Jeff e La Stratocaster Graffiti Yellow
Il 12 febbraio del 1986 John Hill, rappresentante Fender delle relazioni con gli artisti, organizzò una festa in un hotel Hilton di Londra per celebrare la prima Stratocaster che arrivò nel Regno Unito, la Fiesta Red del chitarrista degli Shadows Hank Marvin. L’intento di John era sollevare la reputazione del brand Fender dopo gli anni CBS grazie alla collaborazione con i chitarristi inglesi (che lui chiamava “britpack”) che parteciparono alla festa, tra cui Eric Clapton, David Gilmour, Jeff Beck ed Hank Marvin.
Alla festa erano presenti anche Dan Smith e Bill Schultz che ebbero modo di parlare con alcuni di loro in merito alla nuova Signature Series. Pochi mesi dopo, Jeff Beck chiese alla Fender una nuova Stratocaster da usare per il suo prossimo tour in Giappone; la sua unica richiesta era un grosso manico. |
John Hill, che conosceva la passione di Jeff per la Ford Chopped Deuce Coupe del 1932 presente nel film American Graffiti, propose di usare per lo strumento lo stesso giallo della macchina, colore che fu denominato Graffiti Yellow.
Un team Fender costruì molte chitarre da proporre al musicista e Jeff scelse una Vintage '62, ovviamente Graffiti Yellow, con il numero di serie V016129 inciso sul neck plate.
Un team Fender costruì molte chitarre da proporre al musicista e Jeff scelse una Vintage '62, ovviamente Graffiti Yellow, con il numero di serie V016129 inciso sul neck plate.
Allora la chitarra aveva un ponte vintage style, un battipenna ad undici fori, pickup delle vintage reissue e non aveva ancora il roller nut. Il manico, grande come richiesto dal chitarrista, non era stato verniciato in modo da poter compiere piccole modifiche con lo scopo di ottenere il profilo desiderato da Jeff. Tuttavia al chitarrista piacque così tanto che insistette per portarla nel suo tour in Giappone del 1986 così com'era: «We took it into a rehearsal, and he [Jeff, n.d.r.] liked it so much he insisted to take it on tour to Japan as is, and [with the back of the neck, n.d.r.] unfinished», disse Dan Smith.
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Il ponte vintage style e il capotasto classico sono ben visibili sulle copertine degli album associati al tour in Giappone del 1986.
Dopo il tour, la chitarra tornò alla Fender dove subì importanti modifiche. Il ponte vintage venne sostituito con un ponte 2-pivot ancora sperimentale che era stato prelevato da uno dei prototipi dell’American Standard, un battipenna ad otto fori sostituì quello a tre, e un nuovo manico, sempre molto grande, munito di tastiera in palissandro brasiliano, sostituì quello originale.
Sulla paletta del nuovo manico erano stati montati i prototipi delle meccaniche Sperzel Star locking tuners e la prima generazione del Roller Nut di Trevor Wilkinson in modo da avere una maggiore stabilità di accordatura: «Feels like an early Stratocaster, but without the tuning problems», disse Jeff.
In quel periodo i Lace Sensor erano ancora in fase di sviluppo e la chitarra aveva ancora i suoi pickup originali, anche se George Blanda dichiarò che furono sostituiti subito con pickup stacked-coil. Da questa nuova configurazione sarebbe poi stata sviluppata la Strat Plus. La chitarra modificata con il ponte 2-pivot e il roller nut può essere vista nelle foto di Jeff Beck, Terry Bozzio, e Tony Hymas scattate nel maggio del 1989 e sulla copertina dell’edizione del novembre del 1989 della rivista Young Guitar. |
Jeff la usò ancora per il tour in Giappone del 1989, per poi decidere, temporaneamente, di bloccare il progetto signature e la chitarra tornò alla Fender.
In quel periodo era uscito l’album Guitar Shop, e secondo Dan Smith Jeff usò molto dal vivo la Strat Plus: «That record had all those amazing harmonic tones and techniques on it. When Jeff tried to get those sounds live, the only guitar that worked was the Strat Plus, a model he hadn’t originally cared for. Since the Lace Sensors had little magnetic attraction, very little string pull, plus a wider magnetic field, they were great for harmonics».
Però quando la Fender riparò il manico della yellow strat che aveva avuto dei problemi alla finitura e sostituì i pickup con i Lace Sensor (trasformandola virtualmente in una Strat Plus), Jeff tornò ad avere interesse verso la signature.
Nell'ottobre del 1989, con la supervisione di Dan Smith e John Page, J.W. Black costruì tre prototipi. Uno dalla finitura blu come la Stratocaster presente sulla copertina dell'album Guitar Shop. Un altro viola scuro, con la tastiera in palissandro brasiliano e tre Lace Sensor Gold, con la quale Jeff posò, insieme a Stevie Ray Vaughan, per la copertina dell'edizione di febbraio 1990 di Guitar Player. Infine, una terza Stratocaster sulla quale Pamelina Hovnatanian aveva dipinto la Ford del chitarrista e che venne regala a Jeff (che quindi non era un vero e proprio prototipo della signature).
In quel periodo era uscito l’album Guitar Shop, e secondo Dan Smith Jeff usò molto dal vivo la Strat Plus: «That record had all those amazing harmonic tones and techniques on it. When Jeff tried to get those sounds live, the only guitar that worked was the Strat Plus, a model he hadn’t originally cared for. Since the Lace Sensors had little magnetic attraction, very little string pull, plus a wider magnetic field, they were great for harmonics».
Però quando la Fender riparò il manico della yellow strat che aveva avuto dei problemi alla finitura e sostituì i pickup con i Lace Sensor (trasformandola virtualmente in una Strat Plus), Jeff tornò ad avere interesse verso la signature.
Nell'ottobre del 1989, con la supervisione di Dan Smith e John Page, J.W. Black costruì tre prototipi. Uno dalla finitura blu come la Stratocaster presente sulla copertina dell'album Guitar Shop. Un altro viola scuro, con la tastiera in palissandro brasiliano e tre Lace Sensor Gold, con la quale Jeff posò, insieme a Stevie Ray Vaughan, per la copertina dell'edizione di febbraio 1990 di Guitar Player. Infine, una terza Stratocaster sulla quale Pamelina Hovnatanian aveva dipinto la Ford del chitarrista e che venne regala a Jeff (che quindi non era un vero e proprio prototipo della signature).
A questi seguirono altri tre prototipi, sempre realizzati da J.W. Black, datati marzo 1990: un altro viola, uno verde ed un altro modello “graphic”.
Secondo J.W. Black, Jeff in quel periodo non era convinto di vedere il suo nome sulla paletta della chitarra: «He wanted to play a Fender, not a Jeff Beck Fender». Ma alla fine Jeff accettò e la sua firma venne “scannerizzata” da quella presente su un poster di Guitar Shop.
La prima Jeff Beck Stratocaster ufficiale venne finalmente presentata nel 1991, nonostante fosse già presente sulla price list del gennaio del 1990, anche se con la nota “Final specification to be announced”! Era fondamentalmente una Strat Plus ma con un grande manico, dal profilo chiamato Special Deep '50s, e munita di quattro Lace Sensor Gold, due dei quali affiancati al ponte; un push-pull vicino ai controlli di tono permetteva di attivare il secondo pickup al ponte per ottenere un suono più pieno, simile a quello prodotto da un humbucker. Le meccaniche autobloccanti originali Sperzel furono sostituite, nel corso del 1994, dalle Schaller, e l'LSR Roller Nut prese il posto del Wilkinson Roller Nut nel 1993. |
Paradossalmente, quando uscì la Jeff Beck Stratocaster, il Graffiti Yellow non venne proprio preso in considerazione, essendo disponibili solo le finiture Midnight Purple, Surf Green e Vintage White (decisamente tendente al giallo). E le prime Strat Plus Graffiti Yellow, al contrario di molte credenze, non erano dei prototipi della Jeff Beck!
È anche interessante notare come per la tastiera fosse stato scelto il pau ferro; tuttavia, quasi subito, la Fender optò per il palissandro, anche se molti Frontline degli anni '90 continuarono a riportare il pau ferro nelle specifiche.
È anche interessante notare come per la tastiera fosse stato scelto il pau ferro; tuttavia, quasi subito, la Fender optò per il palissandro, anche se molti Frontline degli anni '90 continuarono a riportare il pau ferro nelle specifiche.
La Seconda serie
Nel 2001 questa signature venne rinnovata dalla Fender. Nella seconda serie, disponibile nelle finiture Olympic White e Surf Green, i Lace Sensor furono abbandonati in favore di tre Ceramic Coil Dual Noiseless, il grosso manico venne rimpicciolito in un sottile “C” e il TBX presente sulla prima versione fu abbandonato.
La versione Custom Shop
Infine, nel 2004, uscì anche una versione Custom Shop che prese il nome di Jeff Beck Signature Stratocaster, disponibile in Olympic White e Surf Green, che si distingueva facilmente dalla versione factory perché la firma di Jeff non era situata sulla parte anteriore della paletta, ma sul lato posteriore, e per le meccaniche Sperzel Trim-Lok Staggered.
Antonio Calvosa