Sono rimasto indeciso fino all'ultimo se pubblicare questa storia nella rubrica. Poi ho scoperto che in questa collezione c'è anche una Burst e mi sono convinto.
La storia è quella di un museo aperto da qualche anno e di una collezione. E che ci porta verso la lista delle cinquanta chitarre più pregiate che tutti mi chiedono di svelare. Buona lettura. Steven Kern Shaw morì in un ospizio nell'Agosto 2015 all'età di 72 anni. Senza cerimonie né necrologi. Era il figlio del clarinettista e direttore d'orchestra Artie Shaw e della quarta delle sue otto mogli (subito dopo Lana Turner e prima di Ava Gardner), Betty Kern. I genitori si separarono quando aveva due anni ed il padre lo abbandonò. Nello stesso anno morì suo nonno materno, il grande compositore Jerome Kern, famoso per avere scritto tanti successi come “Ol' Man River”, "The Way You Look Tonight", "Smoke Gets in your Eyes” eccetera. Lasciò al nipote l'immensa fortuna accumulata con la sua musica, oltre ai diritti d'autore futuri. Con la Musica nel sangue e royalties da spendere, Shaw iniziò a frequentare il negozio di George Gruhn a Nashville e in pochi anni accumulò una collezione di chitarre e mandolini di grande valore. Al momento della morte aveva accumulato circa 500 strumenti, per un valore stimato di oltre 9,5 milioni di dollari. Tra questi spiccano alcuni Mandolini Gibson F-5 prodotti tra il 1922 ed il 1924 e firmati da Lloyd Loar, considerati i migliori mai prodotti, un F-5 del 1927, appartenuto a Bill Monroe, che secondo Gruhn è raro e fondamentale nello sviluppo della musica moderna come uno Stradivari nella classica; l'angolo denominato Loar Quartet è impressionante con due L-5 (delle quali una prototype) e i già citati F-5. Tra le tante chitarre acustiche, soprattutto flat-top, citiamo sei Martin D-45, prodotte tra il 1935 ed il 1942 (91 prodotte in totale), quattro Martin D-28 sempre dello stesso periodo e altre 43 Martin pre-war ed innumerevoli Gibson. Pur essendo una collezione prevalentemente di acustiche, troviamo anche qualche pezzo elettrico importante, come una Les Paul '59 Burst e una '57 Goldtop, numerose semiacustiche ES, una Fender Stratocaster '55, una Telecaster '52, uno dei primi bassi Precision, ecc. Due settimane prima di morire Steven Kern ha redatto un testamento lasciando la sua collezione in eredità alla Belmont University che ha creato uno spazio adeguato per ospitarli ed ha aperto una mostra/museo permanente chiamata: The GIG acronimo di The Gallery of Iconic Guitars, dove attualmente sono esposte un centinaio degli strumenti più importanti della collezione, con l'obbiettivo di arrivare ad esporre la collezione completa. In un apposito spazio si ha anche la possibilità di provare alcuni strumenti. Il museo è stato inaugurato con una performance di Vince Gill e Ricky Scaggs. |
AutoreFurio Pozzi ArchiviCategorie
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