I primi prototipi
Produrre una chitarra elettrica migliore per i musicisti, soprattutto quelli western, era stato il pensiero di Leo Fender fin dal 1940. In un'intervista pubblicata sull'edizione dell'8 Novembre del 1949 del Daily News Tribute, Leo dichiarò che l'idea gli era venuta riparando una chitarra nel suo negozio e che smontandola capì che poteva essere migliorata sia come volume e timbro, sia come suonabilità.
Leo aveva già elettrificato con l'aggiunta di un pickup la Martin acustica 000-18 di Fred Clay, aveva costruito una chitarra elettrica spagnola per Bob Stack, e fabbricato o elettrificato almeno un altro paio di modelli alla fine degli anni '40. Il 26 settembre del 1944 Leo Fender e Doc Kauffman brevettarono il “pickup unit for stringed instruments”; era un pickup ideato per le lap steel, ma per testarlo Leo aveva costruito un piccolo strumento su cui montò ponte, pickup, paletta e corde, il cui manico aveva un profilo arrotondato e che poteva essere suonato come le chitarre spagnole. Tuttavia Leo era troppo concentrato sulle lap steel per dedicarsi pienamente alle chitarre elettriche spagnole.
Fu in seguito al suggerimento di Charlie Hayes, suo amico e importante rappresentante dei suoi prodotti, che Leo Fender capì quanto i chitarristi avessero bisogno di chitarre elettriche che potessero essere suonate a volumi più alti senza il problema del feedback e iniziò a prendere seriamente in considerazione l’idea di costruire una solid-body spagnola.
Per Leo c’era anche un altro problema, oltre al feedback, che affliggeva le chitarre elettriche: senza sellette regolabili non erano mai intonate. Nelle chitarre acustiche il problema non era così evidente perché tutte le armoniche prodotte dalla cassa mascheravano le dissonanze, ma sulle elettriche ogni nota era messa a nudo e ogni difetto di intonazione produceva suoni sgradevoli!
Per Leo Fender, quindi, la chitarra elettrica non doveva essere soggetta a feedback, doveva avere un ponte con sellette regolabili per una migliore intonazione, doveva avere un pickup con sei poli separati per avere una risposta bilanciata per ogni corda (tecnica già usata da DeArmond) e regolabile in altezza ai lati, e doveva avere un manico smontabile attaccato al corpo con quattro viti - idea non completamente nuova, perché il manico smontabile era già usato nei banjo o da altri brand, come la Rickenbacker. Secondo Leo il vantaggio dei manici smontabili era quello di poterli sostituire facilmente; per Don Randall, allora direttore generale della Radio and Television Equipment Co. di Francis Hall, detta Radio Tel, che aveva l’accordo per la distribuzione in esclusiva dei prodotti Fender, il vantaggio reale sarebbe stato invece quello di poterli riparare più facilmente, perché era consapevole che nessun chitarrista si sarebbe separato volentieri dal manico della propria chitarra. Inoltre il manico smontabile avrebbe permesso di tagliare i costi e di accorciare i tempi di produzione. E, con l'intento ridurre ulteriormente tempo e costi, Leo decise di usare un unico pezzo di un legno resistente su cui montare direttamente i tasti piuttosto che un manico con tastiera incollata.
Leo aveva già elettrificato con l'aggiunta di un pickup la Martin acustica 000-18 di Fred Clay, aveva costruito una chitarra elettrica spagnola per Bob Stack, e fabbricato o elettrificato almeno un altro paio di modelli alla fine degli anni '40. Il 26 settembre del 1944 Leo Fender e Doc Kauffman brevettarono il “pickup unit for stringed instruments”; era un pickup ideato per le lap steel, ma per testarlo Leo aveva costruito un piccolo strumento su cui montò ponte, pickup, paletta e corde, il cui manico aveva un profilo arrotondato e che poteva essere suonato come le chitarre spagnole. Tuttavia Leo era troppo concentrato sulle lap steel per dedicarsi pienamente alle chitarre elettriche spagnole.
Fu in seguito al suggerimento di Charlie Hayes, suo amico e importante rappresentante dei suoi prodotti, che Leo Fender capì quanto i chitarristi avessero bisogno di chitarre elettriche che potessero essere suonate a volumi più alti senza il problema del feedback e iniziò a prendere seriamente in considerazione l’idea di costruire una solid-body spagnola.
Per Leo c’era anche un altro problema, oltre al feedback, che affliggeva le chitarre elettriche: senza sellette regolabili non erano mai intonate. Nelle chitarre acustiche il problema non era così evidente perché tutte le armoniche prodotte dalla cassa mascheravano le dissonanze, ma sulle elettriche ogni nota era messa a nudo e ogni difetto di intonazione produceva suoni sgradevoli!
Per Leo Fender, quindi, la chitarra elettrica non doveva essere soggetta a feedback, doveva avere un ponte con sellette regolabili per una migliore intonazione, doveva avere un pickup con sei poli separati per avere una risposta bilanciata per ogni corda (tecnica già usata da DeArmond) e regolabile in altezza ai lati, e doveva avere un manico smontabile attaccato al corpo con quattro viti - idea non completamente nuova, perché il manico smontabile era già usato nei banjo o da altri brand, come la Rickenbacker. Secondo Leo il vantaggio dei manici smontabili era quello di poterli sostituire facilmente; per Don Randall, allora direttore generale della Radio and Television Equipment Co. di Francis Hall, detta Radio Tel, che aveva l’accordo per la distribuzione in esclusiva dei prodotti Fender, il vantaggio reale sarebbe stato invece quello di poterli riparare più facilmente, perché era consapevole che nessun chitarrista si sarebbe separato volentieri dal manico della propria chitarra. Inoltre il manico smontabile avrebbe permesso di tagliare i costi e di accorciare i tempi di produzione. E, con l'intento ridurre ulteriormente tempo e costi, Leo decise di usare un unico pezzo di un legno resistente su cui montare direttamente i tasti piuttosto che un manico con tastiera incollata.
Secondo Leo Fender, la nuova chitarra elettrica doveva soprattutto essere semplice da costruire, suonare e riparare: «The design of everything we did was intended to be easy to built and easy to repair. When I was in the repair business, dealing with other men’s problems, I could see the shortcomings in the design completely disregarding the need for service. If a thing is easy to service, it is easy to build», sosteneva Leo. La sua filosofia era rendere tutto il più pratico e semplice possibile.
Leo Fender non poteva competere con i brand che avevano una grande storia liuteristica alle spalle, o, almeno, non poteva competere sul loro stesso piano: non aveva né i mezzi, né l'esperienza, né gli operai adatti. Poteva però costruire una solid-body spagnola che si avvicinasse di più alle sue lap steel che alle hollow-body. In questo modo la sua chitarra sarebbe stata di alta qualità, adatta alla produzione in fabbrica ed economica - quindi adatta alla maggior parte dei musicisti professionisti. In più avrebbe avuto un timbro del tutto nuovo, aspro, brillante e con bassi profondi, ma privo dei medi che conferivano allo strumento quel suono cupo che lui definiva ʺfluff”. In un periodo storico in cui i chitarristi cercavano il suono alla Charlie Christian, Chet Atkins e Hank Garland, Leo era convinto che il suono della sua chitarra dovesse avvicinarsi di più a quello di una chitarra steel.
Anche se non lo ammise mai, erano evidenti gli spunti che Leo Fender prese dalla Rickenbacker del suo amico Doc Kauffman, come il manico smontabile o la sua semplicità. Tuttavia quello di Kauffman era uno strumento migliorabile sia come suono, sia come intonazione e forma.
Un ruolo chiave nella nascita della prima solid-body Fender lo ebbe George Fullerton, che, nonostante il nome, non aveva nessuna parentela con il George Fullerton che fondò l'omonima città. George lavorava come camionista per un negozio di mobili di Los Angeles, riparava radio e suonava la chitarra in un gruppo chiamato Gold Coast Rangers. Fullerton iniziò a frequentare Leo nel 1947. Non aveva nessuna esperienza nel campo della costruzione delle chitarre - aveva solo elettrificato la sua acustica, come molti altri musicisti di quel periodo - per cui, quando Leo gli offrì un lavoro, inizialmente fu scettico. Tuttavia accettò e iniziò a lavorare per la Fender il 2 febbraio del 1948. Riparava amplificatori e chitarre steel, ma era anche molto abile nel lavorare il legno e a lui si deve la forma di quella che sarebbe diventata la Telecaster. Nel tempo furono assunti anche la sorella, il fratello e il padre di George.
Leo Fender non poteva competere con i brand che avevano una grande storia liuteristica alle spalle, o, almeno, non poteva competere sul loro stesso piano: non aveva né i mezzi, né l'esperienza, né gli operai adatti. Poteva però costruire una solid-body spagnola che si avvicinasse di più alle sue lap steel che alle hollow-body. In questo modo la sua chitarra sarebbe stata di alta qualità, adatta alla produzione in fabbrica ed economica - quindi adatta alla maggior parte dei musicisti professionisti. In più avrebbe avuto un timbro del tutto nuovo, aspro, brillante e con bassi profondi, ma privo dei medi che conferivano allo strumento quel suono cupo che lui definiva ʺfluff”. In un periodo storico in cui i chitarristi cercavano il suono alla Charlie Christian, Chet Atkins e Hank Garland, Leo era convinto che il suono della sua chitarra dovesse avvicinarsi di più a quello di una chitarra steel.
Anche se non lo ammise mai, erano evidenti gli spunti che Leo Fender prese dalla Rickenbacker del suo amico Doc Kauffman, come il manico smontabile o la sua semplicità. Tuttavia quello di Kauffman era uno strumento migliorabile sia come suono, sia come intonazione e forma.
Un ruolo chiave nella nascita della prima solid-body Fender lo ebbe George Fullerton, che, nonostante il nome, non aveva nessuna parentela con il George Fullerton che fondò l'omonima città. George lavorava come camionista per un negozio di mobili di Los Angeles, riparava radio e suonava la chitarra in un gruppo chiamato Gold Coast Rangers. Fullerton iniziò a frequentare Leo nel 1947. Non aveva nessuna esperienza nel campo della costruzione delle chitarre - aveva solo elettrificato la sua acustica, come molti altri musicisti di quel periodo - per cui, quando Leo gli offrì un lavoro, inizialmente fu scettico. Tuttavia accettò e iniziò a lavorare per la Fender il 2 febbraio del 1948. Riparava amplificatori e chitarre steel, ma era anche molto abile nel lavorare il legno e a lui si deve la forma di quella che sarebbe diventata la Telecaster. Nel tempo furono assunti anche la sorella, il fratello e il padre di George.
Contrariamente a quanto si pensa comunemente, il primo prototipo della nuova solid-body di Leo Fender aveva un corpo costituito da due pezzi sovrapposti di pino, non un pezzo unico, tagliati da George, su cui avrebbe applicato uno spesso strato di vernice bianca in enamel e un battipenna fenolico nero ad ala nella metà inferiore del corpo.
Secondo Nacho Baños, autore di The Blackguard, a detailed history of the early Fender Telecaster, Years 1950-1954, il secondo prototipo aveva invece un corpo a "sandwich" in quattro pezzi di pino (non in frassino, come comunemente riportato) ed era munito di camere di alleggerimento come la Rickenbacker, ma venne subito scartato perché allungava i tempi di costruzione. Il suo colore originale era il bianco, ma, dopo un refin rosso, il corpo venne completamente sverniciato.
Per il manico Leo scelse il resistente hard rock maple, che, al contrario della bachelite di Rickenbacker, risentiva pochissimo delle variazioni di temperatura dovute al sole o alle luci dei palchi, mantenendo molto meglio l'accordatura. Leo era così convinto della resistenza di questo legno che non voleva aggiungere il truss rod al manico. È celebre la foto in cui si vede il suo dipende, Hugh Garriott, che sale su un manico in acero sostenuto da due sedie con lo scopo di dimostrare la resistenza dei manici Fender. Quest'aneddoto fu d'ispirazione, intorno al 1967, per una pubblicità della Fender in cui un operaio saliva sopra un manico sospeso tra due scatole con la citazione "We stand on our reputation".
Secondo Nacho Baños, autore di The Blackguard, a detailed history of the early Fender Telecaster, Years 1950-1954, il secondo prototipo aveva invece un corpo a "sandwich" in quattro pezzi di pino (non in frassino, come comunemente riportato) ed era munito di camere di alleggerimento come la Rickenbacker, ma venne subito scartato perché allungava i tempi di costruzione. Il suo colore originale era il bianco, ma, dopo un refin rosso, il corpo venne completamente sverniciato.
Per il manico Leo scelse il resistente hard rock maple, che, al contrario della bachelite di Rickenbacker, risentiva pochissimo delle variazioni di temperatura dovute al sole o alle luci dei palchi, mantenendo molto meglio l'accordatura. Leo era così convinto della resistenza di questo legno che non voleva aggiungere il truss rod al manico. È celebre la foto in cui si vede il suo dipende, Hugh Garriott, che sale su un manico in acero sostenuto da due sedie con lo scopo di dimostrare la resistenza dei manici Fender. Quest'aneddoto fu d'ispirazione, intorno al 1967, per una pubblicità della Fender in cui un operaio saliva sopra un manico sospeso tra due scatole con la citazione "We stand on our reputation".
Il primo manico, costruito da George Fullerton, aveva la paletta a testa di serpente con tre chiavette Kluson per ciascun lato, come le lap steel, e aveva segnatasti dipinti. Il secondo prototipo invece aveva la paletta come noi oggi la conosciamo, sottile ed elegante, con tutte le meccaniche sullo stesso lato - cosa che costrinse Leo a tagliare con una pressa le Kluson, dato che non erano adatte ad essere messe in fila una dopo l'altra in quel modo. Nonostante anche la chitarra di Bigsby avesse tutte le sei meccaniche affiancate, sembra che Leo avesse in realtà preso l'idea da una foto raffigurante un musicista croato che suonava uno strumento con questo tipo di paletta. Grazie a questa struttura le corde andavano dritte dal capotasto alle meccaniche, consentendo allo strumento di tenere meglio l'accordatura. Il manico che monta attualmente il secondo prototipo non è quello originale e ha truss rod e tendi corde.
Entrambi i prototipi erano muniti del solo Lead Pickup, ʺincastratoʺ nel ponte, che Leo sviluppò all'inizio del 1949 e che era molto simile a quello che faceva per la Champion Lap Steel (che non dava quel ʺfluff” che tanto odiava). Lo montò obliquo per dare più forza ai bassi, come fece la Gibson sulla ES-300. Il ponte era munito di tre sellette, una ogni due corde; questo sistema non garantiva un'intonazione perfetta, ma era un buon compromesso. Se paragonato a quello dei successivi modelli di produzione fatti con le presse e gli stampi della Race & Olmsted, questo ponte era molto grezzo.
La piastra di controllo del primo prototipo era obliqua e sembrava seguire la direzione del pickup, perché Leo credeva che per il musicista fosse più comoda in quella posizione, mentre nel secondo prototipo la piastra era invece perpendicolare al corpo. Perciò in nessuno dei due prototipi la piastra era parallela al manico come negli esemplari di serie ed entrambi erano privi di switch. La piastra che il secondo prototipo monta attualmente non è quella originale, che aveva la forma a palla da football americano, ma una sostituiva come quella usata sul Precision Bass.
Il primo prototipo aveva i potenziometri datati trentunesima settimana del 1949, cosa che fa dedurre che potesse essere stato completato per l'autunno del 1949, anche se, non essendoci date precise scritte sullo strumento, non è possibile sapere la data precisa.
La piastra di controllo del primo prototipo era obliqua e sembrava seguire la direzione del pickup, perché Leo credeva che per il musicista fosse più comoda in quella posizione, mentre nel secondo prototipo la piastra era invece perpendicolare al corpo. Perciò in nessuno dei due prototipi la piastra era parallela al manico come negli esemplari di serie ed entrambi erano privi di switch. La piastra che il secondo prototipo monta attualmente non è quella originale, che aveva la forma a palla da football americano, ma una sostituiva come quella usata sul Precision Bass.
Il primo prototipo aveva i potenziometri datati trentunesima settimana del 1949, cosa che fa dedurre che potesse essere stato completato per l'autunno del 1949, anche se, non essendoci date precise scritte sullo strumento, non è possibile sapere la data precisa.
Il primo prototipo non era ancora stato completato quando Don Randall, dopo essere stato nel luglio del 1949 all'International Guitar League di Chicago (per il quale aveva già chiesto inutilmente un campione da far provare), si rese conto che un solo pickup non era sufficiente e disse a Francis Hall di persuadere Leo a costruire una chitarra elettrica spagnola a due pickup per portarla al NAMM di New York che si sarebbe tenuto ad agosto. Tuttavia Leo in quel periodo stava ancora acquistando dalla Race & Olmsted presse e stampi per fabbricare la piastra del ponte e la basetta del pickup e non avrebbe mai fatto in tempo a terminare un campione da inviare a Don, né a uno, né a due pickup.
Fu quindi solo dopo i due eventi estivi che Leo iniziò a lavorare al primo prototipo, mentre si dedicò al secondo nell'autunno e nell'inverno del 1949, quando stava iniziando a prendere seriamente in considerazione un modello a due pickup.
Nell'autunno del 1949 Charlie Hayes aveva già raccolto i primi ordini dello strumento, anche se non è chiaro se avesse portato con sé un campione per presentarlo o se fece solo vedere alcune foto.
Il 13 gennaio del 1950 Leo Fender depositò il brevetto per una ʺCombination bridge and pickup assembly for string instruments”, che fu approvato molto tempo dopo, il 30 ottobre del 1951, col numero 2,573,254; tuttavia le prime chitarre vendute avevano l'incisione ʺPAT.PEND.” sulla piastra del ponte nonostante il brevetto non fosse ancora stato approvato!
Fu quindi solo dopo i due eventi estivi che Leo iniziò a lavorare al primo prototipo, mentre si dedicò al secondo nell'autunno e nell'inverno del 1949, quando stava iniziando a prendere seriamente in considerazione un modello a due pickup.
Nell'autunno del 1949 Charlie Hayes aveva già raccolto i primi ordini dello strumento, anche se non è chiaro se avesse portato con sé un campione per presentarlo o se fece solo vedere alcune foto.
Il 13 gennaio del 1950 Leo Fender depositò il brevetto per una ʺCombination bridge and pickup assembly for string instruments”, che fu approvato molto tempo dopo, il 30 ottobre del 1951, col numero 2,573,254; tuttavia le prime chitarre vendute avevano l'incisione ʺPAT.PEND.” sulla piastra del ponte nonostante il brevetto non fosse ancora stato approvato!
L'Esquire
Anche se era stato proprio Don Randall a suggerire di costruire una chitarra a due pickup e Leo aveva comprato la pressa per la costruzione del pickup al ponte, Don era consapevole che, in un mercato chiuso e conservatore come quello degli strumenti musicali, una chitarra con un solo pickup sarebbe stata più economica e più adatta alle tasche dei giovani chitarristi e, se avesse venduto bene, avrebbe aperto la strada per il modello a due pickup. Perciò nell'aprile del 1950 la Radio-Tel inizìo a promuovere sul catalogo Fender Fine Electric Instuments la solid-body ad un solo pickup, che Don Randall chiamò Esquire; Leo negli anni '80 dichiarò che questo nome suonava importante e la distingueva dalle chitarre degli altri marchi. L'Esquire mostrata in foto nel catalogo era nera con battipenna bianco. Un volantino pubblicitario pubblicato nel maggio del 1950 mostrava Jimmy Wyble con la Spade Cooley's band imbracciare quella che sembrava un'Esquire nera, anche se con ogni probabilità il colore era stato ritoccato dal fotografo per renderlo simile a quello della chitarra del catalogo. Infatti, altre foto dello stesso periodo mostrano Jimmy Wyble o altri musicisti con un'Esquire blonde. Allora perché un'Esquire nera sul catalogo? Le primissime Esquire erano nere perché questo colore consentiva di utilizzare anche il pino, nascondendone nodi e difetti estetici; tuttavia Leo decise subito di usare il colore blonde, semitrasparente, su un più appariscente corpo in frassino, probabilmente perché era di tendenza sui mobili degli anni 40.
Esaminando bene la foto del catalogo si possono vedere due caratteristiche peculiari delle prime Esquire: l'assenza del tendi corde sulla paletta e l'assenza del selettore a tre vie, al cui posto si trovava un bottone push-pull, simile a quello presente sulle lap steel Organ Button. Infatti i primi campioni avevano solo sue posizioni e, probabilmente, Leo inserì lo switch a tre posizioni sulle Esquire a singolo pickup nel momento in cui decise di produrre anche il modello a due pickup. Con lo switch a tre vie nella prima posizione il segnale elettrico raggiungeva il pickup senza passare per il controllo di tono, nella posizione centrale il pickup era normalmente connesso al volume e al tono, nella terza posizione il pickup era connesso ad un circuito che includeva una resistenza e due condensatori per ottenere un suono che tagliava gli alti e che Leo chiamava “deep rhythm”, perché consentiva ai chitarristi di suonare le parti del basso.
Il catalogo metteva in risalto alcune caratteristiche peculiari della chitarra: ʺThe new adjustable Fender bridge [...] is one of the most important modern guitar developments”, ʺThe neck is replaceable and can be changed by the owner in approximately ten minutes”, ʺThe guitar can be played at extreme volume without the danger of feedback”, e ʺThe player can adjust each string for height from the fretboard and for length, obtaining perfect intonation”.
Il ponte era stato perfezionato con l'aggiunta di una mascherina metallica, che spesso era rimossa dai chitarristi e usata come posacenere, da cui il nome ashtray cover.
Il battipenna nero, da cui il termine ʺBlackguard” che i collezionisti avevano dato alle prime Esquire (e in seguito alle Broadcaster e Telecaster), era fissato al corpo tramite cinque viti e aveva una forma diversa da quella dei prototipi e si estendeva anche sotto le corde.
Esaminando bene la foto del catalogo si possono vedere due caratteristiche peculiari delle prime Esquire: l'assenza del tendi corde sulla paletta e l'assenza del selettore a tre vie, al cui posto si trovava un bottone push-pull, simile a quello presente sulle lap steel Organ Button. Infatti i primi campioni avevano solo sue posizioni e, probabilmente, Leo inserì lo switch a tre posizioni sulle Esquire a singolo pickup nel momento in cui decise di produrre anche il modello a due pickup. Con lo switch a tre vie nella prima posizione il segnale elettrico raggiungeva il pickup senza passare per il controllo di tono, nella posizione centrale il pickup era normalmente connesso al volume e al tono, nella terza posizione il pickup era connesso ad un circuito che includeva una resistenza e due condensatori per ottenere un suono che tagliava gli alti e che Leo chiamava “deep rhythm”, perché consentiva ai chitarristi di suonare le parti del basso.
Il catalogo metteva in risalto alcune caratteristiche peculiari della chitarra: ʺThe new adjustable Fender bridge [...] is one of the most important modern guitar developments”, ʺThe neck is replaceable and can be changed by the owner in approximately ten minutes”, ʺThe guitar can be played at extreme volume without the danger of feedback”, e ʺThe player can adjust each string for height from the fretboard and for length, obtaining perfect intonation”.
Il ponte era stato perfezionato con l'aggiunta di una mascherina metallica, che spesso era rimossa dai chitarristi e usata come posacenere, da cui il nome ashtray cover.
Il battipenna nero, da cui il termine ʺBlackguard” che i collezionisti avevano dato alle prime Esquire (e in seguito alle Broadcaster e Telecaster), era fissato al corpo tramite cinque viti e aveva una forma diversa da quella dei prototipi e si estendeva anche sotto le corde.
Nell'aprile del 1950 Charlie Hayes e Dave Driver, un altro rappresentante Radio Tel, ricevettero la loro prima Esquire (quella di Dave era nera come quella del catalogo) e iniziò la promozione a pieni ritmi. Anche il McCord’s Music di Dallas, molto frequentato da Charlie, ricevette in estate un paio di chitarre. Questi erano tutti modelli “pre-production” perché Leo stava ancora acquistando tutte le macchine necessarie alla produzione di serie.
Fu però durante il NAMM del 1950 al Palmer House di Chicago, a luglio, che arrivarono la maggior parte delle richieste, oltre ad importanti feedback dei chitarristi. Durante l’esposizione, alcuni rappresentanti dei competitor, denigrarono la chitarra, definendola “canoa paddle”, “plank”, “toilet seat with strings” o “snow shovel”. Ma al tempo stesso l’Esquire impressionò musicisti e i designer degli altri brand.
Tuttavia nessuna Esquire venne spedita prima dell’autunno del 1950. A supporto di questo, c'è anche una lettera datata 25 Novembre 1950 scritta da Don Randall al Kreigh Music Company, che, a causa dei lunghi tempi di attesa, avrebbe voluto annullare l'ordine fatto da Charlie Hayes il 10 ottobre del 1949, più di un anno prima!
Fu però durante il NAMM del 1950 al Palmer House di Chicago, a luglio, che arrivarono la maggior parte delle richieste, oltre ad importanti feedback dei chitarristi. Durante l’esposizione, alcuni rappresentanti dei competitor, denigrarono la chitarra, definendola “canoa paddle”, “plank”, “toilet seat with strings” o “snow shovel”. Ma al tempo stesso l’Esquire impressionò musicisti e i designer degli altri brand.
Tuttavia nessuna Esquire venne spedita prima dell’autunno del 1950. A supporto di questo, c'è anche una lettera datata 25 Novembre 1950 scritta da Don Randall al Kreigh Music Company, che, a causa dei lunghi tempi di attesa, avrebbe voluto annullare l'ordine fatto da Charlie Hayes il 10 ottobre del 1949, più di un anno prima!
Il NAMM era stato di fondamentale importanza perché Don Randall capì, parlando con musicisti e rivenditori, che un manico senza truss rod non avrebbe dato la necessaria sicurezza e fiducia. Un suo amico, Al Frost, gli consigliò di usare manici laminati con diversi tipi di legno, più resistenti degli attuali. Don però era soprattutto interessato al truss rod, il cui brevetto depositato da Thaddeus McHugh della Gibson negli anni '20 era scaduto da poco.
Secondo molte fonti Don iniziò a proporre con insistenza a Leo l’utilizzo di un truss rod, soprattutto dopo che i manici di un paio di Esquire usate come campione si erano leggermente incurvati. Un difetto lieve, ma ben evidente agli occhi esperti, e Don era preoccupato che potesse mettere irrimediabilmente in cattiva luce la Fender agli occhi dei rivenditori e dei musicisti. Al NAMM Don Randall capì anche che un secondo pickup, più vicino al manico per suonare le ritmiche, sarebbe stato di fondamentale importanza per competere con gli altri brand, ma al tempo stesso voleva che gli ordini fossero evasi il prima possibile, perché si chiedeva come avrebbero reagito i clienti ad un ritardo nelle consegne. Inoltre, anche se la chitarra di Leo era uno strumento del tutto innovativo, se non avessero inondato subito il mercato con le loro Esquire, molti altri brand l’avrebbero copiata, rubando tutti i potenziali clienti. Ogni giorno era prezioso.
Nell'estate del 1950 Dale Hyatt aveva venduto alcune Esquire “pre-production” direttamente ai musicisti, sia nel negozio che aveva acquistato da Leo, sia nei locali di musica dal vivo dei dintorni di Fullerton che era solito frequentare. Leo aveva l’accordo di vendita in esclusiva con la Radio-Tel e giustificava queste vendite come campioni o chitarre “outlet”, ma Francis Hall, Don Randall e Dave Driver erano convinti che fosse un modo per Leo di fare un piccolo guadagno extra. Un paio di Esquire che Dale mostrò ai musicisti avevano un difetto al Lead Pickup, che Leo sistemò migliorando l’isolamento tra magneti e bobine e invertendo il cavo della fase con quello della messa a terra.
Se da un lato Leo aveva accolto le riserve di Dale Hyatt sui pickup difettosi e si diede da fare per migliorarli, dall’altro non riusciva ad accettare che la sua creatura potesse avere un altro problema. Infatti, era ancora convinto che sarebbe stato più semplice fornire la giusta assistenza ai clienti sostituendo i manici difettosi che fare nuovi e più costosi manici col truss rod; ma quando iniziò a curvarsi anche il manico dell’Esquire che lui usava come test, capì che questo poteva costare la perdita d'interesse da parte di musicisti e rivenditori e cambiò idea.
Secondo molte fonti Don iniziò a proporre con insistenza a Leo l’utilizzo di un truss rod, soprattutto dopo che i manici di un paio di Esquire usate come campione si erano leggermente incurvati. Un difetto lieve, ma ben evidente agli occhi esperti, e Don era preoccupato che potesse mettere irrimediabilmente in cattiva luce la Fender agli occhi dei rivenditori e dei musicisti. Al NAMM Don Randall capì anche che un secondo pickup, più vicino al manico per suonare le ritmiche, sarebbe stato di fondamentale importanza per competere con gli altri brand, ma al tempo stesso voleva che gli ordini fossero evasi il prima possibile, perché si chiedeva come avrebbero reagito i clienti ad un ritardo nelle consegne. Inoltre, anche se la chitarra di Leo era uno strumento del tutto innovativo, se non avessero inondato subito il mercato con le loro Esquire, molti altri brand l’avrebbero copiata, rubando tutti i potenziali clienti. Ogni giorno era prezioso.
Nell'estate del 1950 Dale Hyatt aveva venduto alcune Esquire “pre-production” direttamente ai musicisti, sia nel negozio che aveva acquistato da Leo, sia nei locali di musica dal vivo dei dintorni di Fullerton che era solito frequentare. Leo aveva l’accordo di vendita in esclusiva con la Radio-Tel e giustificava queste vendite come campioni o chitarre “outlet”, ma Francis Hall, Don Randall e Dave Driver erano convinti che fosse un modo per Leo di fare un piccolo guadagno extra. Un paio di Esquire che Dale mostrò ai musicisti avevano un difetto al Lead Pickup, che Leo sistemò migliorando l’isolamento tra magneti e bobine e invertendo il cavo della fase con quello della messa a terra.
Se da un lato Leo aveva accolto le riserve di Dale Hyatt sui pickup difettosi e si diede da fare per migliorarli, dall’altro non riusciva ad accettare che la sua creatura potesse avere un altro problema. Infatti, era ancora convinto che sarebbe stato più semplice fornire la giusta assistenza ai clienti sostituendo i manici difettosi che fare nuovi e più costosi manici col truss rod; ma quando iniziò a curvarsi anche il manico dell’Esquire che lui usava come test, capì che questo poteva costare la perdita d'interesse da parte di musicisti e rivenditori e cambiò idea.
C'è però un'altra versione, avallata dalle dichiarazioni di Geoff Fullerton, figlio di George, che va presa in considerazione. Per Geoff Leo non ha mai avuto nessuna intenzione di produrre su larga scala nessuna chitarra priva di truss rod e la produzione non era stata ritardata dalla testardaggine di Leo riguardo al truss rod, ma da tutti i test fatti perché la chitarra da vendere fosse perfetta, dall'acquisto delle macchine Race & Olmsted e per la scarsa reperibilità di alcune materie prime. «They never intended to make Broadcaster/Telecaster without truss rod», dichiarò Geoff. «Leo knew full well the effects of string tension, and they knew all about moisture. [...] Moisture was one of the problems Leo had had with all the warranty returns on steel guitars and cabs. [...] He was very sensitive to all these dissatisfied customers with hurt feelings. [...] They had problems with neck bowing pretty quickly, so Leo knew about that. [...] They knew they were going to have a truss rod from the beginning. George told me this, more than once. It was inconceivable that they would go into production without them. If there's a couple dozen really early guitars without truss rods, they should all be considered pre-production. [...] Look, here's Leo, a super cautious guy, he's been burned with warranty problems and bad customer relations in some cases. [...] He was very conservative. He had to be. He'd suffered losses, not only from all the warranty returns, but also from a flood in the shop. [...] A huge amount of time, money, and R&D would have to go into not only designing a truss rod but also finding an ease-of-manufacture process and making it reliable. Considering his precarious position, he did not want to jump the gun. He had to be convinced that he had the right scale length, the right neck shape, the right number of frets, the nut width - everything - before setting up tooling for neck rods. If a few guitars slipped out without truss rods, they were prototypes for display, something to take to a NAMM show or for the road reps to show dealers, or they might use them for field testing. They had meager tools, and labor was expensive, so they had to figure out a practical way to do it with the least amount of work, materials, and expense. The delays weren’t caused because Leo had to be convinced that necks needed truss rods. Delays were caused because they were figuring out how to do it».
Ma quante Esquire senza truss rod furono prodotte? Secondo Richard Smith non furono prodotte più di un paio di dozzine. Secondo Dale Hyatt quasi tutti i manici privi di truss rod si incurvarono e probabilmente vennero sostituiti con uno nuovo con truss rod; e siccome i corpi non avevano lo scasso per l'accesso al truss rod dalla cavità del rhythm pickup, furono sostituiti anche i corpi, lasciando solo hardware e elettronica originali. Secondo Nacho Baños le Esquire prive di truss rod non furono più di trenta, inclusi prototipi e campioni, quasi tutte nere e col corpo in pino e forse un paio col corpo in frassino. Alcuni anni dopo, nel 2013, considerando che la stessa chitarra priva di truss rod era apparsa in diverse occasioni in mano a musicisti diversi, ingannando le precedenti valutazioni, il numero stimato dagli stessi Smith e Baños venne diminuito ad un minimo di dieci ad un massimo di venti esemplari, inclusi i prototipi, tutti pre-production.
Ma quante Esquire senza truss rod furono prodotte? Secondo Richard Smith non furono prodotte più di un paio di dozzine. Secondo Dale Hyatt quasi tutti i manici privi di truss rod si incurvarono e probabilmente vennero sostituiti con uno nuovo con truss rod; e siccome i corpi non avevano lo scasso per l'accesso al truss rod dalla cavità del rhythm pickup, furono sostituiti anche i corpi, lasciando solo hardware e elettronica originali. Secondo Nacho Baños le Esquire prive di truss rod non furono più di trenta, inclusi prototipi e campioni, quasi tutte nere e col corpo in pino e forse un paio col corpo in frassino. Alcuni anni dopo, nel 2013, considerando che la stessa chitarra priva di truss rod era apparsa in diverse occasioni in mano a musicisti diversi, ingannando le precedenti valutazioni, il numero stimato dagli stessi Smith e Baños venne diminuito ad un minimo di dieci ad un massimo di venti esemplari, inclusi i prototipi, tutti pre-production.
L'Esquire a due pickup e la Broadcaster
DUAL PICKUP ESQUIRE
Il modello che Leo voleva produrre in maggiore quantità era quello a due pickup, ignorando totalmente tutta la promozione fatta dalla Radio-Tel e, soprattutto, tutti gli ordini per l’Esquire a singolo pickup che avevano preso i rappresentanti. Infatti, una volta che Leo si metteva in testa qualcosa era difficile fargli cambiare idea e tutti i rivenditori che avevano insistito per avere il più economico modello a singolo pickup furono costretti ad aspettare che questa chitarra andasse in piena produzione, tra il dicembre del 1950 e il gennaio del 1951, e che fosse spedita a febbraio. Non solo: non diede neanche molta importanza al colore delle Esquire da spedire e, invece di produrre chitarre nere come quella sul catalogo, preferì farle blonde!
I corpi dell’Esquire fatti dopo l'inizio del 1951 avevano la cavità per entrambi i pickup, sia che esse fossero a singolo pickup, sia che fossero a doppio pickup: è infatti difficile pensare che per Leo fabbricare due tipi diversi di corpi, ognuno con un proprio routing, fosse efficiente ed economico.
Il Rhythm Pickup, situato vicino al manico, era stato sviluppato nella primavera del 1950 ed era caratterizzato da una bobina leggermente più piccola e da una mascherina. Il 22 giugno Leo acquistò la pressa per fabbricare le basette superiori ed inferiori del pickup al manico e il 26 luglio quella per costruire la piastra di controllo per lo switch a tre vie e la pressa per fare la sua mascherina metallica, necessaria, secondo Leo, per tagliare le armoniche più acute.
Le Esquire a due pickup avevano uno switch a tre vie, un pomello del volume ed uno del “blend”, che serviva a miscelare pickup al manico a quello al ponte nella posizione Lead. Spiccava quindi l'assenza del controllo di tono. Nella posizione lead il pomello blend serviva a miscelare il pickup al manico con quello al ponte, nella posizione centrale veniva attivato il solo pickup al manico, senza nessun controllo di tono, mentre la terza posizione attivava il pickup al manico, ancora senza controllo di tono, ma questa volta il segnale passava per un condensatore che tagliava gli alti per ottenere l'effetto “deep rhythm”. Questo wiring continuò ad essere usato sulle Fender a due pickup fino a quando, intorno alla fine del 1952, Leo sostituì il blend con un vero controllo di tono, scartando qualsiasi combinazione tra i due pickup.
Le prime Dual Pickup Esquire potevano essere identificate per l'assenza sia del truss rod, che dello scasso, sul body, tra la tasca del manico e il rhythm pickup, fatto per rendere più agevole la regolazione del truss rod, ma anche per l'assenza del tendi corde sulla paletta.
Probabilmente, anche se non era stato pubblicizzato, un'Esquire a due pickup (senza truss rod) pre-production era stata già costruita a Fullerton prima dell'estate del 1950; tuttavia, se pure fosse stata portata da Don Randall a Chicago, non venne esposta e rimase dietro le quinte.
Il modello che Leo voleva produrre in maggiore quantità era quello a due pickup, ignorando totalmente tutta la promozione fatta dalla Radio-Tel e, soprattutto, tutti gli ordini per l’Esquire a singolo pickup che avevano preso i rappresentanti. Infatti, una volta che Leo si metteva in testa qualcosa era difficile fargli cambiare idea e tutti i rivenditori che avevano insistito per avere il più economico modello a singolo pickup furono costretti ad aspettare che questa chitarra andasse in piena produzione, tra il dicembre del 1950 e il gennaio del 1951, e che fosse spedita a febbraio. Non solo: non diede neanche molta importanza al colore delle Esquire da spedire e, invece di produrre chitarre nere come quella sul catalogo, preferì farle blonde!
I corpi dell’Esquire fatti dopo l'inizio del 1951 avevano la cavità per entrambi i pickup, sia che esse fossero a singolo pickup, sia che fossero a doppio pickup: è infatti difficile pensare che per Leo fabbricare due tipi diversi di corpi, ognuno con un proprio routing, fosse efficiente ed economico.
Il Rhythm Pickup, situato vicino al manico, era stato sviluppato nella primavera del 1950 ed era caratterizzato da una bobina leggermente più piccola e da una mascherina. Il 22 giugno Leo acquistò la pressa per fabbricare le basette superiori ed inferiori del pickup al manico e il 26 luglio quella per costruire la piastra di controllo per lo switch a tre vie e la pressa per fare la sua mascherina metallica, necessaria, secondo Leo, per tagliare le armoniche più acute.
Le Esquire a due pickup avevano uno switch a tre vie, un pomello del volume ed uno del “blend”, che serviva a miscelare pickup al manico a quello al ponte nella posizione Lead. Spiccava quindi l'assenza del controllo di tono. Nella posizione lead il pomello blend serviva a miscelare il pickup al manico con quello al ponte, nella posizione centrale veniva attivato il solo pickup al manico, senza nessun controllo di tono, mentre la terza posizione attivava il pickup al manico, ancora senza controllo di tono, ma questa volta il segnale passava per un condensatore che tagliava gli alti per ottenere l'effetto “deep rhythm”. Questo wiring continuò ad essere usato sulle Fender a due pickup fino a quando, intorno alla fine del 1952, Leo sostituì il blend con un vero controllo di tono, scartando qualsiasi combinazione tra i due pickup.
Le prime Dual Pickup Esquire potevano essere identificate per l'assenza sia del truss rod, che dello scasso, sul body, tra la tasca del manico e il rhythm pickup, fatto per rendere più agevole la regolazione del truss rod, ma anche per l'assenza del tendi corde sulla paletta.
Probabilmente, anche se non era stato pubblicizzato, un'Esquire a due pickup (senza truss rod) pre-production era stata già costruita a Fullerton prima dell'estate del 1950; tuttavia, se pure fosse stata portata da Don Randall a Chicago, non venne esposta e rimase dietro le quinte.
BROADCASTER
Leo comprò la macchina per fare il truss rod dalla Race & Olmsted il 3 ottobre del 1950 e la sua produzione iniziò alla fine del mese. Innovativo come sempre, Leo aveva ideato una nuova tecnica per inserire il truss rod all'interno del manico, praticando un taglio longitudinale sul dorso del manico che era successivamente riempito con una striscia di noce. Per l’aspetto caratteristico che dava al manico questa striscia era stata soprannominata skunk stripe (coda di puzzola). I manici rinforzati erano riconoscibili anche per il piccolo tassello a forma di goccia sulla paletta, soprannominato walnut plug, che serviva a coprire il punto di fissaggio del truss rod. Tuttavia per le primissime chitarre Leo preferì usare, per motivi estetici, l'acero come legno di riempimento, e queste prime chitarre sembravano essere prive di truss rod.
Don Randall aveva deciso di chiamare il modello a due pickup e truss rod Broadcaster, perché la trasmissione radiofonica (“broadcasting”) era molto popolare negli anni '40: ʺFor Leo Fender's first smash guitar, I thought and thought about what to call it. I finally decided to use something that had to do with broadcasting. I named it Broadcaster”.
Il primo volantino pubblicitario su una rivista che promuoveva la Broadscaster venne pubblicato alla fine del 1950 come complemento al catalogo e nel febbraio del 1951 sul Musical Merchandise.
Leo comprò la macchina per fare il truss rod dalla Race & Olmsted il 3 ottobre del 1950 e la sua produzione iniziò alla fine del mese. Innovativo come sempre, Leo aveva ideato una nuova tecnica per inserire il truss rod all'interno del manico, praticando un taglio longitudinale sul dorso del manico che era successivamente riempito con una striscia di noce. Per l’aspetto caratteristico che dava al manico questa striscia era stata soprannominata skunk stripe (coda di puzzola). I manici rinforzati erano riconoscibili anche per il piccolo tassello a forma di goccia sulla paletta, soprannominato walnut plug, che serviva a coprire il punto di fissaggio del truss rod. Tuttavia per le primissime chitarre Leo preferì usare, per motivi estetici, l'acero come legno di riempimento, e queste prime chitarre sembravano essere prive di truss rod.
Don Randall aveva deciso di chiamare il modello a due pickup e truss rod Broadcaster, perché la trasmissione radiofonica (“broadcasting”) era molto popolare negli anni '40: ʺFor Leo Fender's first smash guitar, I thought and thought about what to call it. I finally decided to use something that had to do with broadcasting. I named it Broadcaster”.
Il primo volantino pubblicitario su una rivista che promuoveva la Broadscaster venne pubblicato alla fine del 1950 come complemento al catalogo e nel febbraio del 1951 sul Musical Merchandise.
Ora era necessario velocizzare la produzione. Uno dei problemi che Leo incontrò era la carenza di materie prime, come il cobalto contenuto nei pickup o il cromo usato per l’hardware, a causa del razionamento delle materie prime a partire dal 1 settembre del 1950, dovuto della guerra di Corea che era iniziata solo pochi mesi prima. Ma i ritardi erano dovuti anche al perfezionismo di Leo e a tutti gli esperimenti che faceva. Ad esempio, prima provò i corpi laminati in pino, poi quelli con camere di alleggerimento, poi di nuovo solid-body e infine corpi in frassino. Provò anche diverse finiture: prima bianco, poi nero, infine blonde. Non deve neanche essere dimenticato che inizialmente Leo non disponeva di grosse somme di denaro e riuscì a comprare le macchine necessarie alla produzione su larga scala solo un po’ alla volta.
Nel gennaio del 1951 furono vendute 87 Broadcaster e 65 a febbraio.
Nel gennaio del 1951 furono vendute 87 Broadcaster e 65 a febbraio.
Dalla Broadcaster alla Telecaster
Tuttavia il 20 febbraio del 1951 un telegramma inviato dalla Gretsch intimò la Fender di non usare più il nome Broadcaster, perché infrangeva il loro marchio registrato per la Broadkaster (con la “k”), usato per una loro linea di batterie.
Don Randall avvisò subito tutti i suoi rappresentanti di non usare più quel nome, mentre Francis Hall scrisse alla Gretsch che non erano a conoscenza di quel marchio e li ringraziava di averli avvisati prima che la produzione arrivasse a pieno regime, promettendo di distruggere tutti i volantini pubblicitari. Nel frattempo Leo e i suoi operai iniziarono a rimuovere la decal “Broadcaster” dalle palette di tutte le chitarre a due pickup presenti nella fabbrica, lasciando unicamente la decal “Fender”. Le chitarre vendute per alcuni mesi (fino ad agosto circa) senza nessun nome sulla paletta oggi sono note tra i collezionisti con il termine “Nocaster”.
Dopo aver consultato Robert D. Pearson, un avvocato di Los Angeles specializzato nei marchi registrati, per essere sicuri di non infrangerne nessun altro, Don chiamò il modello a due pickup Telecaster, perché le televisioni stavano diventando molto popolari negli anni '50. In realtà era già esistito un marchio Tele Caster, registrato dalla Packard-Bell per un suo televisore, ma era scaduto. Nell’edizione di giugno del Musical Merchandise l’inserto pubblicitario indicava chiaramente il modello a due pickup col nome “Telecaster”, anche se, guardando la foto con attenzione, la chitarra mostrata era in realtà una Broadcaster con la decal rimossa.
È interessante notare come, tra il 1951 e il 1953, la Fender ricevette numerosi telegrammi dalla rivista per uomini Esquire che chiedeva di interrompere anche l'uso del nome della chitarra a singolo pickup! Tuttavia Don Randall non prese mai sul serio questa richiesta e l'Esquire continuò ad essere prodotta col suo nome fino al 1969, quando andò fuori produzione.
Il 23 aprile del 1951 Leo depositò il brevetto per la sua solid-body, che fu approvato il 14 agosto dello stesso anno con il numero ʺDes. 164,227”, in cui ʺDes.” stava per design. Infatti, osservandolo con attenzione, si nota che non si fa nessun riferimento scritto all'Esquire o alla Telecaster; quello che depositò Leo era il design originale e innovativo della sua chitarra. Non poteva esserci nessun riferimento alla paletta (vedi quanto detto prima riguardo i musicisti croati) o al manico avvitato (era stato già usato anche dalla Rickenbacker). Anche la scala 25.5", maggiore di quelle delle Gibson e della Merle Travis, e che a Leo piaceva per il suono che dava alle chitarre, era già utilizzata dalla Gretsch. Tuttavia Leo Fender era riuscito lo stesso a perfezionare tutto e ad inventare un nuovo modo di costruire le chitarre elettriche su larga scala. Come dichiarò Leo, il successo non sta per forza nell'inventare qualcosa di totalmente nuovo, ma anche nel perfezionare un progetto già esistente.
Dal 1951 in poi numerosi chitarristi iniziarono ad usare una Fender come prima scelta e la Fender si impose in un mondo estremamente conservatore come quello delle chitarre. Il suo periodo d’oro era iniziato.
Dal 1951 in poi numerosi chitarristi iniziarono ad usare una Fender come prima scelta e la Fender si impose in un mondo estremamente conservatore come quello delle chitarre. Il suo periodo d’oro era iniziato.