pALETTA
La paletta delle Vintage realizzate a Fullerton era "Dan Smith style", proprio come quella delle Stratocaster Standard dei primi anni '80, che ancora si distanziava parecchio da quella delle Stratocaster originali del 1957 e del 1962.
Tuttavia, con lo spostamento nella fabbrica di Corona, terminate le scorte dei manici avanzati con la paletta Dan Smith, la Fender propose una nuova paletta piccola, sempre leggermente allungata e bombata, anche se non come quella di Fullerton, che qualcuno chiama "pregnant headstock".
Con la completa rivisitazione della serie, voluta da Mark Lewis nel 1998, in contemporanea con l'uscita della serie Time Machine, le palette delle American Vintage furono realizzate finalmente seguendo il design corretto, soprattutto grazie agli studi sulle Stratocaster pre-CBS effettuati dal master builder Michael Stevens.
Tuttavia, con lo spostamento nella fabbrica di Corona, terminate le scorte dei manici avanzati con la paletta Dan Smith, la Fender propose una nuova paletta piccola, sempre leggermente allungata e bombata, anche se non come quella di Fullerton, che qualcuno chiama "pregnant headstock".
Con la completa rivisitazione della serie, voluta da Mark Lewis nel 1998, in contemporanea con l'uscita della serie Time Machine, le palette delle American Vintage furono realizzate finalmente seguendo il design corretto, soprattutto grazie agli studi sulle Stratocaster pre-CBS effettuati dal master builder Michael Stevens.
lOGO E DECAL
La Fender usò tre tipi diversi di decal sulle Vintage e American Vintage Stratocaster, tutte applicate sopra la vernice, come si faceva negli anni '50 e '60.
Il primo tipo si trovava sulle Vintage Stratocaster fatte tra il 1982 e il 1986; il logo Fender aveva la lettera "e" appuntita e i bordi della decal erano lineari e non seguivano molto il contorno delle lettere.
Il secondo apparve nel 1986 e gradualmente sostituì il primo; il nuovo logo Fender aveva la "e" smussata e i bordi della decal seguivano maggiormente i contorni delle lettere.
Tuttavia un terzo tipo di decal venne usato tra il 1982 e il 1983. Era molto diverso dagli altri due perché la scritta "STRATOCASTER" era molto distante da quella "WITH SYNCHRONIZED TREMOLO". Le lettere erano anche più grandi e il carattere era leggermente diverso (basta notare le lettere "R", "C" and "M"). Anche il logo Fender era differente: le "e" erano appuntite, ma intersecavano la "F" e la "r". Probabilmente la Fender ordinò alcune di queste strane decal, ma, piuttosto che buttarle e ordinare un nuovo, tipo preferì utilizzarle: infatti, era più importante rievocare lo stile e il "mojo" delle chitarre di Leo Fender che copiarle alla perfezione.
Il primo tipo si trovava sulle Vintage Stratocaster fatte tra il 1982 e il 1986; il logo Fender aveva la lettera "e" appuntita e i bordi della decal erano lineari e non seguivano molto il contorno delle lettere.
Il secondo apparve nel 1986 e gradualmente sostituì il primo; il nuovo logo Fender aveva la "e" smussata e i bordi della decal seguivano maggiormente i contorni delle lettere.
Tuttavia un terzo tipo di decal venne usato tra il 1982 e il 1983. Era molto diverso dagli altri due perché la scritta "STRATOCASTER" era molto distante da quella "WITH SYNCHRONIZED TREMOLO". Le lettere erano anche più grandi e il carattere era leggermente diverso (basta notare le lettere "R", "C" and "M"). Anche il logo Fender era differente: le "e" erano appuntite, ma intersecavano la "F" e la "r". Probabilmente la Fender ordinò alcune di queste strane decal, ma, piuttosto che buttarle e ordinare un nuovo, tipo preferì utilizzarle: infatti, era più importante rievocare lo stile e il "mojo" delle chitarre di Leo Fender che copiarle alla perfezione.
bODY
Il corpo delle Vintage era, sia per la '57, che per la '62, l'ontano; tuttavia, tra la fine del 1987 e il 1989, era possibile acquistare la versione Mary Kaye di queste Stratocaster, con il corpo in frassino dalla finitura blonde e l'hardware dorato.
Il body delle Corona presentava un contour alla base più profondo se confrontato alle reissue di Fullerton e, visto lateralmente, appariva decisamente più squadrato, meno morbido e smussato. Tuttavia le prime reissue che uscirono da Corona potevano avere ancora i body avanzati dalla produzione di Fullerton (molto pochi, a dire il vero) o quelli nuovi costruiti seguendo gli stessi modelli delle Fullerton.
Inizialmente la Fender ebbe molti problemi di spazio nell'inserimento di pickup ed elettronica negli scassi del body; di conseguenza, sulle primissime reissue realizzate nel 1982, è possibile notare un ulteriore scavo nel vano elettronica e in quello del pickup al ponte, facilmente riconoscibile perché effettuato dopo che era stata applicata la vernice. Tuttavia, alla fine dello stesso anno, i body delle Stratocaster vennero fabbricati con cavità più grandi in grado di ospitare pickup ed elettronica senza problemi.
La tasca del manico delle Vintage di Fullerton e delle prime fabbricate nella fabbrica di Corona aveva due fori aggiuntivi, di solito in diagonale.
Il body delle Corona presentava un contour alla base più profondo se confrontato alle reissue di Fullerton e, visto lateralmente, appariva decisamente più squadrato, meno morbido e smussato. Tuttavia le prime reissue che uscirono da Corona potevano avere ancora i body avanzati dalla produzione di Fullerton (molto pochi, a dire il vero) o quelli nuovi costruiti seguendo gli stessi modelli delle Fullerton.
Inizialmente la Fender ebbe molti problemi di spazio nell'inserimento di pickup ed elettronica negli scassi del body; di conseguenza, sulle primissime reissue realizzate nel 1982, è possibile notare un ulteriore scavo nel vano elettronica e in quello del pickup al ponte, facilmente riconoscibile perché effettuato dopo che era stata applicata la vernice. Tuttavia, alla fine dello stesso anno, i body delle Stratocaster vennero fabbricati con cavità più grandi in grado di ospitare pickup ed elettronica senza problemi.
La tasca del manico delle Vintage di Fullerton e delle prime fabbricate nella fabbrica di Corona aveva due fori aggiuntivi, di solito in diagonale.
Confronto tra il contour di una Fullerton del 1982 (Massimo Salmoiraghi) con una Corona del 1988 (Francesco Palmitessa) e una JV del 1983 (Paolo Bassi). E' evidente come il contour alla base sia più esteso sulle Corona e come le linee delle Fullerton, almeno quelle laterali, siano più morbide di quelle delle Corona. Le JV mostrano un contour molto pronunciato.
dATE E sERIALI DELLE REISSUE
Anche per le Vintage, come per le Stratocaster pre-CBS, il seriale non può essere utilizzato per la datazione, anche se può dare un'idea del periodo in cui la chitarra era stata costruita. Il modo migliore per datare una Stratocaster è andare a ricercare sullo strumento date o numeri che permettano di risalire all'anno di produzione.
Ovviamente il punto di partenza è la data riportata sul tacco del manico. Tra il 1982 e il 1988 la data sul manico era sempre scritta a matita ed era solo numerica (MM-GG-AA). Dal 1988 fino alla fine degli anni '90 la Fender iniziò a timbrare i manici (spesso con inchiostro nero) indicando il mese con tre lettere, in modo da avere una data del tipo MES GG AAAA; questo tipo di datazione si affiancava a quella classica a matita e col mese numerico. Tuttavia non era neanche poi così raro che il manico fosse lasciato senza data, soprattutto verso la fine degli anni '80, o privo dell'ultimo numero indicante l'anno.
Le prime Vintage di solito non riportavano nessuna data sul body; solo raramente alcune Fullerton avevano la data timbrata nella cavità posteriore del tremolo. Dal 1987 la Fender iniziò a segnare la data nella tasca del manico in modo discontinuo, abitudine che diventò più frequente negli anni '90.
A volte nella tasca del manico era applicato un adesivo che riportava, oltre alla sigla "Fender", anche il numero di serie, che iniziava per "V" e che era anche inciso sul neck plate.
In generale (ma ovviamente ci sono eccezioni importanti) i seriali seguivano lo schema della seguente tabella:
1982 V000001-V004000
1983 V004000-V010000
1984 V010000-V016000
Dalla fine del 2012 anche il seriale delle reissue è stato collegato all'anno: "V12" per le American Vintage realizzate nel 2012 circa, "V13" per quelle fatte nel 2013 circa e così via.
Ovviamente il punto di partenza è la data riportata sul tacco del manico. Tra il 1982 e il 1988 la data sul manico era sempre scritta a matita ed era solo numerica (MM-GG-AA). Dal 1988 fino alla fine degli anni '90 la Fender iniziò a timbrare i manici (spesso con inchiostro nero) indicando il mese con tre lettere, in modo da avere una data del tipo MES GG AAAA; questo tipo di datazione si affiancava a quella classica a matita e col mese numerico. Tuttavia non era neanche poi così raro che il manico fosse lasciato senza data, soprattutto verso la fine degli anni '80, o privo dell'ultimo numero indicante l'anno.
Le prime Vintage di solito non riportavano nessuna data sul body; solo raramente alcune Fullerton avevano la data timbrata nella cavità posteriore del tremolo. Dal 1987 la Fender iniziò a segnare la data nella tasca del manico in modo discontinuo, abitudine che diventò più frequente negli anni '90.
A volte nella tasca del manico era applicato un adesivo che riportava, oltre alla sigla "Fender", anche il numero di serie, che iniziava per "V" e che era anche inciso sul neck plate.
In generale (ma ovviamente ci sono eccezioni importanti) i seriali seguivano lo schema della seguente tabella:
1982 V000001-V004000
1983 V004000-V010000
1984 V010000-V016000
Dalla fine del 2012 anche il seriale delle reissue è stato collegato all'anno: "V12" per le American Vintage realizzate nel 2012 circa, "V13" per quelle fatte nel 2013 circa e così via.
A sinistra la data, scritta a matita, sul manico di una Stratocaster Vintage del 1982, mentre, nelle foto centrali, le date, poco frequenti, sui body: quella timbrata nella tasca del tremolo in una reissue del 1983 e quella nella tasca del manico in una reissue del 1993. A destra l'adesivo, anch'esso molto raro, in una chitarra del 1982.
fINITURE
Tutte le Vintage avevano, almeno inizialmente, una finitura alla nitro con fondo in poliestere; il colore di base della '57 era ovviamente il sunburst a due toni, mentre quello della '62 a tre toni, ma, nelle Fullerton, era anche possibile richiedere avere anche i custom color Lake Placid Blue, Fiesta Red, Vintage White, Candy Apple Red e Black; tuttavia solo una piccola percentuale (meno del 10%) usciva dalla fabbrica con una finitura diversa dal sunburst.
Sicuramente, con il trasferimento nella fabbrica di Corona, aumentarono le produzioni diverse dal sunburst fino a coprire circa il 50% delle nuove Vintage Stratocaster. Furono anche aggiunti nuovi colori, come il Surf Green, il Daphne Blue, l'Ocean Turquoise e, nel 1997, lo Shoreline Gold.
Tra la fine del 1987 e il 1989 era possibile acquistare la versione Mary Kay delle Vintage, realizzata in edizione limitata, dal corpo in frassino con finitura Blonde e hardware dorato.
Sicuramente, con il trasferimento nella fabbrica di Corona, aumentarono le produzioni diverse dal sunburst fino a coprire circa il 50% delle nuove Vintage Stratocaster. Furono anche aggiunti nuovi colori, come il Surf Green, il Daphne Blue, l'Ocean Turquoise e, nel 1997, lo Shoreline Gold.
Tra la fine del 1987 e il 1989 era possibile acquistare la versione Mary Kay delle Vintage, realizzata in edizione limitata, dal corpo in frassino con finitura Blonde e hardware dorato.
pICKUP ED ELETTRONICA
I pickup delle Vintage Stratocaster avevano i poli in Alnico sfalsati. Le primissime reissue del 1982 montavano dei single coil red bottom, sulla cui base veniva stampata la data di produzione, che potevano essere considerati dei pickup premium; era tuttavia possibile trovare, sulla stessa chitarra, combinazioni di red, grey (ancora più rari dei red) o black bottom pickup; quest'ultimi divennero gradualmente sempre più comuni sulle Stratocaster Vintage. Solo i black bottom avevano i cavi rivestiti in tela nera o bianca; i cavi dei red o dei grey erano ricoperti di plastica. La superficie staggered dei poli magnetici era sempre tagliata di netto; solo dal 1998 iniziò ad essere smussata.
I potenziometri delle Vintage erano tutti CTS, sui quali era sempre segnata la data di produzione secondo il codice AASS (anno/settimana).
Le reissue di Fullerton impiegavano grandi condensatori Sprague arancioni (più raramente neri), spesso leggermente differenti tra di loro: quelli delle prime Vintage Stratocaster di solito erano più cilindrici, più tardi furono invece impiegati alcuni modelli più squadrati. In seguito furono utilizzati condensatori più piccoli rossi o arancioni.
Gli switch erano gli Oak Grigsby MX49161 6MLR a tre vie; tuttavia con la chitarra veniva dato in dotazione anche quello CRL a cinque vie.
I potenziometri delle Vintage erano tutti CTS, sui quali era sempre segnata la data di produzione secondo il codice AASS (anno/settimana).
Le reissue di Fullerton impiegavano grandi condensatori Sprague arancioni (più raramente neri), spesso leggermente differenti tra di loro: quelli delle prime Vintage Stratocaster di solito erano più cilindrici, più tardi furono invece impiegati alcuni modelli più squadrati. In seguito furono utilizzati condensatori più piccoli rossi o arancioni.
Gli switch erano gli Oak Grigsby MX49161 6MLR a tre vie; tuttavia con la chitarra veniva dato in dotazione anche quello CRL a cinque vie.
mANICO E tASTIERA
Il manico delle reissue era del tipo "slim" ed era ricoperto da un sottile strato di nitro. Le decal erano applicate sopra la finitura, per cui non è difficile trovarle rovinate (a differenza di quelle delle reissue giapponesi che erano ricoperte dalla vernice). A differenza delle Stratocaster originali del '57 e del '62, i segnatasti al dodicesimo tasto delle reissue erano ravvicinati (narrow). È' interessante notare come, per le reissue giapponesi, questa distanza invece fosse corretta (wide). Nel 1998 la Fender, con l'introduzione della serie American Vintage, per riallinearsi alle originali iniziò a produrre reissue americane con il corretto dot spacing.
bATTIPENNA
Il battipenna delle reissue era in plastica bianca fino al 1998, quando, con le American Vintage, fu sostituito con uno mint green. Quello della '62 era a tre strati e, nella superficie posteriore, era munito di un grande foglio schermante in alluminio; quello della '57 era monostrato ed era rivestito da un sottile strato schermante solo all'altezza dei potenziometri e dei condensatori.
Sulle '62 la Fender inizialmente sbagliò clamorosamente la posizione della vite superiore, che venne collocata al di sopra del pickup centrale; questo errore venne corretto nello stesso anno.
Molte tra le prime reissue mostravano, sulla superficie posteriore, la sigla scritta a mano "JC": molti pensano che fosse riferita a John Cruz, ma non è possibile perché iniziò a lavorare in Fender il 23 ottobre del 1987.
Sulle '62 la Fender inizialmente sbagliò clamorosamente la posizione della vite superiore, che venne collocata al di sopra del pickup centrale; questo errore venne corretto nello stesso anno.
Molte tra le prime reissue mostravano, sulla superficie posteriore, la sigla scritta a mano "JC": molti pensano che fosse riferita a John Cruz, ma non è possibile perché iniziò a lavorare in Fender il 23 ottobre del 1987.
pONTE, sELLETTE E pOMELLI
Le Vintage Reissue del 1982 montavano un ponte che, almeno nell'estetica, ricordava quello pre-CBS, ma sulle cui sellette era stampato semplicemente "FENDER"/"FENDER". Inizialmente l'incisione Fender seguiva la stessa direzione da entrambi i lati, ma, gradualmente, dal 1989, furono impiegate nuove sellette le cui incisioni "FENDER" avevano direzione inversa.
Nel 2013, con il rinnovamento della serie American Vintage, l'incisione sulle sellette cambiò in "FENDER"/"PAT.PEND.", imitando l'incisione presente sulle Stratocaster pre-CBS, e i vecchi pomelli furono sostituiti con quelli "eggshell", i cui numeri erano più piccoli.
Nel 2013, con il rinnovamento della serie American Vintage, l'incisione sulle sellette cambiò in "FENDER"/"PAT.PEND.", imitando l'incisione presente sulle Stratocaster pre-CBS, e i vecchi pomelli furono sostituiti con quelli "eggshell", i cui numeri erano più piccoli.