Le prime Squier Stratocaster coreane
Verso la fine degli anni '80 i prezzi delle chitarre elettriche fabbricate a Fujigen stavano aumentando considerevolmente perché i giapponesi stavano dimostrando di poter realizzare ottimi strumenti. Tuttavia il mercato era troppo competitivo per tollerarlo e le Fender fatte in Giappone iniziarono a perdere quote di mercato.
Pertanto, anche se la Fender Japan continuò ad esportare alcune chitarre a marchio Fender e qualche Squier, nel 1987 la fabbrica coreana Young Chang, che aveva collegamenti con la giapponese Moridaira, iniziò a produrre Squier Standard Stratocaster e divenne presto il principale esportatore per i mercati nordamericani ed europei di chitarre Squier a basso prezzo - le ultime Squier Standard Stratocaster giapponesi furono vendute nel 1988.
Queste prime Stratocaster coreane erano riconoscibili da un numero di serie color argento chiarissimo, che a volte era difficile da leggere, che iniziava con E7, E1 o E9 (o, raramente, anche E2 ed E8) e da un piccolo adesivo rettangolare attaccato al tacco del manico e sul corpo nella tasca del manico.
Pertanto, anche se la Fender Japan continuò ad esportare alcune chitarre a marchio Fender e qualche Squier, nel 1987 la fabbrica coreana Young Chang, che aveva collegamenti con la giapponese Moridaira, iniziò a produrre Squier Standard Stratocaster e divenne presto il principale esportatore per i mercati nordamericani ed europei di chitarre Squier a basso prezzo - le ultime Squier Standard Stratocaster giapponesi furono vendute nel 1988.
Queste prime Stratocaster coreane erano riconoscibili da un numero di serie color argento chiarissimo, che a volte era difficile da leggere, che iniziava con E7, E1 o E9 (o, raramente, anche E2 ed E8) e da un piccolo adesivo rettangolare attaccato al tacco del manico e sul corpo nella tasca del manico.
Young Chang smise di produrre chitarre Squier verso la fine del 1988/inizio 1989, quando la produzione fu spostata negli stabilimenti di Sung Eum e Samick.
Anche la fabbrica di Sung Eum utilizzava numeri di serie che iniziavano con E9, ma era possibile distinguerli da quelli usati sulle chitarre prodotte nella fabbrica di Young Chang perché i numeri di serie usati sulle chitarre prodotte a Sung Eum erano sempre neri.
Il numero di serie delle chitarre prodotte nello stabilimento Samick era caratterizzato dal prefisso S9 o S1 ed era anch’esso stampato con inchiostro nero.
Le meccaniche delle prime Squier Stratocaster coreane fabbricate a Young Chang erano del tipo Fender/Gotoh Standard, come quelle usate in Giappone, mentre le chitarre costruite a Samick o Sung Eum erano solitamente dotate di meccaniche Standard senza marchio o con le più economiche “covered” Jin Ho.
Le prime Squier Stratocaster, costruite a Young Chang, spesso montavano dei tendi corde black roller, mentre quelle costruite usate nelle fabbriche Samick o Sung Eum erano a farfalla.
Anche la fabbrica di Sung Eum utilizzava numeri di serie che iniziavano con E9, ma era possibile distinguerli da quelli usati sulle chitarre prodotte nella fabbrica di Young Chang perché i numeri di serie usati sulle chitarre prodotte a Sung Eum erano sempre neri.
Il numero di serie delle chitarre prodotte nello stabilimento Samick era caratterizzato dal prefisso S9 o S1 ed era anch’esso stampato con inchiostro nero.
Le meccaniche delle prime Squier Stratocaster coreane fabbricate a Young Chang erano del tipo Fender/Gotoh Standard, come quelle usate in Giappone, mentre le chitarre costruite a Samick o Sung Eum erano solitamente dotate di meccaniche Standard senza marchio o con le più economiche “covered” Jin Ho.
Le prime Squier Stratocaster, costruite a Young Chang, spesso montavano dei tendi corde black roller, mentre quelle costruite usate nelle fabbriche Samick o Sung Eum erano a farfalla.
«Sometimes the guitars for the domestic market would come from one factory and the guitars for international sales would be produced by another», ricorda Brad Townsend, Vice Presidente delle vendite internazionali della Fender, in un'intervista con Tony Bacon. «Sometimes one factory would have a quality issue or a delivery issue - since Fender wasn’t their only customer - and we would move production out of one into another. But eventually, Fender would end up doing business with that factory again, because there were basically only the three good factory choices». I numerosi cambiamenti di fabbriche portavano però inevitabilmente ad una produzione molto diversificata, nonostante gli strumenti avessero lo stesso model number, cosa che rendeva molto complicata l’assistenza post-vendita.
La coreana Squier Standard Stratocaster comparve per la prima volta nel catalogo statunitense nel 1988 ad un prezzo molto competitivo (299,99 dollari). Inizialmente era disponibile nelle finiture Black, Red e White, e poi in Black, Midnight Wine, Arctic White e Electric Blue.
La coreana Squier Contemporary Stratocaster montava due single coil ed un humbucker, aveva la tastiera in palissandro e un ponte Schaller con locking nut dietro licenza Floyd Rose. Il corpo aveva l’entrata del jack montata lateralmente ed era privo del battipenna. Il prezzo era di 399,99 dollari e le finiture disponibili erano Black, Razz Berry, Frost White e Flash Pink.
La coreana Squier Contemporary Stratocaster montava due single coil ed un humbucker, aveva la tastiera in palissandro e un ponte Schaller con locking nut dietro licenza Floyd Rose. Il corpo aveva l’entrata del jack montata lateralmente ed era privo del battipenna. Il prezzo era di 399,99 dollari e le finiture disponibili erano Black, Razz Berry, Frost White e Flash Pink.
Dopo un inizio promettente con buone vendite, le Stratocaster coreane non ebbero però il successo sperato perché la qualità costruttiva era notevolmente peggiorata. La ragione principale del declino delle chitarre Squier fu l’utilizzo di corpi in multistrato.
Anche se le prime chitarre coreane, prodotte nella fabbrica di Young Chang (con il numero di serie argentato), avevano un corpo costituito da più pezzi di ontano con un top e un back in acero laminato, quelle prodotte a Sung Eum e Samick (con un numero di serie nero) avevano un corpo in multistrato nascosto da spessi strati di poliestere.
Anche se le prime chitarre coreane, prodotte nella fabbrica di Young Chang (con il numero di serie argentato), avevano un corpo costituito da più pezzi di ontano con un top e un back in acero laminato, quelle prodotte a Sung Eum e Samick (con un numero di serie nero) avevano un corpo in multistrato nascosto da spessi strati di poliestere.
Le uniche eccezioni a questa regola erano le chitarre Young Chang con numeri di serie E9 argentati, che avevano anch’essi un corpo in multistrato.
La Fender non ha mai fatto alcun riferimento alla natura del corpo delle Squier coreane nei suoi cataloghi e price list, ma i corpi in multistrato erano un facile bersaglio per i suoi concorrenti. Nel 1995 la pubblicità della Yamaha Pacifica mostrava una Squier con corpo sverniciato per mostrare il multistrato, insieme ad una breve scritta che diceva: “Before you shell out up to £200 of your hard-earned cash, take a closer look at what you’re buying. Solid wood? Or plywood! You’d be surprised at what lies beneath the glossy surface of some of the most famous guitar brands. Now plywood has its uses. It makes fine flooring and terrific tea chests. But if you want a guitar that really sings, it has to be real, solid wood. Just like the Yamaha Pacifica 112. Oh, and there’s no need to take a sheet of sandpaper into your favourite music store. Just ask if it’s available in a natural finish”. |
È opinione diffusa che le prime Squier coreane fossero state assemblate con parti rimanenti dalla fabbrica giapponese Fujigen Gakki. In realtà la Fujigen ha continuato a produrre chitarre Fender Standard, quindi non c’erano avanzi di magazzino da inviare in Corea. E, in effetti, le differenze tra le Squier coreane e quelle giapponesi erano notevoli: l'elettronica, l'hardware e i pickup delle chitarre coreane erano più economici, anche se alcuni componenti hardware provenivano a volte dallo stesso produttore.
Qualcuno ha anche ipotizzato che le sellette delle Squier coreane provenissero dagli USA, ma, a parte la contraddizione implicita in questa affermazione visto che la FMIC voleva abbassare i costi delle Squier, la doppia incisione “Fender” presente sulle sellette statunitensi aveva direzioni inverse, mentre quella delle chitarre coreane aveva la stessa direzione. Infatti, secondo John Page, le sellette usate sulle Squier coreane venivano prodotte nella fabbrica taiwanese della Ping.
Qualcuno ha anche ipotizzato che le sellette delle Squier coreane provenissero dagli USA, ma, a parte la contraddizione implicita in questa affermazione visto che la FMIC voleva abbassare i costi delle Squier, la doppia incisione “Fender” presente sulle sellette statunitensi aveva direzioni inverse, mentre quella delle chitarre coreane aveva la stessa direzione. Infatti, secondo John Page, le sellette usate sulle Squier coreane venivano prodotte nella fabbrica taiwanese della Ping.
LE SQUIER STANDARD E LE CONTEMPORARY DEL 1992
Nel 1992 la produzione fu spostata negli stabilimenti Cor-Tek (Cort) e Saehan (Sunghan). Le nuove Squier erano riconoscibili per un nuovo logo Squier nero serigrafato e per un numero di serie che iniziava rispettivamente con CN e VN.
Per abbassare costi e prezzi, lo spessore del corpo in multistrato delle Stratocaster coreane venne ridotto, a differenza dei corpi full-size delle chitarre costruite a Young Chang, Samick o Sung Eum. Quindi il corpo delle nuove Squier non era solo in multistrato, ma era anche più piccolo! Inoltre, il battipenna a singolo strato a volte era montato male e disallineato con i bordi del corpo. Le nuove Squier montavano anche le meccaniche economiche covered Jin Ho, già utilizzate su alcune Stratocaster prodotte nello stabilimento di Sung Eum, e un ponte a basso costo con sellette piene pressofuse e sottili al posto di quello in stile vintage del modello Standard e di quello con licenza Floyd Rose utilizzato sul modello Contemporary, che diventò una sorta di modello Standard HSS. Entrambi i modelli erano disponibili solo con tastiera in acero (almeno fino al 1994) e le colorazioni vennero ridotte a Black, Arctic White e Torino Red. |
Quindi non solo le Squier continuavano ad essere in multistrato, ma ci fu un ulteriore taglio dei costi riducendo lo spessore del body e risparmiando ancora di più sul "legno"! Le Squier ora avevano davvero toccato il fondo.
Nel 1994, il numero di serie venne spostato sulla piastra del manico e le scritte sulla paletta furono ridisegnate mantenendo il logo Squier nero.
Il mistero delle M2
Nel 1992 furono fabbricate alcune Squier, sia nella versione Standard (SSS), sia in quella Contemporary (HSS), sulla cui paletta spiccava un logo nero con i bordi argentati e un seriale che iniziava per M2.
Sono state fabbricate solo per un brevissimo periodo a cavallo tra la prima e la seconda serie delle Standard/Contemporary coreane e poco si conosce su queste chitarre. |
ADDIO AL MULTISTRATO
Le Stratocaster coreane furono oggetto di una campagna denigratoria particolarmente aggressiva da parte dei loro competitors a causa del loro corpo in multistrato e la Squier sembrava vicina al collasso, costringendo la Fender a rivedere completamente la sua strategia in oriente.
Nel 1996 la Fender è corsa ai ripari ridisegnando le Squier, sostituendo il loro sottile corpo in multistrato con uno più spesso in ontano, disponibile nelle finiture Midnight Blue, Midnight Wine, Black, Arctic White e Brown Sunburst, e utilizzando un battipenna a 3 strati che si adattava meglio al corpo e un ponte più efficiente con sellette pressofuse in stile CBS. Le nuove Stratocaster erano disponibili nelle versioni SSS e HSS (ora chiamate Squier Standard Fat Stratocaster invece di Contemporary). Per sottolineare tutte queste modifiche, sulla paletta venne applicato un nuovo logo Squier dorato. |
Nonostante tutto i nuovi strumenti non erano ben costruiti (non era sufficiente cambiare il corpo per renderle migliori), così la Fender introdusse nuovi modelli Squier “deluxe” a complemento della più economica serie Squier Standard, appartenenti alla serie Pro Tone (vedi prossimo capitolo), che costavano solo un po’ di più.
Va inoltre ricordato che alla fine del 1994 la Fender iniziò la produzione di alcune Squier in Cina e, nel 1998, solo per pochi mesi, la produzione delle Standard Squier fu temporaneamente spostata in Messico, dove la “Black Label” Squier Classic Stratocaster e la messicana Fender Squier Series, erano state realizzata qualche anno prima. |
LE SQUIER II: IL MADE IN KOREA E IL MADE IN INDIA
Con l'intento di offrire strumenti ad un prezzo ancora più accessibile, nel 1988 la Fender fece un breve tentativo di produrre chitarre in India, presso lo stabilimento Greeta a Madras (ora Chennai), adottando il marchio Squier II.
Le Squier II Stratocaster indiane erano riconoscibili per la strana forma della paletta e del battipenna. La loro qualità variava da uno strumento all’altro e sembra che la Fender ne abbia scartate più di quanti ne abbia vendute. In una lettera ai rivenditori datata settembre 1988, la Fender si scusò per i ritardi nelle consegne, dicendo che la produzione era stata drasticamente inferiore di quanto pianificato.
Per questo la produzione delle Squier II venne spostata nella fabbrica Samick in Corea attraverso un accordo con il distributore texano IMC, per essere poi interrotta tra il 1992 e il 1993.
Il corpo della Squier II, disponibile in Black, Torino Red e Frost White, era in multistrato anche se il catalogo riportava “hardwood”, era sottile e solitamente più pesante di quello delle altre chitarre coreane, e l'hardware era scadente.
La Squier II Standard Stratocaster era disponibile in entrambe le versioni SSS (prodotta in Corea e India) e HSS (prodotta solo in India).
La Squier II Contemporary Stratocaster, dotata di un humbucker e due single coil, è stata invece fabbricata esclusivamente in Corea. Differiva dalla Squier II Standard HSS Stratocaster per l'assenza del battipenna e per l’ingresso del jack laterale.
Gli strumenti indiani non sempre riportavano la marcatura “Made in India” sulla paletta, mentre il loro numero di serie, che seguiva uno schema di serializzazione di tipo americano (E per gli anni '80 e N per gli anni '90), era stampato su un adesivo attaccato alla base del manico che spesso si staccava.
Il numero di serie delle Squier II Stratocaster coreane era nero e si trovava sulla paletta e iniziava con un prefisso E9, S9, S1, J1 o M1, a seconda dell'impianto di produzione.
Le Squier II Stratocaster indiane erano riconoscibili per la strana forma della paletta e del battipenna. La loro qualità variava da uno strumento all’altro e sembra che la Fender ne abbia scartate più di quanti ne abbia vendute. In una lettera ai rivenditori datata settembre 1988, la Fender si scusò per i ritardi nelle consegne, dicendo che la produzione era stata drasticamente inferiore di quanto pianificato.
Per questo la produzione delle Squier II venne spostata nella fabbrica Samick in Corea attraverso un accordo con il distributore texano IMC, per essere poi interrotta tra il 1992 e il 1993.
Il corpo della Squier II, disponibile in Black, Torino Red e Frost White, era in multistrato anche se il catalogo riportava “hardwood”, era sottile e solitamente più pesante di quello delle altre chitarre coreane, e l'hardware era scadente.
La Squier II Standard Stratocaster era disponibile in entrambe le versioni SSS (prodotta in Corea e India) e HSS (prodotta solo in India).
La Squier II Contemporary Stratocaster, dotata di un humbucker e due single coil, è stata invece fabbricata esclusivamente in Corea. Differiva dalla Squier II Standard HSS Stratocaster per l'assenza del battipenna e per l’ingresso del jack laterale.
Gli strumenti indiani non sempre riportavano la marcatura “Made in India” sulla paletta, mentre il loro numero di serie, che seguiva uno schema di serializzazione di tipo americano (E per gli anni '80 e N per gli anni '90), era stampato su un adesivo attaccato alla base del manico che spesso si staccava.
Il numero di serie delle Squier II Stratocaster coreane era nero e si trovava sulla paletta e iniziava con un prefisso E9, S9, S1, J1 o M1, a seconda dell'impianto di produzione.
SQUIER HM STRAT
Le Squier HM Strat non furono solo chitarre giapponesi: tra il 1989 e il 1992 anche la Corea realizzò cinque versioni di queste superstrat, tutte dal corpo piccolo, a ventidue tasti, hardware nero, senza battipenna e munite di ponte 2-pivot, dietro licenza Floyd Rose, o, dal 1991, di veri e propri Floyd Rose.
Molto particolare era la paletta, aggressiva, spigolosa, e con un grande "Swooshy" Squier logo. Le HM I e le HM II avevano un humbucker e due single coil; le HM III, le HM IV e le HM V, due humbucker ed un single coil. Il manico della I, della II e della III era avvitato al corpo tramite un contoured neck plate a quattro viti; nella IV e nella V, però, il meccanismo di giunzione manico-corpo era il neck through. Purtroppo anche queste chitarre erano lontane dalla qualità delle versioni MIJ o MIA delle HM Strat. |
SQUIER SERIES STRATOCASTER
Nel tentativo di risollevare il brand Squier in Corea, nel 1992 vennero inaugurate le Squier Series Stratocaster, il cui brand era Fender, non Squier.
Per la Fender erano un gradino sopra le normali Squier, come ricordava la loro pubblicità: “For musicians who want the quality and the performance of a Fender guitar but don't think they can afford it, the Fender Squier Series is the answer”. Erano disponibili, oltre che nelle classiche finiture Black, Torino Red e Arctic White, anche in quella Pacific Blue. |
Ma non bastava un ponte vintage style, un battipenna a tre strati, il logo Fender in bella vista e la scritta “Squier SERIES” per risollevare le Squier coreane.
LE BULLET STRATOCASTER
La Fender Bullet era una chitarra disegnata per un pubblico giovane e alle prime armi ideata per prendere il posto della Mustang e della Music Master.
Disegnata da John Page all’inizio degli anni ‘80, secondo i progetti iniziali doveva essere fabbricata in Corea, ma, a causa di un controllo qualità che non convinse la Fender, la produzione venne subito spostata nella fabbrica americana di Fullerton. I primi due modelli realizzati nello stabilimento erano quello Standard e quello Deluxe. Alla fine del 1983 la Fender spostò la produzione in Giappone sotto il marchio Squier. |
Le Squier Bullet giapponesi avevano corpi in legno e pickup ceramici, ma non avevano i più ponti strings-through-body come quelli delle vecchie Deluxe.
I modelli erano la Squier Bullet H-2, la Squier Bullet S-3, la Squier Bullet S-3T (in due versioni) e la Squier Contemporary Bullet HST, disponibili nelle finiture Black e Sunburst. Alcune avevano numeri di serie che iniziavano per “SQ”, mentre in altre iniziavano con “E”.
I modelli erano la Squier Bullet H-2, la Squier Bullet S-3, la Squier Bullet S-3T (in due versioni) e la Squier Contemporary Bullet HST, disponibili nelle finiture Black e Sunburst. Alcune avevano numeri di serie che iniziavano per “SQ”, mentre in altre iniziavano con “E”.
Infine, nel 1987, la produzione venne spostata in Korea, con i modelli Squier Bullet S-3T (terza versione, anche nella finitura rossa) e Squier Contemporary Bullet HST (seconda versione) del 1987 e con la Squier Contemporary Bullet HSS.
È importante ricordarsi che fino a questo momento la Bullet non era un tipo di Stratocaster, nonostante i modelli S-3T coreani del 1987 la ricordassero molto.
È importante ricordarsi che fino a questo momento la Bullet non era un tipo di Stratocaster, nonostante i modelli S-3T coreani del 1987 la ricordassero molto.
La prima vera e propria Stratocaster della serie Bullet fu la Squier Bullet Stratocaster, nata in Korea nel 1989. Era una chitarra decisamente economica che, in perfetto stile coreano, aveva il corpo in multistrato; le meccaniche erano le economiche Ping che sostituirono le "Fender Stamped" delle precedenti Bullet, il ponte era 2-pivot con sellette pressofuse ed il battipenna aveva una forma atipica, che ricordava quello delle Stratocaster indiane. Spiccava l'assenza del secondo pomello di tono, al posto del quale c'era l'entrata del jack.
Il seriale E9 delle primissime Bullet Stratocaster si trovava sul neck plate e la paletta, su cui spiccava lo Squier Logo Silver e la solita stella con la scritta "BULLET", era munita di un solo tendi corde; tuttavia ben presto il seriale venne spostato sulla paletta e, successivamente, venne aggiunto un secondo tendi corde.
Il secondo modello della Squier Bullet Stratocaster, prodotta tra il 1994 e il 1995, si distingueva dalla precedente per la presenza di un ponte a sei viti e per la paletta con lo Squier Logo nero con decal "BULLET SERIES", due tendi corde, ma soprattutto per la presenza del secondo controllo di tono.
In seguito furono prodotte alle Bullet Stratocaster, ma non più in Korea: in Cina ed Indonesia.
Antonio Calvosa