampia (e costosa) paletta della Stratocaster. Infatti la paletta della Stratocaster era caratterizzata da un'estensione inferiore maggiore rispetto a quella della Telecaster per evitare che il logo venisse nascosto dalle corde.
pICKUP
Leo lavorò duramente su nuovi single coil e testò molti pickup diversi tra loro, perché voleva risolvere il problema dei feedback microfonici che affliggevano i pickup di alcune Telecaster. Nell’inventario della Fender del 1953 erano presenti 117 elevator plate per Stratocaster, che furono scartati quando Leo capì che contribuivano ai feedback della Telecaster.
Leo decise di utilizzare poli magnetici sfalsati (staggered) per ottenere una risposta più equilibrata da ciascuna corda, differenziando così i nuovi pickup dai pickup flat-pole usati nelle prime Telecaster. A quei tempi si usavano set di corde più grandi e dal Sol avvolto. La corda del Si aveva un segnale molto forte, per cui il suo era il polo più basso, mentre quello della corda del Re era quello più alto. George Fullerton disse che avevano dato a Bill Carson molti pickup da provare nei concerti. Sembra davvero assurdo quanto dichiarato da Leo Fender che raccontò di aver deciso di utilizzare tre pickup sulla Stratocaster perché aveva molti selettori a 3 posizioni per chitarre steel e Telecaster! Freddie Tavares ricordò in un’intervista che Leo disse: «Let’s put three pickups. Two is good, but three will kill ‘em»! |
Per maggiore una comodità costruttiva, pickup ed elettronica erano montati su un battipenna che in seguito veniva montato sul corpo della chitarra. Il pickup al ponte era inclinato per evitare quelle frequenze medie che non piacevano a Leo, che definiva “fluff”.
Il selettore a tre vie permetteva di selezionare un solo pickup alla volta, ma ben presto i chitarristi capirono che poteva essere bloccato a metà strada generando il classico suono in sordina delle posizioni 2 e 4. Tuttavia la Fender non introdusse il selettore a cinque vie nelle Stratocaster fino al 1977, sotto la gestione CBS.
Il selettore a tre vie permetteva di selezionare un solo pickup alla volta, ma ben presto i chitarristi capirono che poteva essere bloccato a metà strada generando il classico suono in sordina delle posizioni 2 e 4. Tuttavia la Fender non introdusse il selettore a cinque vie nelle Stratocaster fino al 1977, sotto la gestione CBS.
IL PRIMO PROTOTIPO E IL TREMOLO SINCRONIZZATO
Secondo Tavares, la Stratocaster sarebbe stata ultimata molto prima se non fosse stato per il suo tremolo, che venne sviluppato in più di sei mesi (o un anno, secondo Carson e Fullerton). In realtà il termine "tremolo" non era corretto perché quest'unità era un vibrato. Infatti, il tremolo è un effetto di modulazione che implica una variazione di volume, mentre il vibrato è un sistema meccanico che modifica temporaneamente l'altezza del suono. Probabilmente Leo fece quest'errore prendendo ispirazione dall'"Apparatus for producing tremolo effects" del suo amico Doc Kauffman, il cui brevetto venne approvato il 5 gennaio del 1932.
Leo voleva fortemente questo tipo di ponte per competere con tutte le unità vibrato, come il ponte Bigsby, che stavano conquistando un successo sempre maggiore presso i chitarristi degli anni '50 e che il più delle volte erano costituite da ponti fissi sui quali le corde venivano tese o allentate, ma che avevano tutte un grosso difetto: non sempre riportavano lo strumento alla giusta accordatura. Il nuovo ponte di Leo era anche una risposta ai ponti a sei sellette, una per ogni corda e ciascuna regolabile in lunghezza, come il Melita utilizzato sulla Gretsch Synchro-Sonic, quello progettato da Sebastian Valco concesso in licenza alla Gibson o il ponte Tune-O-Matic svulippato proprio dalla Gibson. |
In effetti, tutti i rappresentanti Fender sapevano che il ponte originale della Telecaster con tre sellette doveva essere perfezionato perché non consentiva una buona regolazione dell’intonazione, tanto che il chitarrista Aaron Spere modificò la sua Broadcaster con un ponte a sei sellette nel dicembre 1950. Dave Driver, noto rappresentante di prodotti Fender, esaminò la chitarra di Spere e suggerì a Don Randall di spiegare a Leo quanto fosse necessario un ponte a sei sellette. Due o tre anni dopo Bill Carson avrebbe fatto lo stesso suggerimento.
Il primo ponte
La prima unità vibrato sviluppata da Leo era, a detta di tutti, simile a quella successivamente impiegata sulla Jazzmaster, presentata nel 1958, ma basata su sellette a rulli che aiutavano le corde a tornare alla corretta accordatura. Inoltre, a differenza di quella della Jazzmaster, una discreta porzione di corda si trovava tra il ponte e la cordiera, dove erano ancorate le corde. L'unità aveva le viti di intonazione, che spostavano le sellette avanti e indietro, regolabili dal lato dei pickup, quindi dal lato opposto a quello del ponte della Stratocaster che tutti oggi conosciamo.
Sfortunatamente, il primo ponte di Leo fu un disastro totale e la chitarra non era pronta per l'esposizione. I rulli causavano una discreta vibrazione laterale delle corde, smorzandone così il sustain e assorbendone l'energia. Inoltre anche la cordiera in acciaio non ancorava sufficientemente le corde e la loro energia si dissipava a scapito del tono e del sustain.
Freddie Tavares credeva che il problema risiedeva nel poco peso dell’unità e nella mancanza di una pesante inertia bar; infatti un sistema così poco pesante non faceva vibrare a sufficienza le corde.
Leo aveva speso inutilmente molti soldi in attrezzature per la produzione di questo ponte prima di testarlo bene. La prova più chiara del suo fallimento si può trovare nell'inventario di magazzino del dicembre 1953, che elencava 400 ponti Stratocaster, 5.240 rulli per ponti Stratocaster e 1.080 leve del tremolo.
Sfortunatamente, il primo ponte di Leo fu un disastro totale e la chitarra non era pronta per l'esposizione. I rulli causavano una discreta vibrazione laterale delle corde, smorzandone così il sustain e assorbendone l'energia. Inoltre anche la cordiera in acciaio non ancorava sufficientemente le corde e la loro energia si dissipava a scapito del tono e del sustain.
Freddie Tavares credeva che il problema risiedeva nel poco peso dell’unità e nella mancanza di una pesante inertia bar; infatti un sistema così poco pesante non faceva vibrare a sufficienza le corde.
Leo aveva speso inutilmente molti soldi in attrezzature per la produzione di questo ponte prima di testarlo bene. La prova più chiara del suo fallimento si può trovare nell'inventario di magazzino del dicembre 1953, che elencava 400 ponti Stratocaster, 5.240 rulli per ponti Stratocaster e 1.080 leve del tremolo.
Il Tremolo Sincronizzato: da 3 a 5 molle
La seconda unità vibrato, che Leo Fender chiamò Synchronized Tremolo (Tremolo Sincronizzato), venne progettata partendo nuovamente da zero. Non era ancora perfetta, ma, la sua versione definitiva, ha funzionato meglio di qualsiasi altra per decenni.
Il tremolo sincronizzato prevedeva che unità vibrato e ponte si muovessero simultaneamente avanti e indietro come se fossero un corpo unico — da cui il termine “sincronizzato” — minimizzando l'attrito e mantenendo l'accordatura dello strumento, ma permettendo al tempo stesso ben più di una lieve variazione dell'altezza del suono della chitarra. Consisteva in una massiccia inertia bar (o blocco del tremolo) in alluminio — acciaio nella versione definitiva — fissata a una piastra, su cui erano montate sei sellette, una per ogni corda, ciascuna regolabile sia in lunghezza che in altezza. L'intera unità flottava sfruttando come fulcro le sei viti che fissavano la piastra al corpo della chitarra. Con questo nuovo sistema le corde non si muovevano più scivolando sul ponte, ma venivano fissate al blocco del tremolo. La giusta tensione e il ritorno alla corretta accordatura erano assicurati ancorando la parte finale dell’inertia bar al corpo della chitarra grazie a tre molle — cinque, nella versione definitiva. Il giusto equilibrio di tensioni tra corde e molle garantiva sia un vibrato ben funzionante che una cordiera stabile.
Don Randall voleva presentare la Stratocaster al NAMM Show tenutosi nell'estate del 1953 a Chicago, ma, sfortunatamente, anche la prima versione del Tremolo Sincronizzato era un disastro e la chitarra non poteva essere pronta per l’esposizione.
George Fullerton raccontò che Bill Carson utilizzò la prima unità vibrato nei test in fabbrica e apparentemente suonava bene. Ma quando Bill la usò in un concerto, chiamò immediatamente Leo per dirgli che il prototipo “suonava come un maledetto banjo”. All’inizio Bill pensava che fosse per colpa dei pickup, perché l’unità vibrato consentiva il ritorno alla corretta accordatura, ma il timbro e il sustain dalla chitarra erano pessimi e le note sembravano smorzate. Quando George Fullerton testò il prototipo disse a Leo: «It sounds like a tin can»!
Nonostante i considerevoli investimenti di tempo e denaro, Leo fu costretto a scartare anche la prima versione del Tremolo Sincronizzato e a prendere dei provvedimenti.
Il problema era ancora il peso del blocco, per cui Leo e Freddie ne progettarono uno più pesante in acciaio che era ancorato al corpo non con solo tre molle, ma cinque.
Il tremolo sincronizzato prevedeva che unità vibrato e ponte si muovessero simultaneamente avanti e indietro come se fossero un corpo unico — da cui il termine “sincronizzato” — minimizzando l'attrito e mantenendo l'accordatura dello strumento, ma permettendo al tempo stesso ben più di una lieve variazione dell'altezza del suono della chitarra. Consisteva in una massiccia inertia bar (o blocco del tremolo) in alluminio — acciaio nella versione definitiva — fissata a una piastra, su cui erano montate sei sellette, una per ogni corda, ciascuna regolabile sia in lunghezza che in altezza. L'intera unità flottava sfruttando come fulcro le sei viti che fissavano la piastra al corpo della chitarra. Con questo nuovo sistema le corde non si muovevano più scivolando sul ponte, ma venivano fissate al blocco del tremolo. La giusta tensione e il ritorno alla corretta accordatura erano assicurati ancorando la parte finale dell’inertia bar al corpo della chitarra grazie a tre molle — cinque, nella versione definitiva. Il giusto equilibrio di tensioni tra corde e molle garantiva sia un vibrato ben funzionante che una cordiera stabile.
Don Randall voleva presentare la Stratocaster al NAMM Show tenutosi nell'estate del 1953 a Chicago, ma, sfortunatamente, anche la prima versione del Tremolo Sincronizzato era un disastro e la chitarra non poteva essere pronta per l’esposizione.
George Fullerton raccontò che Bill Carson utilizzò la prima unità vibrato nei test in fabbrica e apparentemente suonava bene. Ma quando Bill la usò in un concerto, chiamò immediatamente Leo per dirgli che il prototipo “suonava come un maledetto banjo”. All’inizio Bill pensava che fosse per colpa dei pickup, perché l’unità vibrato consentiva il ritorno alla corretta accordatura, ma il timbro e il sustain dalla chitarra erano pessimi e le note sembravano smorzate. Quando George Fullerton testò il prototipo disse a Leo: «It sounds like a tin can»!
Nonostante i considerevoli investimenti di tempo e denaro, Leo fu costretto a scartare anche la prima versione del Tremolo Sincronizzato e a prendere dei provvedimenti.
Il problema era ancora il peso del blocco, per cui Leo e Freddie ne progettarono uno più pesante in acciaio che era ancorato al corpo non con solo tre molle, ma cinque.
Timeline
Sarebbe bello conoscere l'esatta sequenza dei test e vedere i prototipi scartati o i disegni originali di Freddie Tavares, ma purtroppo poco è rimasto.
Quello che sappiamo è che Leo fece almeno tre unità vibrato: una tipo quella delle Jazzmaster, un Tremolo Sincronizzato a tre molle ed uno a cinque molle.
Secondo molti autori affidabili, come Richard Smith and Tom Wheeler, l’unità simile a quella delle Jazzmaster venne fatta verso la metà del 1953 e il primo prototipo con il Tremolo Sincronizzato a tre molle venne assemblato nel dicembre del 1953.
Tuttavia Leo Fender dichiarò che il “revised vibrato” a tre molle venne sviluppato prima della metà del 1953. Infatti secondo molti importanti collezionisti il ponte tipo Jazzmaster fu solo un primo grezzo tentativo nel progettare il ponte della Stratocaster e il Tremolo Sincronizzato a tre molle venne sviluppato molto prima della fine del 1953, ed era proprio questo che suonava come un barattolo di latta a causa del poco peso del blocco in alluminio e numero di molle insufficiente. Inoltre, le plastiche nere delle Stratocaster a tre molle si rompevano troppo facilmente. Per questo la chitarra non era ancora pronta per il NAMM di Chicago.
A sostegno di questa teoria ci sono alcuni body fatti nel 1953 con lo scasso adatto a solo tre molle e rilavorati per ospitarne cinque ed essere riutilizzati sulle prime Stratocaster del 1954, anche se George Fullerton aveva dichiarato che solo i manici dei modelli a tre molle erano stati conservati, poiché buttarono tutti componenti metallici e gli stampi per produrli. Probabilmente la sua memoria lo ingannava, perché alcuni corpi originali risalenti ai prototipi a tre molle esistono.
Secondo George, solo una Stratocaster con ponte a tre molle venne assemblata, nonostante ci fossero i componenti per 100 chitarre: «We started a hundred guitars through the line, a hundred sets of parts ready to go. Some of the bodies were already finished, and the metal parts were already chrome plated. But we didn’t assemble many at all, just one as I recall. I couldn't wait that morning to get the first one off the line. I grabbed that one and tested it out, and it was terribly bad sounding». Fortunatamente questo manico è arrivato fino ai nostri giorni e si riconosce per la scritta “STRAT NECK ONE OF FIRST 100 PIECE RUN MARCH 1953 George Fullerton” alla base.
Quindi, le prime Stratocaster con ponte a tre molle risalgono alla metà (non alla fine) del 1954, e le prime Stratocaster con ponte a cinque vie (sia campioni che modelli pre-production) conosciute risalgono al gennaio 1954.
Leo Fender fece domanda per brevettare il tremolo sincronizzato, che includeva anche la piastra del jack con angolo di 45 gradi, solo il 30 agosto 1954, e il brevetto venne approvato il 10 aprile 1956 con il numero 2.741.146. Abbastanza sorprendentemente, non c'era nessuna menzione del design del corpo sagomato della Stratocaster! In effetti, il corpo smussato fu menzionato per la prima volta, insieme alla forma asimmetrica, nel brevetto del corpo della Jazzmaster, che fu depositato il 13 gennaio 1958 e approvato il 22 novembre 1960, con il numero 2.960.900.
Le sellette delle primissime Stratocaster erano incise a mano con le parole “FENDER PAT. PEND.”, mentre quelle successive erano punzonate.
Quello che sappiamo è che Leo fece almeno tre unità vibrato: una tipo quella delle Jazzmaster, un Tremolo Sincronizzato a tre molle ed uno a cinque molle.
Secondo molti autori affidabili, come Richard Smith and Tom Wheeler, l’unità simile a quella delle Jazzmaster venne fatta verso la metà del 1953 e il primo prototipo con il Tremolo Sincronizzato a tre molle venne assemblato nel dicembre del 1953.
Tuttavia Leo Fender dichiarò che il “revised vibrato” a tre molle venne sviluppato prima della metà del 1953. Infatti secondo molti importanti collezionisti il ponte tipo Jazzmaster fu solo un primo grezzo tentativo nel progettare il ponte della Stratocaster e il Tremolo Sincronizzato a tre molle venne sviluppato molto prima della fine del 1953, ed era proprio questo che suonava come un barattolo di latta a causa del poco peso del blocco in alluminio e numero di molle insufficiente. Inoltre, le plastiche nere delle Stratocaster a tre molle si rompevano troppo facilmente. Per questo la chitarra non era ancora pronta per il NAMM di Chicago.
A sostegno di questa teoria ci sono alcuni body fatti nel 1953 con lo scasso adatto a solo tre molle e rilavorati per ospitarne cinque ed essere riutilizzati sulle prime Stratocaster del 1954, anche se George Fullerton aveva dichiarato che solo i manici dei modelli a tre molle erano stati conservati, poiché buttarono tutti componenti metallici e gli stampi per produrli. Probabilmente la sua memoria lo ingannava, perché alcuni corpi originali risalenti ai prototipi a tre molle esistono.
Secondo George, solo una Stratocaster con ponte a tre molle venne assemblata, nonostante ci fossero i componenti per 100 chitarre: «We started a hundred guitars through the line, a hundred sets of parts ready to go. Some of the bodies were already finished, and the metal parts were already chrome plated. But we didn’t assemble many at all, just one as I recall. I couldn't wait that morning to get the first one off the line. I grabbed that one and tested it out, and it was terribly bad sounding». Fortunatamente questo manico è arrivato fino ai nostri giorni e si riconosce per la scritta “STRAT NECK ONE OF FIRST 100 PIECE RUN MARCH 1953 George Fullerton” alla base.
Quindi, le prime Stratocaster con ponte a tre molle risalgono alla metà (non alla fine) del 1954, e le prime Stratocaster con ponte a cinque vie (sia campioni che modelli pre-production) conosciute risalgono al gennaio 1954.
Leo Fender fece domanda per brevettare il tremolo sincronizzato, che includeva anche la piastra del jack con angolo di 45 gradi, solo il 30 agosto 1954, e il brevetto venne approvato il 10 aprile 1956 con il numero 2.741.146. Abbastanza sorprendentemente, non c'era nessuna menzione del design del corpo sagomato della Stratocaster! In effetti, il corpo smussato fu menzionato per la prima volta, insieme alla forma asimmetrica, nel brevetto del corpo della Jazzmaster, che fu depositato il 13 gennaio 1958 e approvato il 22 novembre 1960, con il numero 2.960.900.
Le sellette delle primissime Stratocaster erano incise a mano con le parole “FENDER PAT. PEND.”, mentre quelle successive erano punzonate.
LA STRATOCASTER CON PONTE A TRE MOLLE
Fortunatamente Leo scattò alcune foto del prototipo con l’unità vibrato a tre molle e le diede a Richard Smith perché fossero pubblicate sul suo libro. Non ci sono altre immagini o informazioni su altre chitarre tremolo a tre molle in nessun inventario o registro della Fender.
La chitarra fotografata era dotata di un battipenna in fenolite nero, manopole metalliche e selettore top-hat come quelli usati sulle Telecaster, mentre i pickup erano privi delle mascherine. L'unità vibrato era quasi come la conosciamo oggi, ma aveva una leva leggermente più spessa e l’inertia bar era forata per sole tre molle, non cinque, che erano ancorate al body venendo conficcate direttamente nel legno, non per mezzo di uno spring claw. Inoltre, la parte posteriore del corpo aveva uno scasso più piccolo, in grado di ospitare solo tre molle. Il manico aveva una finitura laccata scura, la paletta davanti era priva di decal e dietro aveva un nastro adesivo (e si ignora cosa potesse esserci scritto). Il corpo era in frassino, molto figurato e privo di finitura, come gli altri strumenti “test” di Leo. Sul corpo, nella tasca del manico, erano segnate a matita, appena accennate, le iniziali di Leo Fender.
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Leo disse a Richard che il prototipo era stato utilizzato alla fine del 1953 da un chitarrista (sconosciuto) durante un’esibizione dal vivo e ne conservava la foto, da cui si nota che le manopole erano state sostituite con quelle di plastica bianca usate in seguito sulle prime Stratocaster del 1954.
Il prototipo comparve anche in un articolo scritto da Willie G. Moseley per la rivista Vintage Guitar dell’edizione di aprile 2008. Willie spiegava nell’articolo che la chitarra era giunta a Jerry Madderra che l’aveva ereditata dal padre, Thomas, che nel 1954 aveva acquistato da alcuni dipendenti della fabbrica Fender di Fullerton una scatola contenente le parti che componevano la chitarra. Thomas morì nel 1957 senza aver mai fornito alcun dettaglio o notizia su come i componenti del prototipo si trovavano in quella scatola. È comunque evidente che Leo Fender non aveva nessun interesse a preservare l'originalità di un prototipo, quindi la chitarra potrebbe pure aver cambiato alcuni suoi componenti anche prima che quella scatola lasciasse la fabbrica con Thomas. Il ponte dello strumento era grezzo, ad eccezione delle sellette, che secondo Jerry Madderra non erano più quelle del prototipo, ma quelle di produzione del 1954 e distinguibili per l’incisione “Fender Pat. Pend”. La piastra del ponte non è mai stata cromata, per cui sembrerebbe proprio quella originale e la barra del tremolo ha i fori per sole tre molle, proprio come quella delle foto del prototipo scattate da Leo Fender. Il selettore era un CRL 1452 a tre vie con quattro numeri di brevetto. Pickup, battipenna e manopole invece erano stati sostituiti.
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Da bambino Jerry Madderra non aveva alcun interesse verso la chitarra, ma quando iniziò ad appassionarsi alla musica, alla fine degli anni '50, iniziò a suonare con la Stratocaster del padre, che riverniciò almeno un paio di volte. Presto, però, comprò una Telecaster dal momento che gli piaceva Steve Cropper, ma continuava a preferire il manico della Stratocaster del padre, per cui lo montò sul corpo della Telecaster. Jerry suonò lo strumento ibrido fino a quando decise di venderlo nel 1966 dopo aver ricevuto la chiamata per il servizio militare.
Nel 2005, Jerry decise di riportare la vecchia chitarra allo stato che aveva quando la ricevette da suo padre: la sverniciò, montò sul corpo una riproduzione di un manico del '54 e cercò gli altri componenti che erano stati sostituiti.
LE PRIME STRATOCASTER: PROTOTIPI, PRE-PRODUCTION E PRODUCTION STRATOCASTER
Le prime Stratocaster con tremolo a 5 molle furono realizzate nel gennaio 1954, come campioni per la promozione e i test. Alcuni di essi furono assemblati con i corpi adattati del 1953.
A quel tempo Leo stava sperimentando nuove plastiche perché le vecchie parti in fenolite erano troppo fragili e richiedevano più fasi di produzione.
Almeno una Stratocaster del 1954 era dotata di battipenna trasparente in lucite ricoperto di vernice dorata, mentre altre avevano il battipenna in alluminio anodizzato o elettro-placcato. A Leo Fender piacevano molto i battipenna in alluminio perché schermavano i pickup, ma, come ricordato da Bill Carson, Leo fu costretto a sostituirli con quelli a singolo strato in plastica bianca perché l'anodizzazione era così sottile che si consumava immediatamente e sporcava di nero le dita del musicista e, comunque, era molto costosa.
La maggior parte dei corpi delle Stratocaster consisteva in due o più pezzi di frassino - sebbene siano noti corpi in un unico pezzo. La finitura standard usata sulle Telecaster e sulle Esquire era blonde, per cui, se le tavole non erano ben accoppiate, i punti di giunzione diventavano più evidenti. Poiché, dopo il successo della Telecaster, il lavoro nella fabbrica di Fullerton aumentò rapidamente portando all’utilizzo di un numero sempre maggiore di tavole di frassino, il corretto abbinamento stava diventando sempre più complicato. Quindi, per la Stratocaster, Leo decise di utilizzare una finitura sunburst, i cui bordi scuri consentivano di coprire le venature non corrispondenti sui bordi del corpo, lasciando però in vista le appariscenti venature sul top e sul back del corpo della chitarra. Ma c'era un'altra ragione che spinse Leo ad usare la finitura sunburst: secondo Don Randall, tutti i loro concorrenti ne avevano uno, mentre la Fender era l'unica azienda produttrice di chitarre che non la usava. Don pensava che il sunburst avrebbe reso la Stratocaster un po' più professionale e più appetibile.
Poiché la piastra del jack della Telecaster era posizionata sul lato inferiore del corpo, in una posizione non visibile per il musicista, George Fullerton suggerì di inclinare il jack e montarlo sulla parte superiore del corpo.
Grazie alla scala da 25,5” e ai suoi pickup in alnico, la Stratocaster aveva un suono brillante, pulito e articolato.
A quel tempo Leo stava sperimentando nuove plastiche perché le vecchie parti in fenolite erano troppo fragili e richiedevano più fasi di produzione.
Almeno una Stratocaster del 1954 era dotata di battipenna trasparente in lucite ricoperto di vernice dorata, mentre altre avevano il battipenna in alluminio anodizzato o elettro-placcato. A Leo Fender piacevano molto i battipenna in alluminio perché schermavano i pickup, ma, come ricordato da Bill Carson, Leo fu costretto a sostituirli con quelli a singolo strato in plastica bianca perché l'anodizzazione era così sottile che si consumava immediatamente e sporcava di nero le dita del musicista e, comunque, era molto costosa.
La maggior parte dei corpi delle Stratocaster consisteva in due o più pezzi di frassino - sebbene siano noti corpi in un unico pezzo. La finitura standard usata sulle Telecaster e sulle Esquire era blonde, per cui, se le tavole non erano ben accoppiate, i punti di giunzione diventavano più evidenti. Poiché, dopo il successo della Telecaster, il lavoro nella fabbrica di Fullerton aumentò rapidamente portando all’utilizzo di un numero sempre maggiore di tavole di frassino, il corretto abbinamento stava diventando sempre più complicato. Quindi, per la Stratocaster, Leo decise di utilizzare una finitura sunburst, i cui bordi scuri consentivano di coprire le venature non corrispondenti sui bordi del corpo, lasciando però in vista le appariscenti venature sul top e sul back del corpo della chitarra. Ma c'era un'altra ragione che spinse Leo ad usare la finitura sunburst: secondo Don Randall, tutti i loro concorrenti ne avevano uno, mentre la Fender era l'unica azienda produttrice di chitarre che non la usava. Don pensava che il sunburst avrebbe reso la Stratocaster un po' più professionale e più appetibile.
Poiché la piastra del jack della Telecaster era posizionata sul lato inferiore del corpo, in una posizione non visibile per il musicista, George Fullerton suggerì di inclinare il jack e montarlo sulla parte superiore del corpo.
Grazie alla scala da 25,5” e ai suoi pickup in alnico, la Stratocaster aveva un suono brillante, pulito e articolato.
La Stratocaster fu presentata ufficialmente nel 1954, nell’edizione di aprile dell’International Musician. Don Randall decise di chiamare la nuova chitarra Stratocaster, continuando quindi con la serie Broadcaster e Telecaster, facendo questa volta riferimento allo spazio, poiché il nuovo strumento avrebbe portato il design delle chitarre in una nuova stratosfera. In una lettera ai rivenditori, la Fender Sales dichiarò di essere pronta a spedire le Stratocaster dal 15 maggio, anche se alcuni modelli pre-production erano già stati venduti prima di questa data. La Stratocaster 0100, datata 4/54 sul corpo e 1-54 sul manico, è stata probabilmente la prima delle chitarre ordinate. Le chitarre prodotte fino ad aprile, che probabilmente servivano solo come campione per i rappresentanti, furono vendute quasi tutte, creando un po’ di confusione su quali dovessero essere considerate le prime vere Stratocaster. Sotto alcuni aspetti, le Stratocaster pre-production, fabbricate all'inizio del 1954, se confrontate con i modelli “di produzione” sembravano un po’ primitive, come se alcuni componenti o alcuni step produttivi fossero fatti a mano.
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L'opinione di Leo e Freddie, a quanto pare, era che tutte le chitarre costruite prima dell'annuncio ufficiale nel 1954 fossero prototipi. Ma molte Stratocaster “pre-produzione” (non prototipi) erano state fabbricate prima dell'annuncio di aprile, come confermato dal chitarrista e storico Robb Lawrence che riferì di aver visto le foto dettagliate di una Stratocaster del gennaio del 1954 e di aver ispezionato personalmente alcune Stratocaster fabbricate tra febbraio e marzo. Richard Smith ha pubblicato nel suo libro una foto di Rex Gallion (mostrata all'inizio di questo articolo) con in mano una delle prime Stratocaster, che sembra proprio un modello “di produzione”, con tendi corde circolare, decal, manopole e battipenna in plastica. Richard ha “studiato” il calendario visibile nella sua versione della foto, non ritagliata, e, con un po’ di ricerche, ha scoperto che la foto è stata scattata a gennaio o febbraio 1954. Quindi, a meno che le pagine del calendario non siano più state girate dopo febbraio, la foto indica chiaramente che la Stratocaster di Rex era stata fatta prima dell'annuncio di aprile.
Forrest White, invece, affermò che le prime Stratocaster (con tremolo) risalgono al mese di ottobre 1954, per soddisfare l'ordine di acquisto n.242 (per 100 esemplari) ricevuto dalla Fender Sales e datato 13 ottobre 1954. Secondo Forrest, i modelli precedenti erano solo prototipi e campioni, e non possono essere presi in considerazione, chiarendo nel suo libro che corpi e manici non assemblati in magazzino sono solo «work in process inventory» e che questo non vuol dire che i cicli di produzione siano iniziati.
Tuttavia, prima di ottobre sono state fatte altre Stratocaster. Alcune erano sì campioni dati ai rappresentanti, ma erano campioni che sono anche stati venduti ai negozi, e non erano affatto prototipi, in termini di essere sperimentali o qualcosa del genere, ma vere chitarre “pre-production”. Forrest probabilmente le chiamava prototipi solo nel senso che erano state realizzate prima del primo ordine completo da parte della Fender Sales. Ma erano vere e proprie Stratocaster.
Forrest White, invece, affermò che le prime Stratocaster (con tremolo) risalgono al mese di ottobre 1954, per soddisfare l'ordine di acquisto n.242 (per 100 esemplari) ricevuto dalla Fender Sales e datato 13 ottobre 1954. Secondo Forrest, i modelli precedenti erano solo prototipi e campioni, e non possono essere presi in considerazione, chiarendo nel suo libro che corpi e manici non assemblati in magazzino sono solo «work in process inventory» e che questo non vuol dire che i cicli di produzione siano iniziati.
Tuttavia, prima di ottobre sono state fatte altre Stratocaster. Alcune erano sì campioni dati ai rappresentanti, ma erano campioni che sono anche stati venduti ai negozi, e non erano affatto prototipi, in termini di essere sperimentali o qualcosa del genere, ma vere chitarre “pre-production”. Forrest probabilmente le chiamava prototipi solo nel senso che erano state realizzate prima del primo ordine completo da parte della Fender Sales. Ma erano vere e proprie Stratocaster.
Il prezzo iniziale della Stratocaster partiva da $249,50 senza custodia, circa il 10% in più della Gibson Les Paul Gold Top e circa il 30% in meno del massimo della linea Les Paul, la Custom. I pochi modelli realizzati senza tremolo costavano, privi di custodia, $229,50.
Le prime Stratocaster potevano essere vendute, con $39,95 in più, all'interno delle custodie sagomate costruite dalla Baldwin che seguivano i contorni della chitarra. Dato che chi le portava sembrava che stesse portando un cane a passeggio, queste custodie vennero chiamate poodle, cioè barboncino. Alla fine del 1954 vennero sostituite da quelle in tweed della Victoria Luggage, più resistenti, e che, con diverse variazioni nello stile, vennero utilizzate per tutto il periodo d'oro della Fender. |
MODELLI SPECIALI
Nel 1954 furono realizzate anche alcune Stratocaster molto particolari. Verso la metà del 1954 Leo regalò ad Eldon Shamblin una Stratocaster dorata (che può essere considerata la prima “custom color” della storia!), numero di serie 0569, insieme a un amplificatore Bandmaster della fine del 1953. Il corpo era datato 4 giugno 1954, ed era firmato all'interno della tasca del manico da Gloria Fuentes, mentre il manico era datato maggio 1954 e siglato da Tadeo Gomez. Eldon bloccò l’unità vibrato e montò le manopole “a testa di pollo”.
George Fullerton si costruì una Stratocaster caratterizzata da una sottile piastra cromata posta sopra il battipenna standard che gli permetteva di riorganizzare il posizionamento delle manopole e dello switch, poiché aveva le mani grandi e per lui le manopole erano troppo vicine al ponte. Il corpo era in frassino fiammato e il manico in acero fiammato con paletta in tinta.
Anche Gallion e Carson ricevettero una Stratocaster con un battipenna in alluminio anodizzato come ringraziamento per la loro collaborazione.
George Fullerton si costruì una Stratocaster caratterizzata da una sottile piastra cromata posta sopra il battipenna standard che gli permetteva di riorganizzare il posizionamento delle manopole e dello switch, poiché aveva le mani grandi e per lui le manopole erano troppo vicine al ponte. Il corpo era in frassino fiammato e il manico in acero fiammato con paletta in tinta.
Anche Gallion e Carson ricevettero una Stratocaster con un battipenna in alluminio anodizzato come ringraziamento per la loro collaborazione.
Antonio Calvosa