Per contrastare il forte calo delle vendite che le Goldtop avevano subito dal 1955 - 598 modelli venduti nel 1957 contro i 2245 del 1953 - la Gibson presentò, nel 1958, la Les Paul Sunburst. L'idea non era nuova: già tra il 1950 e il 1951 la Gibson fece alcuni prototipi Les Paul nella finitura Sunburst e negli anni la Gibson ricevette alcuni custom order per delle Les Paul Cremona Sunburst, come la Les Paul 612292 del 1956, che probabilmente era la prima Les Paul munita di humbucking pickup - anche se nella versione usata per le lap steel.
Per rinvigorire il mercato delle Les Paul, la soluzione più ovvia sembrava strizzare l'occhio alla tradizione con le finiture Sunburst, per le quali l'azienda di Kalamazoo era famosa, mettendo in mostra i bellissimi top in acero con una finitura trasparente. Purtroppo il registro Gibson ha molte parti mancanti nel 1957, per cui non è possibile seguire tutte le sperimentazioni fatte alla ricerca di una nuova finitura. Il 21 febbraio del 1958 sul registro compariva una "LP Cherry Red 8 1689", dal top completamente rosso, mentre il 25 spiccava una Les Paul Sunburst, la numero 8 1641 (dal seriale più basso della precedente!) inviata alla CMI all'attenzione del direttore vendite Clarence Havenga. Questa Les Paul aveva la classica finitura "tobacco", ma era stata completamente riverniciata Cherry; tuttavia, negli anni, il rosso è iniziato a sbiadire mostrando un top asimmetrico con la finitura originale marrone/giallo. Il 20 marzo sul registro comparve un'altra Les Paul, la numero 8 1742, dalla finitura Cherry "monocromatica".
Per rinvigorire il mercato delle Les Paul, la soluzione più ovvia sembrava strizzare l'occhio alla tradizione con le finiture Sunburst, per le quali l'azienda di Kalamazoo era famosa, mettendo in mostra i bellissimi top in acero con una finitura trasparente. Purtroppo il registro Gibson ha molte parti mancanti nel 1957, per cui non è possibile seguire tutte le sperimentazioni fatte alla ricerca di una nuova finitura. Il 21 febbraio del 1958 sul registro compariva una "LP Cherry Red 8 1689", dal top completamente rosso, mentre il 25 spiccava una Les Paul Sunburst, la numero 8 1641 (dal seriale più basso della precedente!) inviata alla CMI all'attenzione del direttore vendite Clarence Havenga. Questa Les Paul aveva la classica finitura "tobacco", ma era stata completamente riverniciata Cherry; tuttavia, negli anni, il rosso è iniziato a sbiadire mostrando un top asimmetrico con la finitura originale marrone/giallo. Il 20 marzo sul registro comparve un'altra Les Paul, la numero 8 1742, dalla finitura Cherry "monocromatica".
Finalmente, sul registro Gibson del 28 maggio, comparvero la numero 8 3097 e la 8 3096, indicate come "2 LP Spec Finish", dalla bellissima finitura Cherry Red Sunburst. La prima aveva il top in tre pezzi e probabilmente era stata inizialmente costruita per essere una Goldtop; fu acquistata alla fine del 1958 dal quattordicenne Tom Griffths nel O.K. Houck di Memphis e restò lontana dalle cronache e dalle luci dei palchi. La seconda, diventata famosa grazie al libro di Yasuhiko Iwanade The Beauty of the Burst, oggi appartiene a Slash; aveva il top in due pezzi quasi simmetrici, per cui è considerata la prima Les Paul Standard mai costruita. I nuovi strumenti furono presentati al Music Industry Trade Show di Chicago nel Luglio del 1958.
La Gazette di dicembre 1958, in cui la Gibson non si riferiva ancora alle nuove chitarre con il termine "Standard", recitava: «A beautiful red cherry sunburst finish is the news here! This guitar now has a rich, rubbed appearance that cannot be equalled at any price, and the new look that is tops with today's guitarist! If the illustration above were in color, you would see exactly what we mean - this instrument is a true beauty. In the future, all Les Paul guitars will be shipped in cherry sunburst finish».
Tutte le nuove Les Paul, spesso soprannominate "Burst" dai chitarristi, avevano un top unico, proprio come le impronte digitali, costituito da due tavole simmetriche affiancate, "book-matched", ottenute tagliando a metà una tavola di acero e aprendola come se fosse un libro. Tuttavia non sempre era possibile utilizzare entrambi i lati della tavola aperta a libro, perché a volte una delle due poteva avere delle imperfezioni; la tavola restante non poteva però essere sprecata, per cui altri top erano ottenuti tramite "flitch-matching", cioè tagliando a metà una tavola stretta e lunga e affiancando le due metà esponendo le due superfici esterne, o tramite "color-matching", affiancando due tavole simili, ma non contigue, dello stesso tronco. Anche questi due metodi potevano portare però a risultati sorprendenti.
Secondo il taglio, le tavole potevano essere più o meno figurate. Alcuni top mostravano delle striature o delle bande che davano degli effetti ottici tridimensionali eccezionali secondo com'era riflessa la luce e i termini ribbon curl, tiger-striped, pin-striped, fiddleback e flamed con cui ci si riferiva ai top, diventarono sempre più comuni. Tuttavia solo una piccola parte dei top delle Standard era molto figurato, per cui il termine "curly maple" non è mai stato usato nella pubblicità delle Les Paul. In genere i top particolarmente fiammati erano riservati ad altri modelli, come la Super 400 e la L-5, ma era possibile trovarli sparsi abbastanza casualmente anche lungo tutto l'arco della produzione della Les Paul Standard; tuttavia ci sono due momenti di forte concentrazione durante il 1959, corrispondenti alla serie 600 (9 06xx) e in corrispondenza della serie 2000 (9 2xxx) - ma si trovavano top particolarmente belli anche prima (1800-1900) e dopo (2100-2200). Infatti, molto probabilmente, in alcuni periodi arrivarono delle partite di acero particolarmente figurate, tanto che molte furono usate anche per le Les Paul. «The curl connects the Burst to the world of fine violins and it gives each guitar its own identity. So you never get tired of looking at them», disse Walter Carter, scrittore e storico della Gibson.
Il legno utilizzato per il top era di solito l'acer saccharum, conosciuto anche come hard o rock maple, ma a volte la Gibson usò anche l'acer saccharinum, noto come silver maple, o l'acer rubrum, noto come red rum maple.
Ted McCarty dichiarò che lui e John Huis, factory manager Gibson, erano tra le poche persone in grado di capire quale albero, una volta tagliato, potesse essere "curly maple". Loro sceglievano gli alberi da abbattere in una foresta a East Lansing, Michigan, e li facevano tagliare in una segheria di proprietà della Forestry Department of the Michigan State University. Secondo Ted, il "quilted maple", invece era frequente nelle foreste dell'Oregon, ma la Gibson non era interessata a quest'effetto: «We used to stay away from it. It wasn't traditional», dichiarò. Ted era convinto che era necessario studiare il legno, per comprenderlo: «If you cut it across this way, flat-saw it, you're going to have a different figure in the maple than if you quarter it. It's a very interesting thing. Wood itself is a study - a study all by itself».
Tutte le nuove Les Paul, spesso soprannominate "Burst" dai chitarristi, avevano un top unico, proprio come le impronte digitali, costituito da due tavole simmetriche affiancate, "book-matched", ottenute tagliando a metà una tavola di acero e aprendola come se fosse un libro. Tuttavia non sempre era possibile utilizzare entrambi i lati della tavola aperta a libro, perché a volte una delle due poteva avere delle imperfezioni; la tavola restante non poteva però essere sprecata, per cui altri top erano ottenuti tramite "flitch-matching", cioè tagliando a metà una tavola stretta e lunga e affiancando le due metà esponendo le due superfici esterne, o tramite "color-matching", affiancando due tavole simili, ma non contigue, dello stesso tronco. Anche questi due metodi potevano portare però a risultati sorprendenti.
Secondo il taglio, le tavole potevano essere più o meno figurate. Alcuni top mostravano delle striature o delle bande che davano degli effetti ottici tridimensionali eccezionali secondo com'era riflessa la luce e i termini ribbon curl, tiger-striped, pin-striped, fiddleback e flamed con cui ci si riferiva ai top, diventarono sempre più comuni. Tuttavia solo una piccola parte dei top delle Standard era molto figurato, per cui il termine "curly maple" non è mai stato usato nella pubblicità delle Les Paul. In genere i top particolarmente fiammati erano riservati ad altri modelli, come la Super 400 e la L-5, ma era possibile trovarli sparsi abbastanza casualmente anche lungo tutto l'arco della produzione della Les Paul Standard; tuttavia ci sono due momenti di forte concentrazione durante il 1959, corrispondenti alla serie 600 (9 06xx) e in corrispondenza della serie 2000 (9 2xxx) - ma si trovavano top particolarmente belli anche prima (1800-1900) e dopo (2100-2200). Infatti, molto probabilmente, in alcuni periodi arrivarono delle partite di acero particolarmente figurate, tanto che molte furono usate anche per le Les Paul. «The curl connects the Burst to the world of fine violins and it gives each guitar its own identity. So you never get tired of looking at them», disse Walter Carter, scrittore e storico della Gibson.
Il legno utilizzato per il top era di solito l'acer saccharum, conosciuto anche come hard o rock maple, ma a volte la Gibson usò anche l'acer saccharinum, noto come silver maple, o l'acer rubrum, noto come red rum maple.
Ted McCarty dichiarò che lui e John Huis, factory manager Gibson, erano tra le poche persone in grado di capire quale albero, una volta tagliato, potesse essere "curly maple". Loro sceglievano gli alberi da abbattere in una foresta a East Lansing, Michigan, e li facevano tagliare in una segheria di proprietà della Forestry Department of the Michigan State University. Secondo Ted, il "quilted maple", invece era frequente nelle foreste dell'Oregon, ma la Gibson non era interessata a quest'effetto: «We used to stay away from it. It wasn't traditional», dichiarò. Ted era convinto che era necessario studiare il legno, per comprenderlo: «If you cut it across this way, flat-saw it, you're going to have a different figure in the maple than if you quarter it. It's a very interesting thing. Wood itself is a study - a study all by itself».
Il colore ufficiale del top era Cherry Sunburst, ma potevano esserci piccole differenze sia in base alle tinte utilizzate (non era sempre impiegata la stessa tonalità di rosso, ma negli anni sono state utilizzate vernici leggermente differenti), sia in base a come l'operaio spruzzava il colore. Ad esempio alcuni operai, che di solito rifinivano le archtop, non amavano il nuovo Cherry Sunburst delle Les Paul e lo sfumavano aggiungendo il più tradizionale Dark Brown, ottenendo così una finitura che è stata chiamata Darkburst. Nel 1958 ci sono molte Les Paul verniciate con un rosso molto chiaro, nel 1959 altre che ricordavano il colore Cremona delle ES-175, spesso definito, riferito alle Les Paul, Tobacco Burst.
A questo c'è da aggiungere però che la maggior parte delle diverse sfumature delle Burst che oggi ammiriamo sono dovute allo sbiadimento che subiva il rosso se esposto ai raggi ultravioletti, fenomeno conosciuto come fading, particolarmente evidente nei modelli del 1959 e nelle prime Burst del 1960, e all'ingiallimento del trasparente. La conseguenza erano tutte quelle sfumature che oggi conosciamo con i vari termini Caramel, Tea, Honey, Lemondrop, ecc... oltre alle Burst il cui top mostrava anche un leggerissimo alone verde, dovute allo sbiadimento del rosso.
A questo c'è da aggiungere però che la maggior parte delle diverse sfumature delle Burst che oggi ammiriamo sono dovute allo sbiadimento che subiva il rosso se esposto ai raggi ultravioletti, fenomeno conosciuto come fading, particolarmente evidente nei modelli del 1959 e nelle prime Burst del 1960, e all'ingiallimento del trasparente. La conseguenza erano tutte quelle sfumature che oggi conosciamo con i vari termini Caramel, Tea, Honey, Lemondrop, ecc... oltre alle Burst il cui top mostrava anche un leggerissimo alone verde, dovute allo sbiadimento del rosso.
L'effetto era così evidente che la Gibson vendeva le Les Paul con una "Mr. Dealer card" che ricordava di non esporre gli strumenti alla luce diretta del sole: «In order to preserve the delicate coloring of this beautiful instrument, avoid displaying in show windows where it will be subjected to direct or excessive sunrays».
All'inizio del 1960, per contrastare il fading del rosso, la Gibson sperimentò una nuova vernice Tangerine Red, detta anche Tomato Soup, che scoloriva molto meno, ma che nel tempo mostrava una sfumatura arancione, non molto apprezzata dai collezionisti.
È tuttavia possibile però trovare alcune Les Paul Standard custom order con una finitura completamente diversa come la Green Sunburst di Bob Summers, fratello di Mary Ford, o la All-Cherry di Al Hendrickson, o altre Natural o Black.
All'inizio del 1960, per contrastare il fading del rosso, la Gibson sperimentò una nuova vernice Tangerine Red, detta anche Tomato Soup, che scoloriva molto meno, ma che nel tempo mostrava una sfumatura arancione, non molto apprezzata dai collezionisti.
È tuttavia possibile però trovare alcune Les Paul Standard custom order con una finitura completamente diversa come la Green Sunburst di Bob Summers, fratello di Mary Ford, o la All-Cherry di Al Hendrickson, o altre Natural o Black.
Alcuni tra i top più belli
Il corpo (top escluso, ovviamente) e il manico della Les Paul erano in mogano dell'Honduras spesso indicato come “old growth”, ottenuto dal taglio di alberi vecchi centinaia di anni. I suoi pori e le sue venature erano riempiti con un filler, una pasta alla quale era aggiunta l'anilina, un colorante vegetale rossastro derivato dall'indigofera. Dopo aver rimosso l'eccesso di filler, si applicava il turapori e si copriva con il trasparente.
La Gibson utilizzava per incollare i legni delle Burst le colle animali, definite Hide Glue (letteralmente "colla nascosta"), che impregnavano il legno, lasciando uno strato impercettibile tra le due superfici unite, e che nel tempo si indurivano e tendevano a vetrificare, risuonando con lo strumento. In questo modo i legni uniti si comportavano come un corpo unico. Sembra, tuttavia, che su alcuni modelli sia stata usata anche una colla a base di formaldeide.
Dal punto di vista dell'elettronica le Les Paul Standard montavano i celebri humbucker PAF, di cui si è abbondantemente parlato nel capitolo a loro dedicato, e potenziometri CentraLab 500K, anche se raramente sono stati impiegati i 250K; i condensatori Sprague .022 400V, noti come "Bumble Bee" per le loro bande colorate, sono terminati all'inizio del 1960 e sono stati rimpiazzati prima dagli Astron e poi dai nuovi Sprague "Black Beauty".
La Gibson utilizzava per incollare i legni delle Burst le colle animali, definite Hide Glue (letteralmente "colla nascosta"), che impregnavano il legno, lasciando uno strato impercettibile tra le due superfici unite, e che nel tempo si indurivano e tendevano a vetrificare, risuonando con lo strumento. In questo modo i legni uniti si comportavano come un corpo unico. Sembra, tuttavia, che su alcuni modelli sia stata usata anche una colla a base di formaldeide.
Dal punto di vista dell'elettronica le Les Paul Standard montavano i celebri humbucker PAF, di cui si è abbondantemente parlato nel capitolo a loro dedicato, e potenziometri CentraLab 500K, anche se raramente sono stati impiegati i 250K; i condensatori Sprague .022 400V, noti come "Bumble Bee" per le loro bande colorate, sono terminati all'inizio del 1960 e sono stati rimpiazzati prima dagli Astron e poi dai nuovi Sprague "Black Beauty".
Il manico delle Les Paul Standard del 1958 era grande e arrotondato e la tastiera aveva i tasti piccoli. Nel 1959 la grandezza e la forma del manico non variarono molto - poteva essere solo leggermente più piccolo - ma i tasti usati dalla Gibson erano i più grandi medium jumbo. All'inizio del 1960 non ci furono grandi variazioni, ma, intorno alla serie 0 0700, la Gibson, probabilmente spinta dalle richieste di rivenditori e musicisti, iniziò a produrre Les Paul col manico più sottile e piatto, rendendolo più player-friendly, ma perdendo qualcosa in sustain. Nello stesso periodo i reflector knobs sostituirono i bell knobs.
Le meccaniche delle Les Paul Standard erano le Kluson Deluxe GS-320-V; a parte le circa 320 Les Paul con il pomello delle meccaniche ovale in plastica, le Burst avevano il pomello "tulip"; tuttavia dopo circa 20-30 anni la plastica di cui erano fatti iniziò a perdere stabilità, diventando più scura e fragile, tanto, a volte, da rompersi.
Il ponte di solito era il Tune-O-Matic (di cui si è già parlato abbondantemente nel capitolo dedicato alle Les Paul Custom) associato allo stopbar; tuttavia alcune Les Paul Standard, come la 9 3182 di Keith Richards, uscivano di fabbrica con il Bigsby.
Le meccaniche delle Les Paul Standard erano le Kluson Deluxe GS-320-V; a parte le circa 320 Les Paul con il pomello delle meccaniche ovale in plastica, le Burst avevano il pomello "tulip"; tuttavia dopo circa 20-30 anni la plastica di cui erano fatti iniziò a perdere stabilità, diventando più scura e fragile, tanto, a volte, da rompersi.
Il ponte di solito era il Tune-O-Matic (di cui si è già parlato abbondantemente nel capitolo dedicato alle Les Paul Custom) associato allo stopbar; tuttavia alcune Les Paul Standard, come la 9 3182 di Keith Richards, uscivano di fabbrica con il Bigsby.
Le Les Paul Standard costruite tra il 1958 e il 1960 sono di sicuro gli strumenti più ricercati dai collezionisti di tutto il mondo, ma il loro fu un successo postumo. Le vendite non salirono come desiderava la Gibson - tra il 1958 e il 1960 furono prodotte e vendute 1712 Les Paul - e l'azienda di Kalamazoo decise di ridisegnare completamente la Les Paul, che da quel momento avrebbe avuto la doppia spalla mancante e il corpo piatto, non più bombato: il design che oggi chiamiamo SG (cioè "Solid Guitar"), sarebbe diventato, nel tempo, il più grande successo commerciale della Gibson.
Questa sarebbe stata la fine della storia se un chitarrista britannico, di nome Eric Clapton, non cambiò la storia del rock comprando, nel 1965, una Les Paul del 1960 nel negozio di Lew Davis, in Charing Cross Road, Londra, per £130. Con quella chitarra, andata fuori produzione appena cinque anni prima, e con un combo Marshall 1962, passato alla storia con il nome di Bluesbreaker, registrò con John Mayall and the Bluesbreakers l’album Bluesbreakers del 1966, noto come “Beano”.
Questa sarebbe stata la fine della storia se un chitarrista britannico, di nome Eric Clapton, non cambiò la storia del rock comprando, nel 1965, una Les Paul del 1960 nel negozio di Lew Davis, in Charing Cross Road, Londra, per £130. Con quella chitarra, andata fuori produzione appena cinque anni prima, e con un combo Marshall 1962, passato alla storia con il nome di Bluesbreaker, registrò con John Mayall and the Bluesbreakers l’album Bluesbreakers del 1966, noto come “Beano”.
Questo portò alla rinascita della Les Paul, ormai non più in produzione, e probabilmente diede il via alla nascita del fenomeno del vintage. Molti altri chitarristi si misero alla ricerca delle Les Paul Standard e iniziarono ad usarla nei loro lavori da studio e live; musicisti del calibro di Jeff Beck, Peter Green, Jimmy Page, Peter Frampton, Steve Jones, Mick Jones, Mark Knopfler, Paul Kossoff, Mike Bloomfield, Duane Allman e Billy Gibbons, solo per citare alcuni nomi, contribuirono alla nascita del mito e della "Burst mania".
Questo spinse la Gibson a riformulare il contratto di endorsement con Les Paul e il modello riprese vita nel 1968, con nuovi modelli e un buon successo.
Questo spinse la Gibson a riformulare il contratto di endorsement con Les Paul e il modello riprese vita nel 1968, con nuovi modelli e un buon successo.
Antonio Calvosa