American Vintage Series
Uno dei passi più importanti per la Fender alla fine degli anni '90 fu rinnovare la serie Vintage del 1982. La stimolo principale che portò alle riedizioni, nel 1998, dell'American Vintage '57 Stratocaster e dell'American Vintage '62 Stratocaster arrivò dalle nuove possibilità costruttive: le vecchie reissue erano il massimo che la Fender potesse fabbricare nei primi anni '80; ma con i nuovi macchinari e grazie agli studi del master builder del Custom Shop Michael Stevens per la serie Time Machine, tutto sembrava realizzabile. Per esempio, Mike Lewis ricorda come ora la Fender potesse permettersi un uso più ampio delle lacche alla nitro. Le leggi sull'inquinamento ambientale in California erano molto severe, tuttavia il sistema di contenimento della nuova fabbrica era così evoluto che «the air coming out is actually cleaner than the air going in»!
Tuttavia, se il trasparente e il colore erano a base di lacche, il fondo era in poliestere, anche se molto più sottile di quello della fine del periodo CBS. |
Nella nuova American Vintage Series i profili dei manici e le palette erano finalmente molto più simili a quelli delle Stratocaster originali; vennero analizzati e copiati alcuni pickup del 1961; anche lo spazio dei segnatasti al dodicesimo tasto venne allargato per imitare quello delle prime chitarre di Leo.
Inoltre, anche il corpo delle nuove chitarre, dopo gli studi e lo sviluppo della serie American Deluxe, venne perfezionato.
Inoltre, anche il corpo delle nuove chitarre, dopo gli studi e lo sviluppo della serie American Deluxe, venne perfezionato.
Nel 2006 venne presentata l'American Vintage '70s Stratocaster che ricalcava le caratteristiche principali del periodo CBS, come il neck plate a tre viti con Micro Tilt, "F" tuners e il tipico palettone con il Fender logo degli ani '70 e il bullet truss rod. Il corpo poteva essere in frassino (con le finiture trasparenti) o in ontano e il profilo del manico era un grosso "U" shape.
Le Pure Vintage
Nell'agosto del 2012, oltre alla nuova '70s, andarono in pensione anche le storiche riedizioni '57 e '62, che furono sostituite dalle nuove American Vintage '56 Stratocaster, American Vintage '59 Stratocaster e American Vintage '65 Stratocaster. Era possibile trovare le motivazioni di quest'importante decisione sul suo catalogo Fender: "Today, Fender has boldly cleared the slate to make way for a fresh American Vintage series with new features, new specs and the most meticulous level of vintage accuracy yet. Rather than just replacing the previous models with different ones, we’ve completely and comprehensively re-imagined the entire vintage-reissue concept—restoring original tooling dies, voicing new pickups, reformulating vintage colors and more—based on actual vintage guitars we tracked down to make sure we had it right. We did the work, and it shows, because there’s pure tonal magic in each new American Vintage instrument". Lo scopo era quindi ricreare delle nuove reissue factory ancora più fedeli alle originali, cercando di costruire le chitarre con le tecniche costruttive del passato. «We actually recreated the work process from way back, and these guitars turned out to be authentically unbelievable», dichiarò Richard McDonald.
Questo progetto venne chiamato "Pure Vintage". Per renderlo possibile Mike Lewis e George ispezionarono le Stratocaster degli anni '50 e 60' presso alcuni importanti collezionisti e rivenditori degli Stati Uniti, come avevano fatto Dan Smith e John Page trent'anni prima. «This was a new level of inspection. We were working at a forensic autopsy level», scherzava Mike.
Le principali modifiche apportate alla serie riguardarono soprattutto le nuove vernici flash coated, applicate con un rapido spruzzo di nitrocellulosa in modo da ottenere uno strato molto sottile, e i nuovi pickup disegnati da Michael Frank Braun. Ma anche l'hardware subì importanti modifiche, tra cui l'introduzione dei pomelli eggshell con i numeri leggermente più piccoli, il capotasto in osso, il ponte Pure Vintage Tremolo Assembly, le cui sellette mostravano l'incisione "FENDER" e quella "PAT.PEND.", e le meccaniche Single Line Fender Deluxe Vintage Style, che mostravano sul dorso l'incisione "FENDER", ricordando molto quella delle vecchie Kluson Deluxe. Molta attenzione fu dedicata pure alle forme del body e a quella del manico, che, a differenza dalle vecchie Vintage, aveva ora i bordi smussati: «I think the necks and their rolled edges might be the most unique things about these Pure Vintage guitars».
Questo progetto venne chiamato "Pure Vintage". Per renderlo possibile Mike Lewis e George ispezionarono le Stratocaster degli anni '50 e 60' presso alcuni importanti collezionisti e rivenditori degli Stati Uniti, come avevano fatto Dan Smith e John Page trent'anni prima. «This was a new level of inspection. We were working at a forensic autopsy level», scherzava Mike.
Le principali modifiche apportate alla serie riguardarono soprattutto le nuove vernici flash coated, applicate con un rapido spruzzo di nitrocellulosa in modo da ottenere uno strato molto sottile, e i nuovi pickup disegnati da Michael Frank Braun. Ma anche l'hardware subì importanti modifiche, tra cui l'introduzione dei pomelli eggshell con i numeri leggermente più piccoli, il capotasto in osso, il ponte Pure Vintage Tremolo Assembly, le cui sellette mostravano l'incisione "FENDER" e quella "PAT.PEND.", e le meccaniche Single Line Fender Deluxe Vintage Style, che mostravano sul dorso l'incisione "FENDER", ricordando molto quella delle vecchie Kluson Deluxe. Molta attenzione fu dedicata pure alle forme del body e a quella del manico, che, a differenza dalle vecchie Vintage, aveva ora i bordi smussati: «I think the necks and their rolled edges might be the most unique things about these Pure Vintage guitars».
La '56, come si può facilmente immaginare, era caratterizzata da un grosso manico in acero con un profilo soft “V”, un battipenna monostrato a otto viti e un corpo dal contour marcato, in ontano o in frassino (con la finitura white blonde). Purtroppo il tendi corde rimase sempre a farfalla.
La '59 venne presentata in due versioni, essendo quello un anno di transizione: entrambe con corpo in ontano e un manico dal profilo Slim “D”, la prima si distingueva per un one piece maple neck ed un battipenna bianco ad otto viti, la seconda per una tastiera slab board in palissandro ed un battipenna a tre strati e dieci viti.
La '65 era caratterizzata da un manico dal profilo “C” decisamente più spesso, da un battipenna a tre strati ed undici viti e da segnatasti perlati, ma anche da un Transition Logo, patent number e decal "ORIGINAL Contour Body Pat. Pend.".
Il successo delle Pure Vintage fu enorme, come sottolineato da Richard McDonald: «We rediscovered our past in a very significant way. It was an awakening».
Le prime 46 Stratocaster “pure vintage” di ogni tipo (’56, ’59, e ’65) prodotte sfoggiavano un neck plate commemorativo "1st 46" e furono distribuite casualmente in tutto il mondo. Anche se non sono dei modelli “anniversary”, essendo state fatte nel 2012, queste Stratocaster speciali commemoravano la nascita della fondazione della Fender del 1946 e la capacità della FMIC di produrre reissue sempre più accurate e ben costruite. I numeri di serie delle “1st 46” non erano sequenziali e gli strumenti potevano essere di colori diversi. |
Antonio Calvosa