Fin dai tempi di Leo, nelle fabbriche Fender avevano sempre lavorato operai di origine ispanica, come i mitici Tadeo Gomez, Lilly Sanchez o Abigail Ybarra, per cui l'apertura di uno stabilimento produttivo in Messico in fondo non deve sorprendere molto, soprattutto perché dista solo 200 miglia dalla fabbrica statunitense di Corona.
Già durante l'era CBS, la Fender aveva utilizzato piccole fabbriche messicane per produrre e confezionare corde per chitarra e basso. Dopo il buyout del 1985, Bashar Darcazallie, un ingegnere Fender, andò in Messico e, il 6 maggio 1987, organizzò la produzione di corde Fender con cinque dipendenti in una piccola fabbrica costruita in una chiesa sconsacrata ad Ensenada, Baja California.
Tuttavia Bill Schultz si rese conto presto della possibilità di sviluppare un vero e proprio impianto di produzione di strumenti in Messico e, nel 1989, la fabbrica fu spostata dalla sua sede originaria a quella che occupa ancora oggi, in Calle Huerta, dove inizialmente furono fabbricati componenti per amplificatori.
Già durante l'era CBS, la Fender aveva utilizzato piccole fabbriche messicane per produrre e confezionare corde per chitarra e basso. Dopo il buyout del 1985, Bashar Darcazallie, un ingegnere Fender, andò in Messico e, il 6 maggio 1987, organizzò la produzione di corde Fender con cinque dipendenti in una piccola fabbrica costruita in una chiesa sconsacrata ad Ensenada, Baja California.
Tuttavia Bill Schultz si rese conto presto della possibilità di sviluppare un vero e proprio impianto di produzione di strumenti in Messico e, nel 1989, la fabbrica fu spostata dalla sua sede originaria a quella che occupa ancora oggi, in Calle Huerta, dove inizialmente furono fabbricati componenti per amplificatori.
Un ruolo chiave nella nascita dello stabilimento di Ensenada venne ricoperto dalla giapponese Fujigen, già produttrice delle Fender in Giappone, che costituì la joint venture F&F con la Fender Musical Instruments Corporation.
Bill Mendello, intervistato nel 2011, ricordava: «Fujigen brought their machinery with them, plus five or six people. We opened up our Mexican operation, and Fujigen trained the people, using their techniques. So the manufacture of guitars in Mexico was more Japanese-like than it was US-like. We had a few people from USA help them, but for the most part the training, the techinques, the painting, all were Japanese».
L'accordo prevedeva che la FMIC avrebbe fornito l'edificio e il denaro, mentre Fujigen le tecniche di costruzione e i macchinari. All'inizio, tutto in Ensenada era diretto dai giapponesi, non dalla Fender USA. Tutti i capisquadra e i supervisori di dipartimento erano giapponesi, ma i dirigenti, il presidente, il direttore di fabbrica erano tutti Fender.
La joint venture venne sciolta alla fine del 1994, quando la Fender rilevò la quota di proprietà della Fujigen, che non era più interessata alla fabbrica messicana a causa del rapporto dollaro/yen che dall’inizio degli anni ‘90 sfavoriva molto i giapponesi.
Bill Mendello, intervistato nel 2011, ricordava: «Fujigen brought their machinery with them, plus five or six people. We opened up our Mexican operation, and Fujigen trained the people, using their techniques. So the manufacture of guitars in Mexico was more Japanese-like than it was US-like. We had a few people from USA help them, but for the most part the training, the techinques, the painting, all were Japanese».
L'accordo prevedeva che la FMIC avrebbe fornito l'edificio e il denaro, mentre Fujigen le tecniche di costruzione e i macchinari. All'inizio, tutto in Ensenada era diretto dai giapponesi, non dalla Fender USA. Tutti i capisquadra e i supervisori di dipartimento erano giapponesi, ma i dirigenti, il presidente, il direttore di fabbrica erano tutti Fender.
La joint venture venne sciolta alla fine del 1994, quando la Fender rilevò la quota di proprietà della Fujigen, che non era più interessata alla fabbrica messicana a causa del rapporto dollaro/yen che dall’inizio degli anni ‘90 sfavoriva molto i giapponesi.
Inizialmente, data la vicinanza tra Corona ed Ensenada, c'era un tale scambio di risorse umane e di componenti, che spesso accadeva che una chitarra nasceva negli Stati Uniti per essere poi completata in Messico e, di conseguenza, definire la nazionalità di una Stratocaster era molto difficile, tanto che alcune Stratocaster costruite in Messico negli anni '90, le "California", potevano essere definite in realtà degli strumenti ibridi USA/Mexico.
Già nel 1991 apparvero su catalogo le prime chitarre con la decal "MADE IN MEXICO", che non erano però solo delle Stratocaster fatte su specifiche Fender, come accadeva per le Squier, ma erano esse stesse delle vere e proprie Fender costruite da operai Fender con macchinari Fender, per cui era possibile acquistare una Stratocaster di qualità ad un prezzo conveniente, anche se, ovviamente, il top della produzione era statunitense perché era negli U.S.A. che restavano i legni e i componenti migliori.
La sera dell'11 febbraio 1994 una normale procedura di manutenzione in una cabina di verniciatura dello stabilimento di Ensenada provocò un devastante incendio che ridusse in cenere la fabbrica di 6700 quadrati in meno di un'ora.
Il presidente Bill Schultz ricordò così quell'incidente: «We were relieved that none of our employees sustained injuries, but the instantaneous destruction of the years of work that went into establishing this plant was overpowering». Tuttavia in poco più di cento giorni la Fender costruì una nuova fabbrica grande il doppio della precedente: «Fender's ability to so quickly rebound from this disaster is a strong testimony to our quality workforce in Mexico, for without their help, assistance, and understanding, this accomplishment would not have been possible», dichiarò Bill.
Secondo Mike Lewis allargamento della fabbrica consentì di aumentare notevolmente il numero degli strumenti prodotti in Messico: «We had recently built our new factory in Mexico, following a bad fire in 1994, and so I had brought a lot of Fender guitars into what was now our own manufacturing plant. That's why many Japanese guitars disappeared and went into Mexico: the Fender Classic scries was made in Mexico, for example. We did a lot of things to bring guitars into our own manufacturing plant».
Già nel 1991 apparvero su catalogo le prime chitarre con la decal "MADE IN MEXICO", che non erano però solo delle Stratocaster fatte su specifiche Fender, come accadeva per le Squier, ma erano esse stesse delle vere e proprie Fender costruite da operai Fender con macchinari Fender, per cui era possibile acquistare una Stratocaster di qualità ad un prezzo conveniente, anche se, ovviamente, il top della produzione era statunitense perché era negli U.S.A. che restavano i legni e i componenti migliori.
La sera dell'11 febbraio 1994 una normale procedura di manutenzione in una cabina di verniciatura dello stabilimento di Ensenada provocò un devastante incendio che ridusse in cenere la fabbrica di 6700 quadrati in meno di un'ora.
Il presidente Bill Schultz ricordò così quell'incidente: «We were relieved that none of our employees sustained injuries, but the instantaneous destruction of the years of work that went into establishing this plant was overpowering». Tuttavia in poco più di cento giorni la Fender costruì una nuova fabbrica grande il doppio della precedente: «Fender's ability to so quickly rebound from this disaster is a strong testimony to our quality workforce in Mexico, for without their help, assistance, and understanding, this accomplishment would not have been possible», dichiarò Bill.
Secondo Mike Lewis allargamento della fabbrica consentì di aumentare notevolmente il numero degli strumenti prodotti in Messico: «We had recently built our new factory in Mexico, following a bad fire in 1994, and so I had brought a lot of Fender guitars into what was now our own manufacturing plant. That's why many Japanese guitars disappeared and went into Mexico: the Fender Classic scries was made in Mexico, for example. We did a lot of things to bring guitars into our own manufacturing plant».
Tra le serie prime serie messicane vanno ricordate la Standard Series, la cui capostipite, la Standard Stratocaster, era la risposta economica all'American Standard, la Special Series e la Deluxe Series, oltre le varie chitarre d'ispirazione vintage, come la Classic Series o la Road Worn, o quelle ibride vintage/moderne, come la Classic Player Series, oltre a numerose Artist.
Antonio Calvosa