La Squier in Cina
Verso la metà degli anni '90 le Fender MIJ iniziarono ad avere problemi perché ormai la liuteria nipponica non era più una scommessa, ma una realtà, ponendosi nello stesso settore di mercato occupato a quel tempo dalle chitarre messicane (e sicuramente in quel periodo il made in Japan era ad un livello qualitativo superiore). Ovviamente la Fender non poteva abbassare i prezzi delle MIJ, che iniziarono a perdere quote di mercato rispetto alle nuove copie cinesi ed indiane. Non poteva però neanche metterle al livello delle MIM e farsi auto-concorrenza.
Contemporaneamente le Squier coreane si stavano rivelando un grosso buco nell'acqua.
Fu per questo che la Fender decise di produrre chitarre low-budget in Cina, e, successivamente, anche in Indonesia.
La Fender, per iniziare questo suo nuovo corso, intavolò le trattative con la Reliance, un'azienda con sede a Taiwan, nata nel 1979, che aveva aperto numerose fabbriche sul territorio cinese e che si occupava di fornire componenti alle ditte costruttrici di strumenti musicali.
La Fender volle comunque usare il marchio Squier per le nuove Fender cinesi, nonostante l'alone di negatività che ormai lo circondava dopo l'utilizzo del multistrato delle made in Korea.
La prima fabbrica cinese usata dalla Fender per la realizzazione delle Squier fu quella di Yako, situata a Zhangzhou, nel sud est della Cina, a circa 300 chilometri da Hong Kong, che divenne operativa già alla fine del 1994.
Le prime Squier made in China furono delle Bullet Stratocaster identiche alle precedenti Bullet coreane, con le quali condividevano il corpo in multistrato e l'hardware scadente, che, nel 1996, furono rimpiazzate dalle Squier Strat. Negli anni successivi sono state realizzate altre Bullet, ma, com'era successo già in passato, non sempre erano considerate delle vere e proprie Stratocaster, ma dei modelli a sé.
Dal 1996, grazie ad un'idea di Joe Carducci, marketing manager delle Squier negli anni '90, le Squier iniziarono ad essere vendute a pacchi (Pak) che vedevano la combinazione di chitarre, amplificatori, corde, cinghie, cavi. L'idea era di dare ad un principiante tutto quello che era necessario per iniziare a suonare, ovviamente a prezzi stracciati.
Con il motto "Stop dreaming, start playing", la Squier «wanted to create a phrase that reached people on an emotional level rather than leaving it to the specs or features», ricordava Justin Norvell. «Knowing that so many young people imagine themselves as rock stars in their bedroom in front of the mirror».
Contemporaneamente le Squier coreane si stavano rivelando un grosso buco nell'acqua.
Fu per questo che la Fender decise di produrre chitarre low-budget in Cina, e, successivamente, anche in Indonesia.
La Fender, per iniziare questo suo nuovo corso, intavolò le trattative con la Reliance, un'azienda con sede a Taiwan, nata nel 1979, che aveva aperto numerose fabbriche sul territorio cinese e che si occupava di fornire componenti alle ditte costruttrici di strumenti musicali.
La Fender volle comunque usare il marchio Squier per le nuove Fender cinesi, nonostante l'alone di negatività che ormai lo circondava dopo l'utilizzo del multistrato delle made in Korea.
La prima fabbrica cinese usata dalla Fender per la realizzazione delle Squier fu quella di Yako, situata a Zhangzhou, nel sud est della Cina, a circa 300 chilometri da Hong Kong, che divenne operativa già alla fine del 1994.
Le prime Squier made in China furono delle Bullet Stratocaster identiche alle precedenti Bullet coreane, con le quali condividevano il corpo in multistrato e l'hardware scadente, che, nel 1996, furono rimpiazzate dalle Squier Strat. Negli anni successivi sono state realizzate altre Bullet, ma, com'era successo già in passato, non sempre erano considerate delle vere e proprie Stratocaster, ma dei modelli a sé.
Dal 1996, grazie ad un'idea di Joe Carducci, marketing manager delle Squier negli anni '90, le Squier iniziarono ad essere vendute a pacchi (Pak) che vedevano la combinazione di chitarre, amplificatori, corde, cinghie, cavi. L'idea era di dare ad un principiante tutto quello che era necessario per iniziare a suonare, ovviamente a prezzi stracciati.
Con il motto "Stop dreaming, start playing", la Squier «wanted to create a phrase that reached people on an emotional level rather than leaving it to the specs or features», ricordava Justin Norvell. «Knowing that so many young people imagine themselves as rock stars in their bedroom in front of the mirror».

La Fender considerava le nuove chitarre orientali fondamentali per i propri guadagni, tanto che nel 2002 decise di celebrare la nascita delle Squier con un neck plate commemorativo recante l'incisione "20th Anniversary Squier BY FENDER Freedom of Expression Since 1982".
Ormai la liuteria cinese si era tanto sviluppata che alla fine del 2011 sul listino comparvero i primi strumenti marchiati Fender made in China. La serie Fender Modern Player comprendeva modelli tradizionali con piccole modernità destinate ai "modern player" giovani e squattrinati: Telecaster con humbucker, Jaguar senza battipenna, strumenti in mogano, Stratocaster HSH, ecc...
Ormai la liuteria cinese si era tanto sviluppata che alla fine del 2011 sul listino comparvero i primi strumenti marchiati Fender made in China. La serie Fender Modern Player comprendeva modelli tradizionali con piccole modernità destinate ai "modern player" giovani e squattrinati: Telecaster con humbucker, Jaguar senza battipenna, strumenti in mogano, Stratocaster HSH, ecc...
Antonio Calvosa