The Strat
Al NAMM del 1980 fu presentata la Strat, un nuovo modello disegnato da Gregg Wilson, futuro capo del reparto di Ricerca e Sviluppo, con l'aiuto di Dan Armstrong. Con la Strat la Fender cercava di unire le caratteristiche che l'avevano resa famosa nel passato con piccole migliorie moderne. Come nella Stratocaster dell'anniversario, era ancora presente il neck plate a quattro viti senza tilt neck, ma montava un pickup al ponte dalla maggiore uscita, detto X-1, (che più tardi fu utilizzato anche sulle Stratocaster Standard) associato ad un nuovo circuito che permetteva di ottenere ben nove suoni. Altra peculiarità della Strat era la paletta, nuovamente piccola poiché la Fender voleva di discostarsi dal palettone CBS. Chiamata spesso Atrophied o Lead II headstock, era in tinta con il body ed era stata disegnata da Gregg Wilson. Aveva un design diverso da quella degli anni di Leo e aveva un aspetto non molto attraente, e spesso viene definita "atrofizzata”. Tuttavia la forma di questa paletta era il frutto di una scelta voluta, non di un errore o di una incapacità della Fender di realizzare una paletta simile a quella originale degli anni ’50, come spesso si pensa. Infatti, in quel periodo, c’erano molte persone in grado di riprodurre i template della paletta originale, incluso Freddie Tavares che l’aveva disegnata!
L'hardware e le manopole della nuova chitarra, per seguire la moda del momento, erano in ottone placcato oro; solamente le meccaniche, le Deluxe Schaller Keys, almeno inizialmente, non erano dorate. La leggenda vuole che questo ritardo fosse dovuto a problemi di reperibilità; tuttavia le numerose modifiche che la Strat ebbe nel corso del 1982, come una nuova paletta piccola in tinta non più atrofizzata, detta Smith headstock, un nuovo neck plate, un diverso contour, un logo differente e nuove finiture, fanno pensare piuttosto ad una scelta voluta.
Inizialmente le finiture potevano essere solo due: Candy Apple Red e Pacific Blue, ma dal 1981 fu disponibile anche in Arctic White e, in seguito, in molte altre finiture.
In realtà non fu una gran chitarra, ma è stata la prima volta che la Fender affiancò, alla produzione standard, una nuova linea di Stratocaster.
L'hardware e le manopole della nuova chitarra, per seguire la moda del momento, erano in ottone placcato oro; solamente le meccaniche, le Deluxe Schaller Keys, almeno inizialmente, non erano dorate. La leggenda vuole che questo ritardo fosse dovuto a problemi di reperibilità; tuttavia le numerose modifiche che la Strat ebbe nel corso del 1982, come una nuova paletta piccola in tinta non più atrofizzata, detta Smith headstock, un nuovo neck plate, un diverso contour, un logo differente e nuove finiture, fanno pensare piuttosto ad una scelta voluta.
Inizialmente le finiture potevano essere solo due: Candy Apple Red e Pacific Blue, ma dal 1981 fu disponibile anche in Arctic White e, in seguito, in molte altre finiture.
In realtà non fu una gran chitarra, ma è stata la prima volta che la Fender affiancò, alla produzione standard, una nuova linea di Stratocaster.
Hendrix Stratocaster
Nel 1980 venne anche introdotta l'Hendrix Stratocaster, che non aveva nulla a che vedere con le altre Fender dedicate al mito afroamericano prodotte più avanti. Disponibile solo nella finitura Olympic White, era fondamentalmente simile all'Anniversary, ma aveva un palettone capovolto e contour addizionale nella parte anteriore del body.
L'Hendrix Stratocaster era stata fortemente voluta dal sales manager Mudge Miller e venne realizzata nel reparto R&D (Ricerca e Sviluppo) della Fender. Quasi tutto il lavoro lo fece John Page, che ricorda che inizialmente Miller volesse una decal aggiuntiva, che non fu mai applicata, sulla paletta: una "M" cerchiata, che doveva stare per "modified" (o per "Muller"? - sospettano i più maliziosi).
Sembra che ne siano stati fabbricati solo venticinque esemplari, probabilmente tutti o quasi tutti prototipi, di cui solo cinque sono stati certificati. Uno era di proprietà di Stevie Ray Vaughan, che talvolta lo utilizzava nei suoi spettacoli; un'altro, quello di John Mayer, è stato analizzato dal Custom Shop con lo scopo di realizzare nel cento repliche nel 2005.
L'Hendrix Stratocaster era stata fortemente voluta dal sales manager Mudge Miller e venne realizzata nel reparto R&D (Ricerca e Sviluppo) della Fender. Quasi tutto il lavoro lo fece John Page, che ricorda che inizialmente Miller volesse una decal aggiuntiva, che non fu mai applicata, sulla paletta: una "M" cerchiata, che doveva stare per "modified" (o per "Muller"? - sospettano i più maliziosi).
Sembra che ne siano stati fabbricati solo venticinque esemplari, probabilmente tutti o quasi tutti prototipi, di cui solo cinque sono stati certificati. Uno era di proprietà di Stevie Ray Vaughan, che talvolta lo utilizzava nei suoi spettacoli; un'altro, quello di John Mayer, è stato analizzato dal Custom Shop con lo scopo di realizzare nel cento repliche nel 2005.
Rhinestone Stratocaster
La Rhinestone Stratocaster del 1975 può essere considerata la prima chitarra "artistica" della Fender, molto tempo prima della nascita del Custom Shop.
In quel periodo il distributore britannico dell'azienda californiana era la CBS/Arbiter, una joint venture tra la CBS e Ivon Arbiter.
Verso la fine del 1973 Arbiter inaugurò un grande negozio di strumenti musicali a Londra, il Fender Soundhouse. Quando lo scultore Jon Douglas, invitato da Ivon, definì le chitarre esposte "noiose", venne sfidato da Arbiter a fare di meglio; lo scultore creò quindi un body in fibra di vetro ricoperto da uno strato di bronzo lavorato a freddo. Venne così realizzato un prototipo al quale seguirono sei esemplari di Rhinestone Stratocaster, ognuna con rilievi scolpiti in modo differente. Su consiglio di Arbiter, Douglas incastonò degli strass sul corpo di questi strumenti, da cui l'origine del nome.
Queste Stratocaster furono quindi messe in vendita al Soundhouse nel 1975; purtroppo un incendio colpì il negozio e quasi tutte le chitarre andarono distrutte (sembra, infatti, che solo due Rhinestone Stratocaster erano state vendute prima dell'incendio).
All'inizio degli anni '90, Jon Douglas realizzò venticinque repliche, non autorizzate, delle Rhinestone Stratocaster, utilizzando a volte anche parti originali degli anni '70, tutte identificabili da una placca numerata nella parte posteriore del body.
In quel periodo il distributore britannico dell'azienda californiana era la CBS/Arbiter, una joint venture tra la CBS e Ivon Arbiter.
Verso la fine del 1973 Arbiter inaugurò un grande negozio di strumenti musicali a Londra, il Fender Soundhouse. Quando lo scultore Jon Douglas, invitato da Ivon, definì le chitarre esposte "noiose", venne sfidato da Arbiter a fare di meglio; lo scultore creò quindi un body in fibra di vetro ricoperto da uno strato di bronzo lavorato a freddo. Venne così realizzato un prototipo al quale seguirono sei esemplari di Rhinestone Stratocaster, ognuna con rilievi scolpiti in modo differente. Su consiglio di Arbiter, Douglas incastonò degli strass sul corpo di questi strumenti, da cui l'origine del nome.
Queste Stratocaster furono quindi messe in vendita al Soundhouse nel 1975; purtroppo un incendio colpì il negozio e quasi tutte le chitarre andarono distrutte (sembra, infatti, che solo due Rhinestone Stratocaster erano state vendute prima dell'incendio).
All'inizio degli anni '90, Jon Douglas realizzò venticinque repliche, non autorizzate, delle Rhinestone Stratocaster, utilizzando a volte anche parti originali degli anni '70, tutte identificabili da una placca numerata nella parte posteriore del body.
Antonio Calvosa