Il Calvario delle Squier: il made in Korea e in India

Con lo scopo di abbassare i costi e i prezzi, le meccaniche Jin Ho esagonali iniziarono a circolare sulle Squier coreane, prima su alcune di quelle fabbricate a Samick e, nel 1992, su tutte le nuove Squier Standard Stratocaster (serie 2), che furono ridisegnate nelle fabbriche di Cor-Tek (Cort) e Saehan (Sunghan), rispettivamente distinguibili per i seriali in "CN" e "VN".
Anche le nuove Squier Contemporary Stratocaster (serie 2) del 1992, ancora HSS, furono rinnovate senza l'utilizzo del ponte Floyd Rose Licensed. Le nuove chitarre erano facilmente riconoscibili per le tastiere in acero che sostituirono quelle in palissandro e per le decal sulla paletta, su cui spiccava un logo Squier completamente nero. Le finiture furono ridotte a Black, Arctic White e Torino Red e il ponte vintage style fu sostituito con un nuovo tipo low budget dalle sellette "block" pressofuse. Il battipenna divenne monostrato, dalla forma leggermente differente, e persino il corpo iniziò ad essere più sottile e ad allontanarsi dal classico contour delle Stratocaster. |
L'utilizzo del multistrato per i body delle Squier coreane rendeva questi strumenti facilmente attaccabili dalla concorrenza degli altri brand, con conseguente crollo delle vendite; la Fender, quindi, per correre ai ripari, decise di rinnovare questi strumenti.
Nel luglio del 1996, nel tentativo di dare un nuovo slancio alle Squier, fu inaugurata la quarta serie delle Standard coreane, il cui corpo, questa volta più spesso e in ontano, era disponibile nelle nuove finiture Midnight Blue, Midnight Wine, Black, Arctic White e Brown Sunburst (le ultime tre solo nella versione SSS) e con un ponte più efficiente, il Synchronous Tremolo, a sei viti e con sellette pressofuse in stile CBS. |
Le HM Strat non furono solo chitarre giapponesi o americane: tra il 1989 e il 1992 anche la Korea realizzò cinque versioni di queste superstrat, tutte dal corpo piccolo, a ventidue tasti, hardware nero, senza battipenna e munite di ponte 2-pivot, dietro licenza Floyd Rose, o, dal 1991, di veri e propri Floyd Rose.
Molto particolare era la paletta, aggressiva, spigolosa, e con un grande "Swooshy" Squier logo. Le HM I e le HM II avevano un humbucker e due single coil; le HM III, le HM IV e le HM V, due humbucker ed un single coil. Il manico della I, della II e della III era avvitato al corpo tramite un contoured neck plate a quattro viti; nella IV e nella V, però, il meccanismo di giunzione manico-corpo era il neck through. Purtroppo anche queste chitarre erano lontane dalla qualità delle versioni MIJ o MIA delle HM Strat. |
Realizzate in modo discontinuo anche in Giappone, furono sostituite dalle messicane Squier Series Standard Stratocaster (dette anche Black Label Squier Series Stratocaster) e successivamente dalle Traditional Stratocaster e dalle American Traditional Stratocaster, di cui si è parlato ampiamente nel capitolo dedicato alle "Stratocaster ibride".
Per la Fender erano un gradino sopra le Squier classiche: "For musicians who want the quality and the performance of a Fender guitar but don't think they can afford it, the Fender Squier Series is the answer" - diceva una loro pubblicità. |
I primi due modelli realizzati nello stabilimento di Corona fra il 1981 e il 1982 erano quello Standard e quello Deluxe.
Manico e corpo (anche se sottile) ricordavano quelli della Telecaster, il battipenna era munito di due pickup Mustang orientati come quelli della Duo Sonic: quello al manico obliquo, quello al ponte dritto. Sulla Standard il ponte hard-tail era montato sul suo battipenna metallico, mentre sulla Deluxe era fissato al corpo ed il battipenna era in plastica. Lo switch era Switchcraft a tre posizioni, l'entrata del jack era perpendicolare al top e il pomello del volume e quello del tono erano quelli della Stratocaster. Ne furono realizzati sia modelli con la tastiera in palissandro, sia con quella in acero. |
La prima vera e propria Stratocaster della serie Bullet fu la Squier Bullet Stratocaster, nata in Korea nel 1989. Era una chitarra decisamente economica che, in perfetto stile coreano, aveva il corpo in multistrato; le meccaniche erano le economiche Ping che sostituirono le "Fender Stamped" delle precedenti Bullet, il ponte era 2-pivot con sellette pressofuse ed il battipenna aveva un forma atipica, che ricordava quello delle Stratocaster indiane. Spiccava l'assenza del secondo pomello di tono, al posto del quale c'era l'entrata del jack.
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