La Fender Bullet era una chitarra entry-level disegnata da John Page, destinata un pubblico giovane, squattrinato e alle prime armi, per sostituire la Mustang e la Music Master: “To capture the essence of Fender guitars — at an exceptionally affordable price”, diceva il catalogo Fender.
«I remember my directive from marketing was to design a guitar that could be made for $65 in standard manufacturing cost», disse Page in un'intervista a Dave Hunter, pubblicata su Guitar.com l’11 marzo del 2020. «I think I came within a dollar of that. I believe it retailed for $199 at the time. So, it was a matter of, ‘How can I make the least expensive guitar that’s manufactured here, and use up a lot of parts, Mustang parts and so forth, that are lying around’»?
Inizialmente il progetto Bullet era guidato dal Senior Designer Greg Wilson, ma venne abbandonato dopo la realizzazione del primo prototipo. Quando John Page diventò Design Engineer, il progetto venne riavviato con John a capo e Scott Zimmerman realizzò i primi prototipi.
«I remember my directive from marketing was to design a guitar that could be made for $65 in standard manufacturing cost», disse Page in un'intervista a Dave Hunter, pubblicata su Guitar.com l’11 marzo del 2020. «I think I came within a dollar of that. I believe it retailed for $199 at the time. So, it was a matter of, ‘How can I make the least expensive guitar that’s manufactured here, and use up a lot of parts, Mustang parts and so forth, that are lying around’»?
Inizialmente il progetto Bullet era guidato dal Senior Designer Greg Wilson, ma venne abbandonato dopo la realizzazione del primo prototipo. Quando John Page diventò Design Engineer, il progetto venne riavviato con John a capo e Scott Zimmerman realizzò i primi prototipi.
Poiché la Bullet fu il primo progetto di John Page per la Fender, per ringraziarlo l’azienda californiana fece costruire per lui la Bullet dal numero di serie 001, caratterizzata da un bellissimo manico fiammato, hardware dorato e, in modo scherzoso, da una finitura rosa, sapendo che non era molto attratto da questo colore.
Sfortunatamente nel 1983 la Bullet 001 andò persa, insieme ad una Telecaster originale del 1952, in un incendio che si propagò in diversi laboratori e uffici nell’edificio di Ricerca & Sviluppo della fabbrica di Fullerton. L’incendio venne provocato intorno alle due di notte da un dipendente del reparto R&D che si occupava degli amplificatori che, dopo l'orario di lavoro, usò una sega circolare per tagliare un tubo metallico, generando alcune scintille che diedero fuoco alla segatura accumulata alla base della sega da cui si propagarono le fiamme.
Sfortunatamente nel 1983 la Bullet 001 andò persa, insieme ad una Telecaster originale del 1952, in un incendio che si propagò in diversi laboratori e uffici nell’edificio di Ricerca & Sviluppo della fabbrica di Fullerton. L’incendio venne provocato intorno alle due di notte da un dipendente del reparto R&D che si occupava degli amplificatori che, dopo l'orario di lavoro, usò una sega circolare per tagliare un tubo metallico, generando alcune scintille che diedero fuoco alla segatura accumulata alla base della sega da cui si propagarono le fiamme.
LE BULLET DI PRIMA GENERAZIONE MADE IN USA
Le prime Bullet furono prodotte all’estero, in Corea, ma con scarsi risultati a causa di un pessimo controllo qualità. John Page ricorda il momento in cui vide il primo carico dalla Corea nel 1981: «I have an image of walking down there and seeing racks with hundreds of my first design in them. That was a personal rush! But other than that, what I remember is a lot of trouble with them».
Per cui venne deciso di assemblarle negli Stati Uniti Per cui venne deciso di assemblarle negli Stati Uniti usando componenti coreani. Tuttavia anche questo non andò a buon fine e tutta la produzione venne portata definitivamente a Fullerton entro la fine del 1981.
I primi due modelli, la Bullet (nota come “Bullet Standard”) e la Bullet Deluxe, restarono in produzione fino alla metà del 1982. Queste chitarre venivano anche chiamate “Bullet One” dai rivenditori statunitensi, ma non furono mai commercializzate come tali. È importante tenere presente che in quel periodo le Bullet non erano un tipo di Stratocaster, ma un modello a sé, come la Stratocaster, la Telecaster, il Precision Bass e così via. |
La Bullet e la Bullet Deluxe avevano un corpo in legno (laminato o massello) con una sola cavità, che ricordava quello della Fender Telecaster, ma di dimensioni molto più ridotte, simili a quelle della Mustang e della Duo-Sonic. Il corpo era spesso solo circa 4,12 cm, a differenza dello spessore standard di 4,45 cm delle altre chitarre Fender. Secondo i cataloghi Fender queste chitarre avevano il corpo in legno, anche se a volte avevano era fatto da mogano luan laminato.
Le Bullet avevano un manico in acero con tastiera in palissandro a ventuno tasti e una paletta in stile Telecaster, realizzata con le stesse attrezzature usate per costruire i manici delle Telecaster. Poiché mancavano del segnatasti al ventunesimo tasto, non erano avanzi dei manici Telecaster degli anni ‘60, come spesso suggerito.
Al momento del loro lancio nel 1981, le Bullet erano disponibili solo con tastiera in palissandro; tuttavia furono presto disponibili anche nella versione 1-piece maple neck con skunk stripe in noce (e con segnatasti al ventunesimo tasto).
Le Bullet avevano un manico in acero con tastiera in palissandro a ventuno tasti e una paletta in stile Telecaster, realizzata con le stesse attrezzature usate per costruire i manici delle Telecaster. Poiché mancavano del segnatasti al ventunesimo tasto, non erano avanzi dei manici Telecaster degli anni ‘60, come spesso suggerito.
Al momento del loro lancio nel 1981, le Bullet erano disponibili solo con tastiera in palissandro; tuttavia furono presto disponibili anche nella versione 1-piece maple neck con skunk stripe in noce (e con segnatasti al ventunesimo tasto).
Il modello Deluxe era dotato di un battipenna in plastica con un ponte fisso separato “strings-through-body”, mentre il modello Standard presentava un combo battipenna-ponte-tremolo in acciaio, di colore bianco o nero, con una piccola sporgenza sollevata ad angolo retto per ancorare le corde e le sellette, caratterizzate da scanalature sfalsate per le corde e viti per regolarne l’altezza.
Tutti i battipenna delle Standard avevano un adesivo “PATENT APPLIED FOR” per proteggere il design del battipenna-ponte-tremolo fino alla concessione del brevetto, che al giorno d’oggi difficilmente si trova sulle Bullet perché spesso veniva rimosso dai proprietari o si staccava da solo. |
Il brevetto richiesto da John Page (fu il suo primo brevetto) e Gregg Wilson il 10 giugno 1981 fu infine concesso il 15 febbraio 1983.
Entrambi i modelli avevano due single-coil con sei poli magnetici in alnico tutti alla stessa altezza e mascherine per pickup chiuse già utilizzate sulla Mustang, insieme a un selettore a tre vie. Il pickup al manico era inclinato, come nelle Duo Sonic.
Il jack era posizionato sul battipenna perpendicolarmente al corpo e i pomelli in plastica del volume e del tono erano quelli usati della Stratocaster.
Erano disponibili solo nelle finiture Red o Ivory; tuttavia, secondo Donald Brosnac, autore di “Guitar history Vol. 1”, le prime Bullet bianche non erano Ivory, ma di una tonalità completamente diversa di bianco.
Il jack era posizionato sul battipenna perpendicolarmente al corpo e i pomelli in plastica del volume e del tono erano quelli usati della Stratocaster.
Erano disponibili solo nelle finiture Red o Ivory; tuttavia, secondo Donald Brosnac, autore di “Guitar history Vol. 1”, le prime Bullet bianche non erano Ivory, ma di una tonalità completamente diversa di bianco.
La decal sulla paletta poteva variare leggermente da una chitarra all’altra: alcune Bullet avevano un numero seriale con il prefisso “E1” seguito da 5 numeri, mentre altre avevano un numero di serie composto solo da numeri (con “1” come prima cifra); inoltre, alcune avevano sulla paletta la scritta “MADE IN USA”, mentre altre no. Tuttavia, su tutte le palette era presente una stella argentata vicino al logo Fender e, in base al modello, la scritta “Bullet” o “Bullet Deluxe”.
Fu proprio John Page a spiegare l'origine della stella d’argento: «When I designed the Bullet, I was still gigging a lot and still reading the trades like Billboard. The Billboard charts always had a silver star around the number of singles/albums that were shooting up the charts quickly. They were usually the hits. So, I thought that the phrase ‘Number one with a bullet’ which was a classic DJ/industry phrase, would be a great advertising campaign for it. Fender marketing chose not to go with it, so the decal never made any sense. But what was funny, as a side note, the very next NAMM show after I released it, an import company, maybe Tokai or Hondo, basically ripped off the design and called it the All-Star... silver star with the numeral one in it and all».
Inizialmente le Bullet avevano meccaniche Kluson “no-line” e “double-line”. Tuttavia, poco dopo, quando la Kluson chiuse i battenti, la Fender iniziò ad usare le “Fender keys” su queste chitarre.
Inizialmente le Bullet avevano meccaniche Kluson “no-line” e “double-line”. Tuttavia, poco dopo, quando la Kluson chiuse i battenti, la Fender iniziò ad usare le “Fender keys” su queste chitarre.
LE BULLET DI SECONDA GENERAZIONE MADE IN USA
Nel giugno del 1982 sia la Bullet Standard, che quella Deluxe, vennero ridisegnate con un nuovo corpo a doppia spalla mancante che ricordava quello della Stratocaster (anche se non era smussato) e con un manico 1-piece in acero con uno skunk stripe poco visibile perché anch’esso in acero. La nuova linea comparve però solo nel catalogo dell’anno seguente, poiché quello del 1982 era stato già stampato.
Inoltre, nel 1982 cinque nuovi modelli vennero aggiunti alla serie Bullet, tra cui la Bullet H-1, anche chiamata Bullet II, e la Bullet H-2, anche chiamata Bullet Deluxe II. La Bullet H-1 aveva un humbucker e un pulsante per splittarlo, mentre la Bullet H-2 aveva due humbucker e due pulsanti coil-tap. Un altro modello nuovo era la Bullet S-3, anche chiamata Bullet Deluxe III, caratterizzata da tre pickup single-coil. Infine la linea Bullet rinnovata era completata dai due bassi B-34 a scala normale e il B-30 a scala corta.
Il modello Deluxe, rinominato Bullet S-2, manteneva il battipenna in plastica e il ponte fisso separato, conservando la stessa configurazione di pickup.
La Bullet S-3 aveva un battipenna in plastica, un ponte fisso tradizionale e tre single coil controllati da un selettore a cinque vie.
Il modello H-1 aveva il combo battipenna-ponte, mentre quello H-2 aveva un battipenna in plastica separato da un ponte fisso tradizionale.
Inoltre, nel 1982 cinque nuovi modelli vennero aggiunti alla serie Bullet, tra cui la Bullet H-1, anche chiamata Bullet II, e la Bullet H-2, anche chiamata Bullet Deluxe II. La Bullet H-1 aveva un humbucker e un pulsante per splittarlo, mentre la Bullet H-2 aveva due humbucker e due pulsanti coil-tap. Un altro modello nuovo era la Bullet S-3, anche chiamata Bullet Deluxe III, caratterizzata da tre pickup single-coil. Infine la linea Bullet rinnovata era completata dai due bassi B-34 a scala normale e il B-30 a scala corta.
Il modello Deluxe, rinominato Bullet S-2, manteneva il battipenna in plastica e il ponte fisso separato, conservando la stessa configurazione di pickup.
La Bullet S-3 aveva un battipenna in plastica, un ponte fisso tradizionale e tre single coil controllati da un selettore a cinque vie.
Il modello H-1 aveva il combo battipenna-ponte, mentre quello H-2 aveva un battipenna in plastica separato da un ponte fisso tradizionale.
Va precisato che gli humbucker delle Bullet non erano veri e propri humbucker, ma due pickup single-coil posizionati fianco a fianco, ciascuno dotato di una mascherina bianca chiusa su spiccava il logo Fender.
La tastiera delle nuove Bullet aveva il ventunesimo dot e il manico aveva lo skunk stripe in acero, poco visibile; tuttavia, sono noti alcuni modelli di transizione di Bullet di seconda generazione con vecchi manici dotati uno skunk stripe in noce, maggiormente visibile.
La versione in acero aveva un manico sottile con profilo a D e tastiera con radius 7.25”, mentre la versione in palissandro aveva un profilo del manico e un raggio della tastiera variabili.
La tastiera delle nuove Bullet aveva il ventunesimo dot e il manico aveva lo skunk stripe in acero, poco visibile; tuttavia, sono noti alcuni modelli di transizione di Bullet di seconda generazione con vecchi manici dotati uno skunk stripe in noce, maggiormente visibile.
La versione in acero aveva un manico sottile con profilo a D e tastiera con radius 7.25”, mentre la versione in palissandro aveva un profilo del manico e un raggio della tastiera variabili.
Secondo John Page, intorno al 1981 la Fender acquisì nuovi NC routers della Onsrud. Di conseguenza, durante un periodo di transizione, è probabile che i manici con tastiera in palissandro non fossero ancora lavorati con la nuova fresa, portando a differenze notevoli da un esemplare all’altro a causa di un lavoro manuale più importante. Al contrario, i manici 1-piece maple erano tutti uguali poiché venivano fabbricati utilizzando le nuove Onsrud.
Sulla paletta spiccava il numero di serie con il prefisso “E1”, anche nei modelli prodotti nel 1982 e persino nel 1983, insieme all'etichetta “MADE IN USA”.
Inizialmente, sulle nuove Bullet furono usate le Fender Keys, che successivamente vennero sostituite dalle Schaller Cast/Sealed.
Con la seconda generazione delle Fender Bullet si ampliarono anche le scelte di colore, con l'aggiunta del Brown Sunburst e del Walnut per i modelli S-2, S-3 e H-2. Inoltre, il Black era disponibile come opzione a pagamento, ma non comparve mai in alcuna pubblicità o catalogo.
Sulla paletta spiccava il numero di serie con il prefisso “E1”, anche nei modelli prodotti nel 1982 e persino nel 1983, insieme all'etichetta “MADE IN USA”.
Inizialmente, sulle nuove Bullet furono usate le Fender Keys, che successivamente vennero sostituite dalle Schaller Cast/Sealed.
Con la seconda generazione delle Fender Bullet si ampliarono anche le scelte di colore, con l'aggiunta del Brown Sunburst e del Walnut per i modelli S-2, S-3 e H-2. Inoltre, il Black era disponibile come opzione a pagamento, ma non comparve mai in alcuna pubblicità o catalogo.
Le SQUIER BULLET
Verso la fine del 1983 la Fender decise di spostare la produzione delle Bullet in Giappone e commercializzarle con il marchio Squier. Le Squier Bullet giapponesi avevano corpi in legno e pickup ceramici, ma non avevano i più ponti strings-through-body come quelli delle vecchie Deluxe.
I modelli erano la Squier Bullet H-2, la Squier Bullet S-3, la Squier Bullet S-3T (in due versioni) e la Squier Contemporary Bullet HST, disponibili nelle finiture Black e Sunburst. Alcune avevano numeri di serie che iniziavano per “SQ”, mentre in altre iniziavano con “E”.
Nel 1987 la produzione delle Bullet fu spostata in Corea, con la rivisitazione della Squier Bullet S-3T e della Squier Contemporary Bullet HST, e l’aggiunta della Squier Contemporary Bullet HSS.
È importante notare che fino a questo punto la serie Bullet non era ancora un tipo di Stratocaster, anche se i modelli S-3T coreani del 1987 la ricordavano molto. La prima vera Stratocaster della serie Bullet fu la Squier Bullet Stratocaster, prodotta in Corea a partire dal 1989; successivamente ulteriori Bullet Stratocaster furono prodotte in Cina e Indonesia e non più in Corea.
I modelli erano la Squier Bullet H-2, la Squier Bullet S-3, la Squier Bullet S-3T (in due versioni) e la Squier Contemporary Bullet HST, disponibili nelle finiture Black e Sunburst. Alcune avevano numeri di serie che iniziavano per “SQ”, mentre in altre iniziavano con “E”.
Nel 1987 la produzione delle Bullet fu spostata in Corea, con la rivisitazione della Squier Bullet S-3T e della Squier Contemporary Bullet HST, e l’aggiunta della Squier Contemporary Bullet HSS.
È importante notare che fino a questo punto la serie Bullet non era ancora un tipo di Stratocaster, anche se i modelli S-3T coreani del 1987 la ricordavano molto. La prima vera Stratocaster della serie Bullet fu la Squier Bullet Stratocaster, prodotta in Corea a partire dal 1989; successivamente ulteriori Bullet Stratocaster furono prodotte in Cina e Indonesia e non più in Corea.